L’aumento della costo della carta del 50-80% ha colto di sorpresa gli editori di libri scolastici, prodotto che in questi giorni, come ogni anno, è al centro delle attenzioni delle famiglie con figli in età scolare. “Non ce lo aspettavamo – spiega Paolo Tartaglino Presidente del Gruppo Educativo dell’Associazione Italiana Editori AIE- perché i prezzi erano stati stabiliti a gennaio, nessuno si aspettava quello che da lì a pochi mesi sarebbe successo”.

“ Con un aumento così imponente – sottolinea Giorgio Riva Amministratore Delegato del Gruppo Editoriale La Scuola SEI- è stato difficile anche trovare o anticipare delle contro misure. Abbiamo dovuto stringere la cinghia lavorando su tutti i tipi di prezzo, perché dobbiamo garantire la qualità dei libri; quindi, con grandi sacrifici, per avere la carta che l’Italia importa in tempi utili, abbiamo anticipato gli ordini e i pagamenti alle cartiere”.

L’aumento è legato all’impennata dei prezzi dell’energia. “Per le imprese della carta- spiega Massimo Medugno DG Assocarta e Federazione Carta Grafica- quei costi rappresentano già il 25-30%, ma a questi ritmi ci stiamo avvicinando al 50%. Tirando le somme l’energia costa più delle materie prime”.

Nonostante l’aumento della carta il prezzo dei libri scolastici è salito dell’1,5%, rispetto all’1% del 2021. “Aumenti contenuti – dice Paolo Tartaglino presidente del Gruppo Educativo dell’Associazione Italiana Editori- anche perché i prezzi sono fissati a gennaio e non si possono modificare”. Poi c’è stata la corsa per stampare i testi. “L’adozione di un libro- spiega Giorgio Riva Amministratore Delegato della quarta casa editrice di libri di testo italiana- si fa a fine giugno inizio luglio, a quel punto abbiamo un paio di mesi per stampare, rilegare e consegnare nei punti vendita. Una situazione che si è rivelata complessa poiché anche chi stampa, per effetto della pandemia, si è ritrovato senza personale. Abbiamo lavorato tutto agosto- prosegue Riva- il 50% dei testi è nei punti vendita e ora abbiamo evaso tutti gli ordini che arrivano dai canali di vendita”.

La preoccupazione guarda al domani, che è già oggi, ovvero al 2023. Editori e associazione degli editori sanno già che il quadro economico energetico avrà un segno più “costante” e chiedono un credito di imposta da parte del governo per l’acquisto della carta ed evitare l’aumento dei libri. “E’ stato fatto per altri settori – sottolinea Giorgio Riva – noi facciamo un servizio sociale. Su questo punto non abbiamo trovato riscontro sui mezzi di informazione e sulla stampa. I prezzi sono aumentati dell’1,5% con un’inflazione dell’8,5 che però non tiene conto dell’aumento del prezzo della carta”.
Ci sono altri due punti sui quali gli editori vogliono fare chiarezza. “Nel corredo scolastico – dice Paolo Tartaglino presidente AIE- non ci sono i libri di testo, c’è lo zaino magari griffato, i quaderni, i diari, oggetti dove i prezzi possono cambiare tutti i giorni. I libri delle scuole sono legati ai tetti di spesa stabiliti dal Ministero dell’Istruzione, che i consigli di istituto devono rispettare per ratificare le adozioni dei testi per ogni classe, tetti fermi al 2012”.
Secondo punto. Fondo per le famiglie in difficoltà. ”Non c’è abbastanza informazione su questo tema che non è uno scherzo perché parliamo di una somma passata da 103 a 133 milioni. Spesso – ribadisce Giorgio Riva - non si è a conoscenza della sua esistenza, poi ci sono le difficoltà di avere un pc per fare la domanda on line. Sono fondi a disposizione delle regioni ma che a volte arrivano l’anno dopo. Nelle scuole ci sono dei foglietti nelle bacheche e meno male che ci sono, ma non c’è una vera campagna di informazione. I fondi arrivano in ritardo, intanto, però, le famiglie anticipano. Una misura di questo genere dovrebbe andare di pari passo con la detrazione fiscale per i libri di testo”.


Un mondo…di carta
Se ci guardiamo intorno vediamo i post it, il tovagliolo, il fazzoletto per il raffreddore, il giornale, un blocco, la scatola dell’aspirina. Cosa hanno in comune? Sono di carta. Per farla ci vuole energia. “Dobbiamo prendere – spiega Massimo Medugno DG Assocarta e Federazione Carta Grafica- una fibra vergine, cioè che deriva dagli alberi oppure una massa riciclata che è la maggioranza dei casi. Si mette in un grande frullatore riscaldato che produce la pasta, che viene stesa in macchina per fare il foglio. Il foglio deve essere asciugato, questo significa avere ancora energia perché il foglio viene messo su delle macchine continue. Quando esce sono dei rotoloni grossi pesanti che vengono portati in dei trasformatori per diventare fogli per libri, per uso sanitario, fino alla carta igienica”.


Nel corso degli anni ma soprattutto lo scorso anno il settore della “carta grafica” ha subito una contrazione e il consumo è diminuito. Un calo iniziato tre, quattro anni fa che ha spostato la produzione verso la carta per imballaggio. “In Italia – aggiunge Medugno- tre macchine sono state riconvertite a Verzuolo, a Mantova e Avezzano. Se hai meno offerta come sta accadendo oggi hai più difficoltà a trovare scorte. Questo non accade solo in Italia ma in tutta Europa. La carta da imballaggio ha un suo mercato anche perché si usa il riciclo, oggi le raccolte dei cartoni aumentano e quindi hai molta materia prima. La produzione di carte grafiche si è spostata in modo imponente: fino a 10 anni fa comandava il settore con il 50% della produzione. Oggi dopo 10 anni è l’imballaggio a comandare con il 55-60%”.

“L’ aumento dell’energia -prosegue il DG Assocarta- peserà perché nel nostro paese come in Europa è stata spesso accompagnata dal segno più perché l’importiamo. Sarà difficile tornare dai 300 euro attuali ai 20 euro megawattora di gas, forse non saranno così alti ma ci vorrà tempo. Tempo per far partire le energie alternative, per lavorare a nuove nostre fonti di estrazioni di gas e per riaprire fonti fossili”.

L’industria della carta
“I dati di aprile di quest’anno dicono che l’Italia è il secondo produttore e di riciclo di carta in Europa dopo la Germania. La nostra non è un’industria piccola. La filiera della carta – conclude Massimo Medugno DG Assocarta - scorre da nord a sud. Ci sono 154 stabilimenti, 119 imprese che danno lavoro in tutta la filiera a circa 165mila persone. Si producono 9,6 milioni di tonnellate di carta. Il fatturato è di oltre 25 miliardi di euro pari all'1,4% del Pil. È un settore che va tutelato”.
