Il parere dell’alpinista

Toni Valeruz, per l’uomo delle Marmolada la strage si poteva evitare

“La Marmolada non è pericolosa, ora non nascano le crociate contro la montagna. L'alpinista sa che corre dei rischi”. E ancora: “Bisognava monitorare da dentro”

Toni Valeruz, per l’uomo delle Marmolada la strage si poteva evitare
Ansa
Una foto d'archivio di Tone Valeruz in uno slalom 'impossibile' sulla vertiginosa parete Nord della Marmolada in Trentino, il 23 marzo 1972. Valeruz, a 62 anni, ha ripetuto l'impresa, il 15 aprile 2013

Toni Valeruz è l''uomo della Marmolada'. Oggi 71enne, ha concentrato la sua attività tra il 1978 ed il 1985 come alpinista, guida alpina e maestro di sci. È considerato uno dei praticanti di sci estremo più forti al mondo. 

Per Toni Valeruz, detto ‘Tone’, la Marmolada non ha segreti. Lui la 'Regina delle Dolomiti' l’ha scalata ben 900 volte e in tutte le condizioni: in estate, in inverno, di giorno, di notte, dalla via normale e salendo dalla parete sud. La prima volta a soli 7 anni.

"La Marmolada mi ha fatto crescere, mi ha forgiato, ricordo ancora quella volta quando all'età di 7 anni, da solo, raggiunsi la vetta e una volta arrivato a valle, mi chiesi: ma davvero sono salito fin lassù?", racconta il grande alpinista all'agenzia Agi, "il Gran Vernel, invece, mi ha fatto capire quali erano i miei limiti percorrendo otto vie diverse”. 

A proposito delle tragedia appena avvenuta, Valeruz parla di possibili responsabilità. "Poteva essere evitata con un'azione di monitoraggio serio, con persone esperte e professionali in loco dotate di attrezzatura idonea che esiste in Italia e in Val di Fassa", sostiene, "l'esperto deve giudicare da dentro la montagna e non da fuori. Persone competenti in loco avrebbero captato che quella fenditura piena d'acqua si spostava giorno dopo giorno. Bastava sedersi accanto alla fenditura e non si rischiava nulla".

Poi Valeruz entra nel tecnico di quello che è accaduto. “È falso parlare di crollo, quello che è accaduto è stato uno slittamento di una porzione di ghiaccio. Quella fenditura era gonfia d'acqua anche perché lo zero termico a mezzanotte da giorni era oltre i 4000 metri e l'acqua continuava a scorrere. Bisognava attivare un'azione di monitoraggio dentro la montagna con personale specializzato". Poi tiene a precisare: "la Marmolada non è una montagna pericolosa, ora non nascano le crociate contro la montagna. L'alpinista sa che corre dei rischi, l'alpinista sa che è responsabile delle proprie azioni e che potrebbe anche morire". 

"La Marmolada oggi è irriconoscibile rispetto a 20 anni, ci sono i notevoli cambiamenti climatici, questo è il gioco geologico della terra ed è inutile ad andare a cercare responsabilità anche perché il ragionamento geologico è diverso da quello umano", sostiene Tone.