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Draghi: "L'Italia ce la farà, anche questa volta". Il discorso del premier al Meeting di Rimini

I principali passaggi delle considerazioni del presidente del Consiglio, accolto da lunghi e calorosi applausi. "Invito tutti ad andare a votare"

Draghi: "L'Italia ce la farà, anche questa volta". Il discorso del premier al Meeting di Rimini
LaPresse

Ha quasi il sapore di un congedo, di un addio, il discorso pronunciato questa mattina dal presidente del Consiglio Mario Draghi al Meeting dell’Amicizia e dei Popoli di Rimini. Un’occasione per fare un bilancio dei diciotto mesi in cui ha governato l’Italia, affrontando le sfide della pandemia, con la gestione della campagna vaccinale; della guerra in Ucraina, con l’impegno degli aiuti militari a Kiev; della crisi energetica e climatica, che ha imposto di ripensare le fonti di approvvigionamento e di concentrare ogni sforzo finanziario al sostegno delle famiglie e delle imprese.

 

Un discorso rivolto ai giovani

Ringrazia, il premier banchiere, rivolgendosi ad una platea calorosa, che gli riserva un lungo e affettuoso applauso: “Grazie per la vostra accoglienza. Questo vostro entusiasmo mi colpisce molto in profondo”. Poi promette: “Parlerò soprattutto ai giovani in questo momento. Voi vivete la politica come ideali da condividere, impegno sociale per la loro affermazione e, soprattutto, la testimonianza di una vita coerente con questi ideali. Voi insieme riflettete, combattete, sperate, costruite. Ecco perchè questo vostro entusiasmo oggi e questa accoglienza mi colpiscono molto: voi siete la speranza della politica”.

Ricordando il suo intervento di due anni fa, quando non era ancora presidente del Consiglio, Draghi torna sulla distinzione tra “debito buono” e “debito cattivo”, “parlai dell'importanza di sostenere i più deboli e i più giovani. Queste idee hanno ispirato l'azione del governo di unità nazionale che il presidente della Repubblica mi ha poi chiesto di guidare, qualche mese dopo, per rispondere alle crisi che stavamo attraversando”.

 

Dalle sfide economiche ai problemi climatici

Poi il premier sostiene che “anche oggi ci troviamo in un momento estremamente complesso, per l'Italia e per l'Europa. Il quadro geopolitico è in rapida trasformazione, con il ritorno della guerra sul nostro continente, le tensioni nello stretto di Taiwan. La congiuntura economica è segnata da profonda incertezza: il notevole aumento del tasso d'inflazione è partito dal costo dell'energia, si è trasmesso ai beni alimentari, e oggi pesa in modo molto gravoso sui bilanci delle famiglie e delle imprese; il rallentamento della crescita globale si ripercuote negativamente sulle esportazioni; le condizioni di accesso al credito cominciano a peggiorare, questo avrà sicuramente effetti sugli investimenti”. 

Ma anche sul versante del clima e dell’ambiente la situazione non è rosea: “I cambiamenti climatici si manifestano in modo minaccioso e richiedono una risposta decisa e urgente. Fenomeni meteorologici estremi sono sempre più comuni, con conseguenze spesso tragiche. Penso al dramma della siccità, che ha colpito in particolare il bacino del Po; allo scioglimento dei ghiacciai come quello della Marmolada; ai violenti nubifragi”. Eppure, spiega Draghi, “spetta a chi ha responsabilità di governo dire la verità” su queste crisi. “Le sfide sono molte, e di non facile soluzione: come continuare a diversificare gli approvvigionamenti energetici e calmierare le bollette per famiglie e imprese; come accelerare sulla strada delle energie rinnovabili per combattere il cambiamento climatico; come mantenere il giusto impulso nelle riforme e negli investimenti, per preservare la crescita, la stabilità dei conti pubblici, l'equità; come continuare ad assicurare all'Italia un ruolo da protagonista nel mondo, all'interno dell'Unione Europea e del legame transatlantico”.

“L’Italia, un grande Paese”

Rievocando ancora l’inizio della sua esperienza di governo, in uno dei passaggi più applauditi del suo discorso, Mario Draghi ricorda: “Sembravamo avviati verso una ripresa lenta e incerta. A diciotto mesi di distanza, possiamo dire che non è andata così. Gli italiani hanno reagito con coraggio e concretezza, come spesso hanno fatto nei momenti più difficili, e hanno riscritto una storia che sembrava già decisa. Insieme, abbiamo dimostrato ancora una volta che l'Italia è un grande Paese, che ha tutto quello che serve per superare le difficoltà che la storia ci mette di nuovo davanti”.

Per il premier “il governo ha fatto del proprio meglio: per rispondere con prontezza alle esigenze degli italiani; per compiere tutte le scelte necessarie con indipendenza di giudizio; per mantenere alta la credibilità di fronte ai cittadini e ai partner internazionali; e per cercare sempre l'unità di intenti, il dialogo, la coesione sociale. Questo è stato il nostro metodo di lavoro. Tra poche settimane gli italiani sceglieranno la composizione del nuovo Parlamento, che darà la fiducia a un nuovo governo, sulla base di un nuovo programma. A questo proposito: invito tutti ad andare a votare”.

 

“Grato al presidente Mattarella, un onore guidare l’esecutivo”

In un altro passaggio molto sentito, sottolineato da forti applausi, il presidente del Consiglio sostiene che “nei mesi che abbiamo avuto a disposizione, abbiamo gestito le emergenze che si sono presentate e cominciato a disegnare un Paese più forte, equo, moderno. Molto però resta da fare, in un contesto che, come ho accennato, è ostico e non consente soste. Guidare l'Italia è un onore per cui sono grato al presidente Mattarella, al Parlamento, alle forze politiche che ci hanno sostenuto, a tutti gli italiani che come voi mi hanno accompagnato con il loro affetto. Mi auguro che chiunque avrà il privilegio di farlo, di guidare il Paese, saprà preservare lo spirito repubblicano che ha animato dall'inizio il nostro esecutivo”.

 

“L’Italia ce la farà, anche questa volta”

Le parole di Draghi infondono speranza: “Sono convinto che il prossimo governo, qualunque sia il suo colore politico, riuscirà a superare quelle difficoltà che oggi appaiono insormontabili - come le abbiamo superate noi l'anno scorso. L'Italia ce la farà, anche questa volta”. Poi difende la scelta di aver riaperto le scuole con le mille incertezze che quella scelta portava con sé: “Il risultato ci ha premiati: gli studenti sono tornati tra i banchi, le scuole sono restate aperte, la pandemia e la pressione sugli ospedali sono rimaste sotto controllo. Il governo aveva semplicemente valutato correttamente l'impatto delle vaccinazioni. Ma ha poi scelto nel suo insieme con coraggio e senso di responsabilità”.

Verso l’indipendenza dalle forniture di gas dalla Russia, questa la vera sovranità

Per il Presidente del Consiglio “In pochi mesi, abbiamo ridotto in modo significativo le importazioni di gas dalla Russia. Abbiamo stretto nuovi accordi per aumentare le forniture - dall'Algeria all'Azerbaigian. Abbiamo accelerato lo sviluppo delle rinnovabili - essenziali per ridurre la nostra vulnerabilità energetica, per abbattere le emissioni. Se sarà realizzata nei tempi previsti l'istallazione di due nuovi rigassificatori, l'Italia sarà in grado di diventare completamente indipendente dal gas russo a partire dall'autunno del 2024. Si parla molto di sovranità ma dipendere, come è accaduto in passato, per quasi metà delle proprie forniture di gas da un Paese che non ha mai smesso di inseguire il suo passato imperiale è l'esatto contrario della sovranità. Non deve accadere mai più”.

 

La politica fiscale: “Non abbiamo aumentato le tasse, la riforma del catasto per eliminare ingiustizie”

Rivendicando il fatto che “il governo non ha mai aumentato le tasse - con la sola eccezione delle tasse sugli extraprofitti delle imprese del settore energetico”, il premier ricorda “l’abbattimento dell'IVA sulle bollette, alla revisione dell'IRPEF, alla riduzione del cuneo fiscale. Eliminare ingiustizie e opacità non vuol dire aumentare le tasse. Questo è lo scopo della riforma del catasto: aumentare la trasparenza sui valori delle abitazioni, far emergere le cosiddette ‘case fantasma’, su cui i proprietari non pagano nulla o meno di quanto dovuto. L'evasione fiscale non deve essere né tollerata né incoraggiata”.

Il ruolo dell’Italia nel mondo: “Protezionismo e isolazionismo non sono nel nostro interesse”

Per il premier “la credibilità interna deve andare di pari passo con la credibilità internazionale. Questa è fondamentale perchè l'Italia abbia un peso in Europa e nel mondo coerente con la sua storia, con le aspettative dei suoi cittadini. L'Italia è un Paese fondatore dell'Unione Europea, protagonista del G7 e della NATO. Migliaia di aziende straniere si riforniscono dalle nostre imprese, fanno i loro ordini o impiegano i loro capitali in Italia e contribuiscono alla crescita, all'occupazione, al bilancio pubblico. È per questi motivi che protezionismo e isolazionismo non coincidono con il nostro interesse nazionale. Dalle illusioni autarchiche del secolo scorso alle pulsioni sovraniste che recentemente spingevano a lasciare l'euro, l'Italia non è mai stata forte quando ha deciso di fare da sola”.

 

IL PNRR, “Conseguiti tutti gli obiettivi previsti”

“L'Italia sa essere un Paese autorevole - continua Draghi - ed è con l'autorevolezza che viene il rispetto degli altri. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è una prova essenziale della nostra credibilità. I nostri partner europei si sono impegnati a tassare in futuro i propri cittadini per permettere oggi all'Italia di riprendersi più velocemente dalla crisi pandemica, di modernizzare la sua struttura produttiva”. Il presidente del Consiglio uscente ricorda poi che “l'erogazione dei finanziamenti del PNRR - pari a 191,5 miliardi di euro - dipende dalla valutazione che la Commissione Europea fa del Piano e della sua attuazione. Dipende, quindi, dalla nostra capacità di realizzare le politiche innovative che abbiamo ideato nei tempi stabiliti - come abbiamo fatto sinora. Abbiamo conseguito tutti gli obiettivi previsti dalle prime due scadenze del piano, e siamo al lavoro per raggiungerne il più alto numero possibile prima del cambio di governo”.

“Non possiamo dirci europei se non difendiamo la dignità dell’Ucraina”

Nel capitolo dedicato alla guerra in Ucraina, e a come ha reagito l’Italia di fronte all’invasione russa, il premier chiarisce che “l'invasione russa dell'Ucraina ha trovato un'Italia che ha definito con chiarezza la propria posizione: al fianco del popolo ucraino, del suo diritto a difendersi e decidere del proprio destino. È una posizione che abbiamo concordato con gli altri membri dell'Unione Europea e i nostri alleati. È una posizione che è stata sostenuta con convinzione dal Parlamento - sia dalla maggioranza sia dal principale partito di opposizione. Ed è una posizione che ha incrociato il grande senso di solidarietà degli italiani, con la loro commovente accoglienza dei profughi nelle case, nelle scuole, nelle parrocchie. L'Ucraina è un Paese libero, sovrano, democratico, che è stato brutalmente attaccato dalla Russia. Non possiamo dirci europei se non siamo pronti a difendere la dignità dell'Ucraina e dell'Europa. Allo stesso tempo, dobbiamo essere pronti a cogliere le opportunità per raggiungere una pace che sia duratura e sostenibile. Non c'è alcuna contraddizione tra la ricerca della pace, il sostegno all'Ucraina, l'attuazione di sanzioni efficaci contro la Russia”.

Coesione e senso di responsabilità

Sulle imminenti elezioni, Draghi aggiunge: “La nostra credibilità - interna ed esterna - ha molto beneficiato della coesione che tutti abbiamo saputo mostrare di fronte alle avversità. Questa coesione è stata in parte il prodotto dell'unità nazionale, che ha visto - almeno per un po' - i partiti mettere da parte le proprie differenze per trovare punti d'incontro nell'interesse degli italiani. Terminata l'esperienza dell'unità nazionale, questa coesione avrà naturalmente una declinazione diversa. Il dialogo fra le forze politiche è necessario anche nel confronto e nello scontro tra posizioni diverse: la coesione si dovrà ritrovare nel sentire comune di tutti i protagonisti, nel loro senso di appartenenza agli stessi ideali propri della nostra Repubblica e della nostra Unione Europea. Ma questa coesione è stata anche il prodotto di un'interazione costante con tutte le forze sociali e le istituzioni impegnate nella vita del Paese. Nelle parole di Vaclav Havel, ‘libertà e democrazia richiedono partecipazione e pertanto responsabilità da tutti noi”.