Verso le elezioni

"Ecco come cambiano i simboli elettorali": le scelte dei partiti in vista del voto

Intervista a Gabriele Maestri, ricercatore e studioso di partiti e simboli politici: le novità della campagna elettorale estiva, la prima della storia repubblicana

"Ecco come cambiano i simboli elettorali": le scelte dei partiti in vista del voto
ANSA
Simboli elettorali, immagine d'archivio

“Il mondo dei simboli è molto cambiato con il tempo. Nel periodo delle schede elettorali in bianco e nero (il colore arriva solo nel 1992) e anche un po' dopo si privilegiava un disegno centrale chiaro, un soggetto ben leggibile, in grado di riassumere e comunicare il patrimonio ideale del partito e in cui candidati e sostenitori si identificavano. Si sono poi diffusi simboli molto più simili a marchi commerciali, spesso disegnati da agenzie o professionisti che si occupano di marketing: abbondano le sfumature, l'uso dei colori (soprattutto del tricolore), l'impiego di conformazioni particolari dei caratteri usati per i testi,  ma è sempre più difficile individuare un contenuto di idee e valori dalla grafica". A spiegare i cambiamenti avvenuti negli anni nell'universo dei simboli elettorali è un giovane ricercatore, Gabriele Maestri, che si definisce “dottore di ricerca in Teoria dello Stato e da molti anni studioso di diritto costituzionale e dei partiti”. Maestri, appassionato da tempo al tema dei simboli politici, ha dedicato al tema due libri e dieci anni fa ha fondato il sito isimbolidelladiscordia.it , che si occupa della storia, dell'attualità e delle curiosità legate ai simboli dei partiti ed elettorali. 

In vista del voto anticipato, il prossimo 25 settembre, c'è chi ha già presentato il proprio simbolo, novità da segnalare?

"Ufficialmente, a oggi, mi risultano diffusi sette simboli elettorali, tra nuovi e modificati: cinque contengono la parola "Italia" (Alternativa per l'Italia, Italia viva, Noi con l'Italia, Italia sovrana e popolare, Lista Civica Nazionale - L'Italia C'è) e uno la parola "Italiana" (Alleanza Verdi e Sinistra - Europa Verde - Sinistra italiana), fa eccezione solo Noi Di Centro di Mastella. Naturalmente si attendono ancora i fregi elettorali dei partiti maggiori, che potrebbero essere uguali a quelli già in uso o contenere ritocchi ad hoc: si era parlato, per esempio, della possibilità di inserire la dicitura "Democratici e progressisti" nel simbolo del Pd o il cognome di Giuseppe Conte nel simbolo del MoVimento 5 Stelle. E, a proposito di nomi dei leader di partito all'interno dei contrassegni, anche stavolta quasi certamente ce ne saranno parecchi".

Quali i tempi previsti per gli adempimenti istituzionali, a proposito di liste e simboli? 

"La novità principale è data dal periodo: nella storia repubblicana non si era mai andati alle urne per le elezioni politiche all'inizio dell'autunno. Questo comporta che gli adempimenti fondamentali si svolgano tutti in piena estate. Dal 12 al 14 agosto si depositeranno i simboli elettorali (e il controllo avverrà a Ferragosto), insieme agli statuti o alle dichiarazioni di trasparenza, ai programmi e ai collegamenti in coalizione. Le liste e le candidature nei collegi uninominali dovranno essere presentate negli uffici elettorali presso le Corti d'appello tra il 21 e il 22 agosto: chi non è esonerato dalla raccolta firme per le liste - almeno 750 per ogni collegio plurinominale - dovrà provvedere entro i giorni precedenti e non sarà facile trovare persone disposte a firmare, molte saranno in vacanza lontane dai loro collegi, e anche gli autenticatori per "certificare" le sottoscrizioni". 

Intanto la campagna elettorale, la più insolita e breve che si ricordi, accelera: in che modo?

"Ufficialmente la campagna inizierà con l'ammissione delle liste, ma per alcuni era partita già con la conferma delle dimissioni di Draghi. L'aspetto più evidente pare legato all'idea del "fare presto", visti i tempi velocissimi imposti alla e dalla crisi; il tema appare declinato diversamente tra i vari "attori". Nel centrodestra, in buona parte definito come schieramento (anche se non ancora del tutto), si corre per concordare il peso delle forze politiche nei collegi uninominali e indicare le candidature, con un occhio alla composizione del futuro Parlamento; al di fuori di quell'area si cerca di fare presto innanzitutto per chiarire con quante e quali coalizioni si andrà al voto (e chi ne farà parte), così per scegliere chi candidare si dovrà fare ancora più in fretta. Chi dovrà raccogliere le firme, infine, accelera ora sulla scelta dei nomi per avere il maggior tempo possibile per cercare le sottoscrizioni necessarie per le liste. In tutto ciò, le forze politiche dovrebbero parlare molto di programmi, tra loro e soprattutto al corpo elettorale".

Gli elettori quante liste potrebbero trovare sulle schede?

“Dirlo ora è un po' difficile. Sono quasi certe le liste dei partiti che erano esentate dalla raccolta firme fin dall'inizio: M5S, Pd, Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia (grazie al doppio gruppo parlamentare), più un paio legate alle minoranze linguistiche; bisogna aggiungere le liste delle formazioni che sono state esonerate grazie a una norma più recente, almeno sei - ma potrebbero essere di più- , nonché quelle che riusciranno a raccogliere le firme necessarie. Su ogni scheda, quindi potrebbe esserci almeno una dozzina di simboli, ma il numero sarà sicuramente superiore e in certi collegi potrebbe crescere di molto”.

Come è cambiata la geografia dei collegi elettorali dopo la riforma che ha ridotto il numero dei parlamentari? 

"La riduzione del numero dei parlamentari ha visto ridurre anche il numero dei collegi (uninominali e plurinominali), che in questo modo si sono allargati moltissimo. Chi deve fare campagna nel proprio collegio, quindi, deve battere un territorio più vasto ed è certamente più impegnativo. Essendo poi diminuiti i seggi assegnati a ciascuna Regione, diventa più difficile essere eletti: specie al Senato, in cui si prevede la distribuzione dei seggi a livello regionale, saranno particolarmente ambite le posizioni di capolista, le uniche relativamente sicure di centrare l'elezione per le liste medie o anche medio-grandi, anche chi sta al secondo posto delle varie liste "bloccate" stavolta rischia molto di più". 

In passato, ripercorrendo le ultime tornate elettorali, ci sono esempi emblematici di simboli che hanno fatto la differenza?

"A livello nazionale non si ricordano, negli ultimi anni, esempi di simboli che hanno fatto la differenza davvero in positivo; in passato, in tempi non troppo lontani dalla metà degli anni '90, tra le sigle frutto di scissioni o diaspore dei partiti maggiori di un tempo prendevano più voti quelle che avevano conservato il simbolo tradizionale o ne avevano riproposto uno simile, penso soprattutto allo scudo crociato o al garofano. In generale, invece, non hanno avuto molta fortuna i "contrassegni biliardo", pieni di miniature di altri simboli raccolti nel cerchio grande, o comunque quelli troppo ricchi di elementi o difficili da leggere, soprattutto nelle dimensioni delle schede elettorali (3 centimetri di diametro); nonostante questo, ce n'è sempre qualcuno di troppo".

Possibili sorprese sui prossimi simboli che verranno presentati? 

"Ora è difficile immaginare sorprese, anche qui la stanchezza e la burocrazia hanno spento certe iniziative e il caldo d'agosto potrebbe fare il resto. In altri tempi sarebbe stato lecito aspettarsi almeno un paio di liste con il riferimento a Draghi - ovviamente anche senza il consenso dell'ex Presidente del Consiglio - o con la doppia immagine di un drago nel simbolo, per giustificare un nome come "Lista (dei) Draghi". Quanto alla discordia, forse anche stavolta nelle bacheche del Viminale appariranno più simboli contenenti lo scudo crociato, magari presentati da più gruppi che rivendicano continuità con la Democrazia cristiana: un grande classico, da molti anni. Si può pensare che siano i lati deteriori e meno edificanti della politica e dei suoi riti, ma i riti nella democrazia sono importanti: in fondo le eresie, le contestazioni e i disturbi sono contorni inevitabili. A volte fanno disperare, a volte fanno sorridere, ma somigliano sempre a una parte di noi, ci piaccia o no".