La People's Bank of China - la banca centrale cinese - ha annunciato un taglio di due dei suoi tassi di interesse di riferimento, per sostenere l'economia nel contesto di un forte rallentamento aggravato dalla crisi immobiliare, soltanto una settimana dopo aver già tagliato altri tassi chiave. Un'azione importante da parte dell'istituto, in controtendenza con quanto sta accadendo a livello mondiale (dove i tassi di interesse vengono invece alzati) per sostenere i consumi interni, in contrazione a causa delle restrizioni per il Covid e la lunga onda della crisi immobiliare.
La seconda riduzione in una settimana
Il "loan prime rate" (l'Lpr) ad un anno è stato ridotto dal 3,70% al 3,65%, mentre quello a cinque anni - mutui ipotecari - è stato tagliato dal 4,45% al 4,3%. Entrambi i tassi sono ora ai minimi storici. L'Lpr ad un anno era stato abbassato l'ultima volta a gennaio, quello a cinque anni lo scorso maggio: la misura dovrebbe incoraggiare le banche a concedere più prestiti ed a tassi più vantaggiosi.
Pechino ha pubblicato di recente una serie di dati economici, che hanno mostrato un rallentamento della crescita negli ultimi mesi dell'anno, di qui l'annuncio del taglio dei tassi. Le mosse sono viste come un tentativo di rilanciare la domanda interna.
Il calo produzione e vendite al dettaglio, aumentano i disoccupati
I segnali della difficoltà che sta attraversando l'economia cinese, nei dati di luglio: la produzione industriale è salita solo del 3,8% annuo - inferiore al +4,6% atteso dagli analisti - anche le vendite al dettaglio, aumentate del 2,7%, sono in forte frenata sul +3,1% di giugno e sul +5% stimato alla vigilia.
La disoccupazione nelle aree urbane - secondo i dati diffusi dall'Ufficio nazionale di statistica - è scesa al 5,4% dal 5,5% di giugno, mentre la quota dei senza lavoro tra i 16 e i 24 anni è salita al 19,9%, dal 19,3% di giugno e dal 18,4% di maggio.