L'ombra della Russia sulla crisi energetica

I "caldi saluti" di Medvedev all'Europa: "Entro la fine dell'anno il gas toccherà i 5mila euro"

Le parole su Telegram dell’ex presidente russo sono altra benzina sulle paure che, grazie al continuo rialzo del prezzo del gas, stanno attanagliando l’Europa intera. Un problema centrale anche nella campagna elettorale italiana

I "caldi saluti" di Medvedev all'Europa: "Entro la fine dell'anno il gas toccherà i 5mila euro"
(Yekaterina Shtukina, Sputnik, Pool Photo via AP)
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo e leader di Russia Unita Dmitry Medvedev, 13 maggio 2022

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente del Paese, Dmitry Medvedev, ha previsto un prezzo di 5.000 euro per mille metri cubi di gas entro la fine di quest'anno con un aumento che i paesi occidentali collegano alla campagna militare russa in Ucraina. "A causa dell'aumento dei prezzi del gas a 3.500 euro per mille metri cubi, sono costretto a rivedere il costo previsto al rialzo a 5.000 euro entro la fine del 2022", ha scritto sul suo canale Telegram e rivolgendosi ai Capi di Stato europei ha chiuso il post con un “Caldi saluti”.

Le parole dell’ex presidente russo sono altra benzina sulle paure che,  grazie al continuo rialzo del prezzo del gas, stanno attanagliando l’Europa intera. Un problema centrale anche nella campagna elettorale  per le elezioni del 25 settembre. Tutti i leader di partito chiedono al governo di prendere provvedimenti per evitare ulteriori carichi per famiglie e imprese. Il Governo per ora fa sapere che non sono in vista provvedimenti imminenti, bisogna aspettare il gettito fiscale di agosto e soprattutto si ricorda che il governo è in carica per gli affari correnti.

A Bruxelles, intanto,  si lavora sull'ipotesi price-cap sul gas, e si va  verso una riunione straordinaria dei ministri dell'Energia a cui parteciperà il ministro Cingolani.

Il ministro dell'Energia tedesco, Robert Habeck, ha dichiarato a Der Spiegel che gli impianti di stoccaggio del gas della Germania si stanno riempiendo più velocemente del previsto nonostante l'incertezza sulle forniture attraverso un gasdotto-chiave dalla Russia. "Le aziende potranno quindi ritirare il gas negli impianti di stoccaggio come pianificato durante l'inverno per rifornire anche l'industria e le famiglie". La Germania sta stringendo i tempi per saturare lo stoccaggio di gas in tempo per l'inverno. La coalizione di governo a Berlino ha imposto che le strutture siano piene all'85% entro ottobre e al 95% entro novembre. Secondo l'ultimo rapporto della Federal Network Agency, i depositi strategici di gas erano riempiti all' 81,3% venerdì, con flussi attraverso Nord Stream a circa il 20% della capacità. 

A fronte di questo la Russia brucia grandi quantità di metano nel suo impianto di Portovaya, vicino al confine con la Finlandia. Lo rivela un’analisi della società norvegese Rystad Energy pubblicata dalla Bbc che  ha diffuso alcune immagini delle grandi fiamme che si levano dall’impianto gestito da Gazprom con una ripresa da un satellite che mostra la radiazione infrarossa provocata dalla combustione del gas. Secondo alcuni esperti, si tratterebbe del gas destinato a essere esportato in Germania. Portovaya si trova vicino a una stazione di compressione all’inizio del gasdotto Nordstream 1, che trasporta il gas verso Berlino. Ogni giorno, secondo le stime riportate, va in fumo gas per un valore di 10 milioni di dollari (circa 10 milioni di euro).

Secondo due esperti americani del settore energetico, Paul Roderick Gregory della Hoover Institution (Stanford) e Ramanan Krishnamoorti dell’università di Houston, Texas, in un articolo sul Wall Street Journal, il gas invenduto va distrutto, con grave danno per l’economia russa ma per evitare danni superiori: ai giacimenti, agli impianti, alla rete distributiva.  La Russia a fine 2022 avrà trasportato, verso l’Europa, solo solo 19 miliardi di metri cubi invece dei 55 miliardi abituali. Le conseguenze sull’Europa si conoscono e rischiano di aggravarsi ed infatti inziano a prendere corpo le voci, alimentate in alcuni casi dalla stessa politica russa, le conosciamo bene, e rischiano di aggravarsi in autunno. La capacità di ricatto di Putin che le sanzioni fanno male solo all’Europa. Ma d’altra parte se la Russia non vende all’Europa cosa può fare? Poco con il gas (per il petrolio è più semplice viene trasportato su navi). Immagazzinarlo? Le capacità di stoccaggio di gas russe sono alla soglia dell'esaurimento. Chiudere i pozzi e interrompere l’estrazione? Ci sono rischi tecnici. Quindi si brucia e a parte il danno ambientale, significa distruggere una risorsa primaria per l’economia russa. In un momento cruciale per Putin che ha bisogno di risorse finanziare per le spese militari. Ma forse non ha avuto altra scelta. 

 

Mosca brucia enormi quantità di gas al confine con la Finlandia, l'immagine del satellite Copernicus Nasa
Mosca brucia enormi quantità di gas al confine con la Finlandia, l'immagine del satellite Copernicus

Il mercato di Amsterdam ed una bolla finanziaria come Lehman Brothers?

Le aziende energetiche firmano tra loro contratti di fornitura del metano, in cui vengono concordati i prezzi di vendita. Per i trader che però volessero acquistare il gas al di fuori di questi contratti esiste un mercato cosiddetto "spot", il cui più importante esempio è la borsa di Amsterdam dove si forma il  Title Transfer Facility  l'indice di riferimento del gas europeo. Un mercato che è da molti definito "speculativo", ma che incide anche sulle nostre bollette.

Ma perché il price cap al gas è stato tanto osteggiato in Europa soprattutto dall’Olanda? Per la sua bilancia con l’estero. L’esplosione della bolletta energetica ha drasticamente peggiorato le ragioni di scambio con il resto del mondo di grandi esportatori netti come Germania, Italia o Spagna. Fino al 2021 questi grandi Paesi europei esportavano, in valore, molto più di quanto importassero; il loro surplus commerciale era così robusto da mantenere nettamente in attivo la bilancia delle partite correnti dell’intera zona euro. In tempi normali l’area aveva un surplus con il resto del mondo per oltre 40 miliardi di euro al mese. Bruciato tutto in questi mesi di guerra.

L' Olanda tra il primo e il secondo trimestre del 2022  ha raddoppiato il suo surplus, oltre ogni previsione. Perché? Probabilmente proprio grazie all’impatto positivo del mercato di riferimento europeo sul prezzo del gas, il Ttf di Amsterdam. Si tratta in realtà di un mercato piccolo, da uno o due miliardi al giorno per valore dei contratti scambiati (contro i duemila miliardi  della borsa del Brent di Londra). Ma il boom dei prezzi sul Ttf permette all’Olanda di registrare crescenti surplus a spese della drammatica emergenza del resto d’Europa, e infatti il governo dell’Aia si oppone fieramente a ogni forma di calmiere sul gas. 

Ma gli scambi del Ttf riflettono la drammatica situazione che si vive in Europa. E sul gas aleggia lo spettro del crack Lehman Brothers: i prezzi si avvitano come in una spirale che ha già messo fuori gioco  interdetto gli operatori minori e speculativi e ha interrotto la fiducia tra le controparti: Le prime vittime sono piccoli rivenditori incapaci di pagare le partite. I prezzi di consegna giornaliera sono oramai da settimane, e fino a tutte le scadenze fino a primavera 2024, tra i 265 e 340 euro a MWh.

E, al contrario del crack Lehman, nel caso del gas non ci sono banche centrali che possono intervenire per salvare il salvabile!

Altro grosso problema sono le garanzie finanziarie tra le parti. Le partite scambiate al Ttf richiedono il versamento di un "margine" (circa l'80% del lucro giornaliero in contanti). Un meccanismo mutuato dalle grandi Borse e che  per i grandi operatori tipo Eni ed Enel significano centinaia di milioni di euro. I più piccoli non ce la fanno. 

La via d’uscita: Razionamenti e distruzione della domanda fino al 2024

Per uscire dal guado una soluzione è affidarsi alla distruzione della domanda cioè  razionamenti delle forniture. Alcuni trader, come riporta Il Corriere della Sera, affermano che: “Il decollo dei prezzi al Ttf, per quanto brutale, segnala che il mercato funziona a dovere . E ci dice che gli stoccaggi europei, benché pieni, potrebbero non bastare, che il razionamento e la successiva recessione sono possibilità reali, e che fino al 2024 le cose non migliorano". 

 

Impianti della stazione di compressione gas a Mallnow, Germania Ansa
Impianti della stazione di compressione gas a Mallnow, Germania