Le presidenziali in ottobre

Brasile verso il voto, Lula: "Sì, ci fu corruzione nei miei governi". Bolsonaro contro un giudice

Il candidato di sinistra è dato in vantaggio di circa 8 punti. E promette, in caso di elezione, di combattere l'illegalità più duramente. Intanto scoppia la polemica per l'indagine federale su un golpe, ordito da alcuni imprenditori, se Lula vincesse

Brasile verso il voto, Lula: "Sì, ci fu corruzione nei miei governi". Bolsonaro contro un giudice
Combo - Foto da Getty
I due candidati alle elezioni: da sinistra, Jair Bolsonaro e Luiz Inácio Lula da Silva

Mentre in Italia la campagna elettorale per le prossime politiche è ormai entrata nel vivo, a meno di un mese dal voto, il Brasile “scalda i motori” in vista delle presidenziali di ottobre, che vedranno una sfida a due che suscita interesse anche al di fuori del Paese: l’attuale capo dello Stato, Jair Bolsonaro, cerca la conferma di un secondo mandato; dall’altra parte, il “redivivo” Luis Inácio Lula da Silva, già presidente tra il 2003 e il 2010, in corsa per tentare una terza scalata al Planalto (sede della presidenza della Repubblica, ndr).

Intanto, in un'intervista al telegiornale più seguito nel Paese Lula ha ammesso che c'è stata corruzione durante i suoi governi: “Non si può dire che non ci sia stata corruzione se le persone lo hanno confessato. Il problema è che quelle persone sono diventate ricche per aver confessato, loro (i pentiti) si sono guadagnati la libertà dicendo ciò che voleva il Pubblico Ministero, cosa che considero una follia”, ha detto l’ex sindacalista e capo dello Stato. Nel corso dello stesso colloquio, durante il Jornal Nacional di Tv Globo, ha definito l'attuale presidente Bolsonaro un “buffone di corte”.

 

Corruzione e inchieste, la difesa di Lula

La corruzione è un tema che tocca da vicino il candidato del Partito dei Lavoratori (sinistra, ndr), avendo pagato con il carcere il suo coinvolgimento in inchieste e scandali, tra cui il celebre Lava Jato (“autolavaggio”, ndr). Lula ha criticato la “denuncia premiata” usata dai pubblici ministeri in questa maxi-inchiesta anticorruzione, nell'ambito della quale è stato condannato ed è rimasto in prigione per 580 giorni, tra il 2018 e il 2019. “Qual è stato l'errore di Lava Jato? Ha superato i limiti dell'indagine ed è entrato nei limiti della politica. E l'obiettivo era Lula” ha dichiarato. Le cause contro l'ex presidente sono state annullate nel 2021 dal Tribunale supremo federale, quando si è accertato che il giudice Sergio Moro, responsabile dell'inchiesta, ha agito in modo parziale. Il leader del Pt ieri ha assicurato che in un suo eventuale governo “chiunque commette un crimine sarà condannato”.

Il presidente uscente Bolsonaro: è stato eletto il 28 ottobre 2018 con il 55% dei voti Ansa/EPA/Joedson Alves
Il presidente uscente Bolsonaro: è stato eletto il 28 ottobre 2018 con il 55% dei voti

Secondo un sondaggio, pubblicato ieri dall'agenzia Idea, Lula registra il 44% delle intenzioni di voto contro il 36% di Bolsonaro, che ha ridotto di tre punti il suo svantaggio. Durante l'intervista, Lula ha criticato l'attuale capo di Stato giudicandolo non all'altezza delle questioni di governo. “Bolsonaro è ostaggio del Congresso Nazionale, (...)”, ha affermato tra le altre cose l’ex presidente e sindacalista.

 

Golpe in caso di vittoria di Lula: l’accusa di un giudice

Sulla campagna elettorale, nel frattempo, è piombata come un fulmine a ciel sereno l’ultima polemica giudiziaria, relativa a un’inchiesta del Tribunale supremo federale contro un gruppo di imprenditori, sospettati di sostenere un colpo di Stato nel caso in cui il leader dell’opposizione vincesse le elezioni. Bolsonaro ha commentato polemicamente, dicendo che il Paese affronta un'offensiva contro la “libertà”.

Il giudice Alexandre de Moraes, della Corte suprema, ha ordinato alla Polizia federale di perquisire gli uffici e sequestrare i cellulari di otto persone che fanno parte di un gruppo WhatsApp intitolato “Imprenditori e politica”, dove sarebbe stato espresso il sostegno a un fantomatico golpe. “Stiamo vedendo che c'è un'escalation contro la libertà, quello di cui ho sempre parlato si è manifestato (ora) contro questi imprenditori, ne conosco molto bene due, si scambiano WhatsApp con me”, ha dichiarato ieri Bolsonaro. Già mercoledì il presidente aveva riconosciuto di avere legami con gli uomini d’affari Luciano Hang e Meyer Joseph Nigri. “Voglio davvero capire cosa sta succedendo, perché nessuno sa cosa sta succedendo (...) Spero che Moraes presenti le ragioni dell'operazione il più rapidamente possibile”, ha spiegato il presidente uscente. Il ministro della Giustizia Anderson Torres ha invece aggiunto che l'operazione ordinata da Moraes rasenta il “totalitarismo”.