"Oro nero"

Gazprom chiude i rubinetti per tre giorni e il prezzo del gas oscilla in borsa, resta l'emergenza

L'azienda russa mantiene la parola e ferma il gasdotto Nord Stream verso l'Europa per "manutenzione". Ieri il Cremlino aveva assicurato: "I contratti saranno rispettati"

Gazprom chiude i rubinetti per tre giorni e il prezzo del gas oscilla in borsa, resta l'emergenza
Krisztian Bocsi/Bloomberg via Getty Images
L'impianto di stoccaggio del gas naturale gestito da Gazprom

Dopo un primo rialzo di inizio giornata il prezzo del gas inverte la rotta. Ad Amsterdam il prezzo è sceso a 241 euro al megawattora, con una flessione del 9%. L'attesa sulle decisioni sul decoupling e sul tetto al prezzo influenzano il mercato evidentemente ottimista su un accordo in Europa mentre restano le preoccupazioni per la chiusura per manutenzione del gasdotto Nord Stream. Il vertice del 9 settembre sarà la prova del nove.

Secondo Bloomberg i prezzi del gas potrebbero superare i "4.000 dollari per 1.000 metri cubi nei periodi di picco invernale", mentre secondo l'ad di Gazprom l'attuale crisi del gas è il "risultato delle decisioni normative europee e della politica delle sanzioni. E fornisce qualche dato: le esportazioni di Gazprom per gli 8 mesi verso i mercati chiave al di fuori della Russia hanno raggiunto 82,2 miliardi di metri cubi. La produzione di gas da gennaio ad agosto ha raggiunto i 288,1 miliardi di metri cubi".

Intanto alle 5 di stamane, il monopolista del gas, chiude i rubinetti del Nord Stream verso la Germania, per 72 ore, fino a sabato. Confermano lo stop gli operatori di gasdotti tedeschi Opel e Nel. Tre giorni di “manutenzione” sono necessari per consentire le riparazioni dell'unica unità di compressione del gas rimasta in funzione presso la stazione di Portovaya, scrive l'azienda, mentre il metano sale del 4,1% a 276 euro al megawattora confermando la tendenza, degli ultimi giorni, caratterizzata da una forte ”volatilità" del prodotto sui mercati.

Ieri il prezzo era sceso fino a 254 euro tra le speranze che l'Europa riesca a mettere un tetto (price cap) e a sganciare il prezzo dell'elettricità da quello del metano ora che la pazienza nei confronti della gestione russa dell'"oro nero" da parte del Cancelliere Scholz sarebbe ai minimi termini. L'Italia di Mario Draghi, era stata la prima a proporre la misura del price cap a livello europeo. L'attesa per il vertice del 9 settembre a Bruxelles, a questo punto è febbrile. 

Il contratto Ttf, il riferimento per il gas europeo trattato ad Amsterdam, concludeva la giornata in calo del 6,8% (a 254 euro al megawattora), lontanissimo dai 340 euro di una settimana fa. Sempre ieri il Cremlino aveva ribadito che da parte loro c'è la volontà di rispettare gli accordi presi ma sono le sanzioni occidentali a causare problemi.  Ne sa qualcosa la francese Engie che si è vista interrompere le forniture per mancanza di accordi sul contratto. Ora dopo i dieci giorni di interruzione di Luglio, riparte "il valzer" dei rubinetti.

La stazione di ricezione del gas del Nord Stream 1 Stefan Sauer/picture alliance via Getty Images
La stazione di ricezione del gas del Nord Stream 1

I rischi e l'altalena sui mercati dovrebbero allentarsi con l'inizio dell'autunno: i paesi hanno fatto magazzino a suon di miliardi sostenendo gli addetti ai lavori e le imprese. Si parla di rifornimenti fino all'80% in vista del 1 novembre. L'Italia è all'81,7%, la Germania all'83,3%, Francia e Belgio al 90%, Polonia e Portogallo addirittura al 100%.

Tutto questo mentre oggi l'Ungheria firma un contratto con Gazprom per la "fornitura di circa 5,8 milioni di metri cubi di gas naturale in più su base giornaliera, in aggiunta alla quantità contrattuale già in essere. L'approvvigionamento energetico dell'Ungheria è sicuro", scrive in un tweet il portavoce del governo ungherese.

Nonostante le soluzioni possibili,  il gas resta, tuttavia, una vera e propria arma di guerra usata da Mosca da quando è cominciato il conflitto in Ucraina. Lo sanno bene alla Commissione europea: per questo “Dobbiamo prepararci a una completa interruzione delle forniture da parte russa” ha detto Ursula Von der Leyen.