Lo studio degli economisti

Mes: "Lo stop di gas dalla Russia pesa fino al 2,5% sul Pil italiano"

Italia e Germania sono i paesi dell'Eurozona che subirebbero i danni maggiori da un'eventuale blocco delle forniture di gas russo, con un forte impatto negativo sulla produzione industriale e i livelli occupazionali

Mes: "Lo stop di gas dalla Russia pesa fino al 2,5% sul Pil italiano"
Ansa
Gasdotto

Uno stop delle forniture di gas russo ad agosto porterebbe ad esaurire le riserve nei Paesi dell'euro già a fine anno innescando razionamenti e recessione.

Senza interventi sui consumi il pil dell'eurozona perderebbel'1,7%, con un impatto del 2,5% per i due Paesi più esposti, Italia e Germania. Riducendo i consumi del 15%, come da piani Ue, l'impatto nei Paesi euro sarebbe invece dell'1,1%. Lo stima un'analisi di tre economisti del Meccanismo europeo di stabilità (Mes): Angela Capolongo, Michael Kühl e Vlad Skovorodov.

L'analisi mette chiaramente inevidenza come due delle maggiori economie dell'area dell'euro, Germania e Italia, siano le più vulnerabili rispetto a possibili interruzioni delle forniture di gas dalla Russia. E sottolinea come sono già oggi importanti gli effetti della diversificazione avviata in tutta l'area: senza tale lavoro il contraccolpo di uno stop delle forniture da Mosca sarebbe infatti del 2,6% sul pil dell'area euro e non dell'1,7%.

L'attesa è che se la domanda di gas superi gli afflussi e la produzione interna sarebbero inevitabili dei razionamenti. I piani Ue prevedono di dare priorità al consumo domestico (per la produzione di elettricità, riscaldamento o altri scopi necessari), comportando un arresto parziale o totale della produzione nei settori ad alta intensità energetica, con conseguenti effetti su sull'occupazione.

Nello scenario ipotetico di uno stop totale delle forniture russe il razionamento di gas per le imprese vedrebbe ad esempio in Germania un impatto del 40% sui consumi di gas, senza razionamento. In alcuni paesi non ci sarebbero razionamenti probabilmente, ma ci sarebbe comunque un impatto legato alle relazioni commerciali o alle catene di approvvigionamento. Francia e Spagna, ad esempio, hanno un mix energetico diverso e minor dipendenza dalle importazioni russe, ma sarebbero colpiti indirettamente.

L'analisi ricorda quindi come con una riduzione dei consumi del gas, come anche da invito Ue di un taglio del 15% tra il primo agosto 2022 e il 31 marzo 2023, ad esempio con la riduzione dell'impiego per il riscaldamento domestico o con una sostituzione con altre fonti di energia sarebbe possibile mantenere operativi i settori ad alta intensità energetica, con un razionamento meno severo, ridotti impatti sulla produzione industriale e di conseguenza sull'occupazione. L'uso efficace delle riserve di gas a livello europeo con solidarietà tra gli Stati membri Ue potrebbe essere un altro strumento per attutire l'effetto di una carenza di gas. Con sforzi congiunti e politiche di sostegno mirate, l'area dell'euro potrebbe evitare gravi perdite di posti di lavoro, proteggere i gruppi vulnerabili e mantenere livelli di debito pubblico gestibili.