24 agosto 2016

Terremoto in Centro Italia, sei anni dopo: ad Amatrice la messa in ricordo delle vittime

Nella notte la veglia fino al campanile di San Domenico, simbolo del paese nel Reatino raso al suolo. Stamane la funzione religiosa celebrata dal vescovo Pompili alla presenza della ministra Messa. Nel pomeriggio una cerimonia ad Accumoli

Terremoto in Centro Italia, sei anni dopo: ad Amatrice la messa in ricordo delle vittime
Ansa
La messa in ricordo delle vittime del terremoto

"Amatrice è chiamata 'città degli italiani'. E a ragione. Perché, se non fosse stato per l'istantanea solidarietà di tante donne e uomini, già all'alba tragica di sei anni fa, molti oggi non sarebbero qui”. Con queste parole il vescovo di Rieti, Domenico Pompili, ha aperto la cerimonia di commemorazione delle vittime (299) provocate dal terremoto del 24 agosto 2016 in Centro Italia. La prima di una serie di scosse sismiche che cambiarono il volto dei territori di quattro regioni (Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche), distruggendo interi borghi e provocando la morte di 239 persone nel solo comune di Amatrice, nel Reatino, diventato simbolo di quella tragedia.

“La solidarietà concreta e immediata – ha proseguito Pompili – ha contagiato bel al di là dei confini nazionali, come in Germania. Oggi siamo qui per dire grazie alle italiane e agli italiani; per dire grazie all'Italia perchè attraverso il suo Stato ha disposto generosamente risorse, perchè la vita possa rinascere. Diciamo grazie pensando a quelli che sei anni fa scomparvero in un baleno. E siamo qui dopo la veglia notturna per vivere l'Eucaristia che è il rendimento di grazie più incredibile”. Proprio da Amatrice, nella notte, era partita la cerimonia di commemorazione, con la veglia notturna cominciata alle 24 dal Campo Sportivo Tilesi e giunta fino a quel che resta del campanile della chiesa di San Domenico, alle porte della zona rossa del centro storico ancora distrutto, dove sono risuonati nel silenzio i 239 rintocchi delle campane recuperate tra le macerie, con la lettura, uno a uno, dei nomi delle vittime.

“Si tratta infatti di rendere grazie a Dio – ha dichiarato ancora Pompili – per la morte e resurrezione del suo Figlio, perchè la speranza con la ‘S’ maiuscola prenda piede nella nostra vita. È questa fede che ci spinge a ritenere che quei legami che costituiscono la terra ferma della nostra comunità non si dissolvono, ma ritrovano vita in Dio”.

La cerimonia si tiene nel campo sportivo Tilesi, dove sono presenti le massime autorità locali, regionali e, in rappresentanza del governo, la ministra della Ricerca, Maria Cristina Messa, che ha dichiarato: “In questa giornata ricordiamo prima di tutto le vittime del terremoto che sei anni fa sconvolse questi territori e, come governo, vogliamo essere ancora più vicini alle loro famiglie. Ma oggi è stato altrettanto importante, come ha ricordato Monsignor Pompili nella sua omelia, venire e vedere il percorso di ripartenza, di ricostruzione, di proiezione verso il futuro che in questi anni è stato fatto. È servito e servirà sempre di più l'impegno di tutti, cittadini, istituzioni, imprese, mondo del volontariato, per completare quanto avviato e per rendere questi splendidi luoghi attrattivi anche per i giovani, diventando anche un simbolo per una riscoperta delle aree interne del nostro Paese”.

Nel pomeriggio, alle 17, la funzione religiosa verrà officiata ad Accumoli, comune in provincia di Rieti che fu epicentro del sisma del 24 agosto 2016, dove verranno ricordate le 11 vittime del borgo. Cerimonie religiose di commemorazione verranno celebrate anche nei vicini paesi di Arquata e Pescara del Tronto, in territorio marchigiano, rasi al suolo durante gli eventi sismici.