La mossa del presidente

Ucraina, a sorpresa Zelensky silura il capo dei servizi e la Procuratrice Generale

Un amico di infanzia e una fedelissima: perché il presidente ha deciso di rimuoverli da posti-chiave? Con le regole d'emergenza un passo indietro oggi può significare il contrario di quello che appare

Ucraina, a sorpresa Zelensky silura il capo dei servizi e la Procuratrice Generale
Foto da Getty
Una combo tra Iryna Venediktova e Ivan Bakanov

Zelensky ha rimosso il suo amico d'infanzia dalla carica di capo del servizio di sicurezza dell'Ucraina (SBU) Ivan Bakanov e ha sostituito il procuratore generale, Irina Venediktova, la prima donna in tutta la storia ucraina ad occupare questo incarico. 

Bakanov è stato esautorato ai sensi dell'articolo 47 della Carta disciplinare delle forze armate ucraine per “esercizio improprio delle funzioni ufficiali, con conseguente perdita di vite umane o altre gravi conseguenze”. Venediktova è stata licenziata ai sensi dell'articolo 11 della legge sul regime legale della legge marziale, che conferisce al presidente il potere di rimuovere i funzionari.

Volodymyr Zelenskyy ha dichiarato in un videomessaggio di aver rimosso il capo della SBU e il procuratore generale dopo che 651 procedimenti penali sono stati aperti in Ucraina per tradimento e "attività di collaborazione" a carico dei dipendenti dell'ufficio del pubblico ministero, investigatori e altre forze dell'ordine.

Ivan Bakanov è un amico d'infanzia di Vladimir Zelensky. Da agosto 2019 è a capo della SBU. Lo scorso giugno, il quotidiano internazionale Politico ha riferito, citando le proprie fonti, che il presidente dell'Ucraina intendeva sostituire a breve il capo del SBU a causa della conquista fulminea di Kherson da parte dei russi.

Inoltre  Bakanov veniva rimproverato, criticato e sospettato per il suo matrimonio con una cittadina russa, anche se lui stesso ha dichiarato più di una volta che sua moglie non si era mai recata in Russia dopo il 2013.

Il metodo di “licenziamento” usato da Zelensky desta molte perplessità: è ovviamente molto più rapido rispetto alla prassi normale, il cui iter prevede il passaggio attraverso la decisione del parlamento, la Rada. Ciò avrebbe richiesto molto più tempo a causa di un iter burocratico più lungo (anche se l’esito era dato comunque per scontato vista la maggioranza del partito di Zelensky, “Servo del popolo”, alla Rada).

Inoltre, passando per la Rada, il licenziamento avrebbe segnato per entrambi la fine della carriera professionale nella pubblica amministrazione.

Invece la rimozione dagli incarichi per decreto presidenziale mette i due funzionari in standby, permettendo di richiamarli, in qualsiasi momento, magari in cariche pubbliche diverse.

In parole povere, Zelensky ha ritirato i suoi fedelissimi, soggetti a feroci critiche, in un momento opportuno, lasciandoli in “riserva presidenziale”, pronti ad essere richiamati in qualsiasi momento, e con la reputazione pressappoco impeccabile.

Alcuni osservatori però considerano questa mossa di Zelensky come un segno di debolezza, fatta sotto le pressioni esterne e per bloccare presunte congiure di palazzo.