Torna al lavoro una psicologa toscana sospesa dall'Ordine professionale perché non in regola con l'obbligo vaccinale imposto per legge alle professioni sanitarie.
A stabilirlo, il giudice civile Susanna Zanda che ha revocato la sospensione della professionista disposta dall'Ordine. "Non può essere costretta" a sottoporsi a vaccini "sperimentali talmente invasivi da insinuarsi nel Dna, alterandolo in modo che potrebbe risultare irreversibile e con effetti ad oggi non prevedibili per la vita e la salute", ha spiegato il giudice in un provvedimento d'urgenza. Il 15 settembre sarà ascoltato anche l'Ordine degli psicologi della Toscana che ha pronta la replica a tale decisione: "L'Ordine sta lavorando con i propri legali per difendersi attraverso le più opportune forme e nelle sedi preposte, nel rispetto della legge e a tutela della Salute della comunità. Ricordiamo a tutti che gli ordini sanitari, quale è l'Ordine degli psicologi della Toscana, sono obbligati a rispettare il decreto legge 44 del 2021 sull'obbligo vaccinale. Non accetteremo obtorto collo questo provvedimento".
La decisione del tribunale è così motivata: "La sospensione dall'esercizio delle professioni rischia di compromettere beni primari dell'individuo quali il diritto al proprio sostentamento e al lavoro ma tale libertà e diritto, acquisito per nascita in base all'articolo 4 della Costituzione, viene in questo caso inammissibilmente 'concesso' dall'Ordine di appartenenza previa sottoposizione a un trattamento iniettivo contro la Sars Covid" per impedire la diffusione della malattia e assicurare condizioni di sicurezza in ambito sanitario.
"Uno scopo irraggiungibile, secondo gli stessi dati Aifa, che riportano un dilagare del contagio con la formazione di molteplici varianti virali e il prevalere numerico delle infezioni e dei decessi proprio tra i soggetti vaccinati con tre dosi" ha proseguito il giudice.
E sull'obbligo vaccinale ha aggiunto ancora: "L' articolo 32 della Costituzione dopo l'esperienza del nazifascismo non consente di sacrificare il singolo individuo per un interesse collettivo, vero o supposto, e tantomeno consente di sottoporlo a sperimentazioni mediche invasive della persona, senza il consenso libero e informato".
Questo in Toscana non è il primo provvedimento di revoca della sospensioni dal lavoro in Italia. Il giudice ha infatti citato diverse decisioni adottate dai tribunali di Padova (aprile 2022), Sassari (giugno 2022), Velletri (dicembre 2021) e Roma (giugno 2022) nonché dai Tar di Lombardia, Piemonte e Roma.