Undici anni dopo bin Laden

Ayman al-Zawahiri ucciso con un drone a Kabul

L'operazione della Cia condotta nel fine settimana scorso. Ucciso con due missili Hellfire. Su di lui pendeva una taglia da 25 milioni di dollari.

Ayman al-Zawahiri è stato ucciso in un attacco americano compiuto con un drone dalla Cia a Kabul. L'operazione è stata condotta durante il fine settimana e, secondo fonti dell'amministrazione americana, non ha causato vittime civili. A colpire il leader di al-Qaida sono stati due missili Hellfire. Lo riferisce un funzionario dell'amministrazione americana.

Biden ha seguito il raid dalla casa bianca, dove si trova in isolamento a causa di una ricaduta per il covid. Secondo un rapporto dell'Onu, fino al giugno del 2021 al-Zawahiri si nascondeva  in una  località di confine tra Afghanistan e Pakistan.

Braccio destro di Osama bin Laden, e poi suo successore dopo l'uccisione del primo leader di al-Qaida nel  il 2 maggio 2011, al-Zawahiri è stato uno degli uomini chiave negli attacchi dell'11 settembre. Con i suoi scritti e le sue argomentazioni il medico egiziano aveva profondamente plasmato Al Qaeda e i movimenti terroristici correlati.

L'attacco con i droni è il primo attacco statunitense conosciuto all'interno dell'Afghanistan da quando le truppe e i diplomatici statunitensi hanno lasciato il Paese nell'agosto 2021. La mossa potrebbe rafforzare la credibilità delle assicurazioni di Washington che gli Stati Uniti possono ancora affrontare le minacce provenienti dall'Afghanistan senza una presenza militare nel Paese, anche se non è chiaro come gli Stati Uniti abbiano avuto la conferma che al-Zawahiri fosse morto.

Nato in Egitto nel giugno del 1951 in una famiglia agiata a borghese, al-ZawahIri - medico e chirurgo - si era avvicinato ai movimenti jihadisti da giovanissimo, a soli 17 anni, prima di laurearsi. Entrò nella jihad islamica egiziana nel 1979, diventando 'emiro' (comandante) responsabile per il reclutamento.

Nel 1981 finì in carcere durante una ondata di arresti di integralisti islamici in seguito all'assassinio dell'allora presidente Anwar Sadat. Rimase in prigione quattro anni per porto abusivo di armi, perché gli inquirenti non riuscirono a trovare elementi contro di lui su un coinvolgimento dell'omicidio del presidente egiziano.
 

Ayman al-Zawahiri siede accanto ad Osama Bin Laden nel 2001 Visual News/Getty Images
Ayman al-Zawahiri siede accanto ad Osama Bin Laden nel 2001

Uscito di prigione nel 1985, al-Zawahiri andò in Arabia Saudita, e poco dopo si spostò in Pakistan, dove conobbe bin Laden. Ultima tappa l'Afghanistan, all'inizio degli anni novanta. Oltre agli attacchi dell'11 settembre, al-Zawahiri si è attribuito la 'paternità' dell'attacco a Charlie Hebdo del 2015 a Parigi, che avrebbe ordinato personalmente. Negli ultimi anni si è parlato più volte della morte di Zawahiri, che da tempo si diceva fosse in cattive condizioni di salute.  

Il 13 gennaio 2006 fu l'obiettivo di un attacco missilistico americano vicino al confine del Pakistan con l'Afghanistan. Morirono quattro membri di Al-Qaeda, ma al-Zawahiri si salvò. Due settimane apparve in un video in cui avvertiva che "ne' Bush ne' tutte le potenze della terra" avrebbero anticipato la sua morte - rispetto al destino - di un secondo.

al-Zawahiri si è fatto sentire, di tanto in tanto con messaggi audio e a volte video - l'ultimo l'11 settembre di due anni fa - per incitare i suoi seguaci alla guerra contro l'Occidente. Sulla sua testa gli Stati Uniti avevano messo una taglia da 25 milioni di dollari.

Ayman al Zawahiri in un videomessaggio dell'11 settembre 2019 Ansa
Ayman al Zawahiri in un videomessaggio dell'11 settembre 2019

I talebani condannano l'operazione in cui è stato ucciso al-Zawahiri. In un comunicato riportato dal New York Times, i talebani confermano che il raid è avvenuto a Kabul, nella benestante area di Sherpur. Secondo i talebani, riporta sempre il New York Times, gli accordi di Doha vieterebbero i raid americani, una tesi che Washington contesta. La presenza del capo di Al Qaeda, Ayman al-Zawahiri, a Kabul è una "chiara violazione" dell'accordo che i talebani hanno firmato con Washington nel 2020 in cui promettevano di non permettere all'Afghanistan di tornare a essere un 'porto sicuro' per la jihad:  ha replicato una fonte dell'amministrazione Biden.

I talebani erano a conoscenza della presenza del leader di al-Qaida, Ayman al-Zawahiri, a Kabul e dopo il raid si sono affrettati a rendere l'area non accessibile e a spostare rapidamente la famiglia di al-Zawahri. Lo riferisce un funzionario della Casa Bianca, sottolineando comunque che i talebani non erano stati allertati del raid del 30 luglio. Secondo indiscrezioni, il leader di al-Qaida era nell'abitazione di un consigliere-aiutante di Sirajuddin Haqqani e proprio membri di Haqqani avrebbero cercato di nascondere il fatto che al-Zawahri era nell'abitazione.