"Per nessuno si ripeta la storia di violenza ed emarginazione subita dai nostri fratelli e sorelle indigeni". Lo ammonisce ancora una volta il Papa nel corso della messa allo stadio di Edmonton.
Ieri papa Bergoglio ha fatto il mea culpa incontrando i nativi canadesi vittima di ogni tipo di abuso nelle scuole residenziali anche per colpa di tanti cattolici e ha chiesto perdono a Dio, ricordando che le scuse non sono che un primo passo sulla strada della riconciliazione. Celebrando nel giorno in cui la Chiesa ricorda Gioacchino e Anna, i nonni di Gesù, auspica un "avvenire dove gli anziani non vengono scartati perché funzionalmente 'non servono più''; un avvenire che non giudichi il valore delle persone solo da quanto producono; un avvenire che non sia indifferente verso chi, ormai avanti con l'età, ha bisogno di più tempo, ascolto e attenzione; un avvenire in cui per nessuno si ripeta la storia di violenza ed emarginazione subita dai nostri fratelli e sorelle indigeni".
"E' un avvenire possibile - dice Francesco- se, con l'aiuto di Dio, non spezziamo il legame con chi ci ha preceduto e alimentiamo il dialogo con chi verrà dopo di noi: giovani e anziani, nonni e nipoti, insieme. Andiamo avanti insieme, sogniamo insieme".
"I Vescovi del Canada sono pienamente impegnati a camminare insieme alle Prime Nazioni, ai Métis e al popolo Inuit. Siamo arricchiti dalla bellezza della loro cultura e dalla saggezza delle loro tradizioni", ha sottolineato Richard Smith, Arcivescovo di Edmonton, al termine della celebrazione presieduta dal Papa nello stadio di Edmonton.
"Molto resta da fare - ha detto ancora l'arcivescovo canadese - se vogliamo vivere in modo duraturo la riconciliazione che tutti cerchiamo. Dall'amore e dall'incoraggiamento visibilmente manifestati in Sua presenza, abbiamo ricevuto un nuovo slancio per continuare il cammino, facendo sempre affidamento sui doni che Dio, nostro Creatore, non manca di concedere".