Il rapporto-choc

Libano, Unicef: "Bambini in povertà assoluta, il 70% delle famiglie chiede prestiti per il cibo"

Prezzi alle stelle e disoccupazione hanno fatto sprofondare migliaia di nuclei famigliari nella povertà "multidimensionale": senza denaro per coprire le necessità e le cure sanitarie. Allarme anche per la sicurezza dei più piccoli, esposti a violenze

Libano, Unicef: "Bambini in povertà assoluta, il 70% delle famiglie chiede prestiti per il cibo"
Getty
Beirut

Tre anni di crisi devastante in Libano hanno fatto sprofondare i bambini nella povertà, colpendo la loro salute, il loro benessere e la loro istruzione, infrangendo le loro speranze e distruggendo le relazioni familiari: è la drammatica fotografia della società libanese mostrata da un rapporto dell'Unicef presentato oggi. La crisi economica e finanziaria in atto nel Paese dei Cedri, che il Covid ha acuito e che la classe politica non riesce ad affrontare, ha ormai provocato uno scontento intollerabile, che sfocia spesso in forme di protesta e insofferenza sempre più tragiche. L'impennata dei prezzi e la disoccupazione diffusa hanno fatto cadere migliaia di famiglie in un povertà definita “multidimensionale” - un concetto che considera un'ampia gamma di privazioni - compromettendo gravemente la capacità di provvedere ai bisogni primari dei figli.

Gran parte dei progressi compiuti per il raggiungimento dei diritti fondamentali dei bambini - tra cui il diritto alla salute, all'istruzione, alla protezione, al gioco e allo svago - sono stati erosi dalla crisi economica e dall'impatto della pandemia. Alcuni dati emersi: l'84% delle famiglie non aveva abbastanza denaro per coprire le necessità; il 38% delle famiglie ha ridotto le spese per l'istruzione, rispetto al 26% dell'aprile 2021; il 60% ha ridotto le spese per le cure sanitarie, rispetto al 42% dell'aprile 2021; il 70% delle famiglie è costretto a chiedere un prestito per il cibo o ad acquistare alimenti a credito; il 36% delle persone che si occupano dei bambini si sente meno tollerante nei loro confronti e li tratta con maggiore severità.

Beirut Getty
Beirut

Il rapporto mostra che i bambini sono consapevoli dell'effetto che la crisi sta avendo sulle loro vite e sul Paese. Molti non sognano più un futuro migliore in Libano e credono che l'emigrazione sia la loro unica speranza. La combinazione di molteplici privazioni, l'esposizione prolungata al duro impatto della crisi economica e la perdita di speranza sta incidendo pesantemente sulla loro salute mentale. Allo stesso tempo, i più piccoli si sentono “delusi” e “perdono fiducia nei loro genitori” perché non riescono a soddisfare i loro bisogni primari, il che aumenta le tensioni all'interno del nucleo familiare. Poiché i bambini sono sempre più spesso mandati a lavorare e gli adulti diventano disoccupati, il tradizionale rapporto genitori-figli si sta letteralmente distruggendo.

Le crescenti tensioni - ulteriormente alimentate dalla polarizzazione tra le comunità e al loro interno - hanno portato a un aumento della violenza, anche nelle case e nelle scuole. Ciò significa che molte strade e quartieri non sono più sicuri, limitando ancora di più il diritto dei bambini a giocare. Le bambine sono le più colpite e sempre più spesso non escono di casa per paura di subire molestie. “La crisi sta colpendo ogni aspetto della vita dei più piccoli. Crescono senza cibo a sufficienza, senza un adeguato accesso all'assistenza sanitaria e, in alcuni casi, lavorando per sostenere le loro famiglie” ha dichiarato Edouard Beigbeder, rappresentante dell'Unicef in Libano. “Sono necessarie riforme cruciali per salvaguardare il futuro dei bambini. Il governo dovrebbe attuare misure urgenti di protezione sociale, garantire l'accesso a un'istruzione di qualità per ogni bambino e rafforzare l'assistenza sanitaria di base e i servizi di protezione”.