La morte della Regina

Carlo III al Parlamento: "Elisabetta II è stata un modello per tutti i principi viventi"

Il Re ha citato nuovamente Shakespeare ricordando la madre

Carlo III al Parlamento: "Elisabetta II è stata un modello per tutti i principi viventi"
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Il re Carlo III assiste alla presentazione dei discorsi di entrambe le Camere del Parlamento nella Westminster Hall,

Prima di partire per Edimburgo dove la salma della Regina Elisabetta II sarà trasferita nella cattedrale St Giles per ricevere il primo saluto dai sudditi, Re Carlo III si è rivolto al parlamento a Londra nel palazzo di Westminster. 

Nel suo toccante discorso ha di nuovo fatto riferimento alla madre citando ancora Shakespeare come aveva fatto anche durante la cerimonia di proclamazione. Allora, dopo aver evocato l'immagine di un "lungo viaggio" verso il ricongiungimento nell'Aldilà con il "dear late Papa", aveva mormorato con un filo di voce e gi occhi lucidi "Mayflights of angels sing thee to thy rest", parafrasando l'ultimo saluto di Orazio ad Amleto morto: "Buona notte, dolce principe, voli d'angelo t'accompagnino cantando al tuo riposo". 

Davanti al Parlamento, parlando di Elisabetta II, ha affermato che è stata "un modello per tutti i principi viventi", frase tratta dal dramma Enrico VIII, e ha aggiunto di "non poter fare a meno di sentire il peso della storia che ci circonda e che ci ricorda le nostre tradizioni parlamentari". 

"Quando era molto giovane, la defunta Maestà si è impegnata a servire il suo Paese e il suo popolo e a mantenere i preziosi principi del governo costituzionale che stanno al cuore della nostra nazione. Ha mantenuto questa promessa con devozione insuperabile dando un esempio di dovere disinteressato che con l'aiuto di Dio e i vostri consigli intendo seguire fedelmente", ha detto il nuovo Re. "La sua immagine, la sua eredità si vedono ovunque intorno a noi, dalla fontana del Giubileo d'argento alla meridiana nell'Old Palace Yard che ha segnato il suo Giubileo d'oro". 

Carlo III ha concluso citando la Grande Campana del Big Ben - "uno dei simboli più potenti della nostra nazione" - il suo suono, ha detto, segnerà l'ultima entrata della Regina da Buckingham Palace al Parlamento alla fine di questa settimana.

Ad aprire la cerimonia è stato lo Speaker della Camera dei Lord, il barone McFall di Alcluith, che ha detto che la regina Elisabetta II è stata "una guida ma anche al servizio del popolo". E ha aggiunto: "La sua umiltà e integrità hanno suscitato rispetto e catturato l'immaginazione di popoli e nazioni in tutto il mondo". Per poi sottolineare che le sue qualità rimangono per ispirare re Carlo III nella guida del Regno. 

Lo Speaker dei Comuni, Sir Lindsay Hoyle, ha esordito ricordando "la nostra sovrana signora, la regina Elisabetta". Ha affermato poi che la perdita della regina si fa sentire in tutto il mondo, nel Regno Unito e nell'intero Commonwealth, "a cui lei si è dedicata così tanto". "Per quanto sia profondo il nostro dolore, sappiamo che il vostro è più profondo", ha poi aggiunto rivolgendosi al re Carlo e alla regina consorte Camilla che sedevano sui due troni all'interno della Westminster Hall, la parte più antica del Parlamento britannico, per ascoltare gli elogi funebri. 

Dopo la lettura dei discorsi, anche da parte del sovrano, tutti i presenti si sono alzati in piedi per ascoltare in una atmosfera solenne l'inno nazionale, diventato 'God Save the King' dopo la morte di Elisabetta II. 

In prima fila erano presenti la premier Liz Truss e i suoi predecessori Boris Johnson e Theresa May, oltre al leader laburista Keir Starmer e al suo predecessore Jeremy Corbyn.

 

 

Anche parlando al Parlamento Carlo III mostra un nuovo volto. Un re capace di toccare la corde del cuore e - chissà - di accorciare di qualche passo in più le distanze con i sudditi, per quanto nel rispetto del fragile equilibrio che regge al giorno d'oggi una monarchia: chiamata ad adeguarsi ai tempi senza perdere quel margine di sacralità e di ossequio alla tradizione oltre il quale rischia di smarrire la sua ragion d'essere. Piacciono nel Regno Unito, a dispetto dello scetticismo delle attese (e forse di qualche pregiudizio consolidato), le prime uscite pubbliche e le prime parole di Carlo III in veste di sovrano.  Il suo discorso d'esordio alla nazione raccoglie consensi unanimi sui media, colpiti anche dall'accoglienza affettuosa della folla al suo arrivo con la neo regina consorte Camilla a Buckingham Palace. Fatta di sorrisi, selfie, messaggi di condoglianze e scambi di battute a cui l'ex eterno erede si è concesso di buon grado, accettando persino un baciamano e l'abbraccio di un'ammiratrice in piazza. Manifestazioni di familiarità che alla sua amatissima madre Elisabetta - pur divenuta in 70 anni di regno più ben accessibile dei predecessori - sarebbe stato inimmaginabile consentire: nel nome della regola secondo cui un monarca ha da essere intoccabile.    Gesti estemporanei a parte, è stato però il King's Speech di ieri a fare breccia oltre le aspettative. Il suo tono pacato, la scelta di entrare nel personale, di non nascondere le emozioni sono apparsi genuini ai più. E sono stati promossi a pieni voti il giorno dopo un po' da tutti i giornali, di qualsiasi orientamento. A cominciare dalla citazione tratta da Shakespeare con cui Carlo - commosso fino alle lacrime - ha voluto chiudere il discorso dicendo addio alla sua "darling Mama", dopo aver evocato l'immagine di un "lungo viaggio" verso il ricongiungimento nell'Aldilà con il "dear late Papa". "May flights of angels sing thee to thy rest", ha mormorato con un filo di voce parafrasando l'ultimo saluto di Orazio ad Amleto morto: "Buona notte, dolce principe, voli d'angelo t'accompagnino cantando al tuo riposo". Parole che il Daily Express, fra i tabloid, ha deciso di fissare addirittura nel suo titolo di prima pagina, come a farle proprie a nome di un Paese in lutto per la scomparsa della sua sovrana dopo 70 anni di regno.  I progressisti Guardian e Daily Mirror, hanno preferito da parte loro sottolineare in apertura come meritevole di lode l'impegno solenne ed esplicito preso da Carlo III - in continuità con la dedizione al dovere riconosciuto a Elisabetta II - a "servire" il Paese, la gente comune e la forma costituzionale moderna dell'istituzione monarchica con "lealtà, rispetto" e persino "amore". Impegno consapevole di un re tanto maturo, a due mesi dal 74esimo compleanno, quanto "sincero e sorprendentemente intimo", secondo il Times, voce tradizionale della maggioranza silenziosa dell'isola.  Un re - fa eco il Telegraph - in grado con questi primi passi di far percepire anche la voce "del cuore".