Lettera al personale

Carlo III lascia Clarence House e licenzia i dipendenti

Posti di lavoro a rischio dopo il trasferimento del Re e della regina consorte a Buckingham Palace

Carlo III lascia Clarence House e licenzia i dipendenti
Ap
Re Carlo III va a Buckingham Palace

Un centinaio di dipendenti del Re Carlo a Clarence House rischiano di perdere il lavoro: lo hanno saputo con una lettera, ricevuta proprio mentre stavano lavorando alla cerimonia di proclamazione dell'ex principe dopo la morte della madre, regina Elisabetta II. 

Il Guardian riferisce che la notizia è stata data ai dipendenti lunedì, con la motivazione che una riduzione del personale è "inevitabile" dato il cambiamento di ruolo per Carlo e Camilla e che si stanno cercando soluzioni alternative. Secondo il quotidiano, a rischio sarebbero in particolare i segretari particolari, l'ufficio finanziario, il team responsabile per la comunicazione e il personale domestico.  

Hanno ricevuto la lettera firmata dal principale aiuto del Re, Sir Clive Alderton, durante la cerimonia di commemorazione alla cattedrale di St Giles, due giorni fa a Edimburgo. "Tutto il personale ha lavorato fino a tardi ogni notte da giovedì, per poi ricevere questa notizia. La gente era visibilmente scossa", ha dichiarato una fonte al Guardian.

Sono intervenuti in loro sostegno i sindacati: per la Public and Commercial Services Union (Pcs) è semplicemente "una decisione spietata" presa nei confronti del personale che ha servito i Windsor e sta vivendo un doloroso momento di transizione. "Sebbene ci si potessero aspettare alcuni cambiamenti, poiché i ruoli nella famiglia reale cambiano, la portata e la velocità con cui questo è stato annunciato è del tutto insensibile", ha affermato Mark Serwotkai, segretario generale del sindacato.   

C'è chi dice comunque che il contratto di chi lavora nella residenza fosse legato al destino di Carlo e quindi prevedesse il rischio di finire in esubero una volta che il suo ruolo fosse cambiato alla morte della sovrana, come è avvenuto. 

La polemica però va avanti e si aggiunge a quella, tornata in auge, sui privilegi della famiglia reale, esentata dal pagare la tassa di successione sul vasto patrimonio della sovrana in base a una norma introdotta nel 1993 dall'allora primo ministro conservatore John Major, sebbene Carlo, seguendo l'esempio della madre, pagherà volontariamente l'imposta sul reddito. 

Intanto aumentano i contestatori. Anche oggi con lo slogan 'not my King' ('non è il mio Re') all'indirizzo di Carlo III una ventina di attivisti si sono fatti sentire davanti al Parlamento di Westminster, controllati a vista dalla polizia. Numeri irrilevanti rispetto alle centinaia di migliaia di persone attese a Londra per i funerali della sovrana, ma da monitorare. Secondo i sondaggi YouGov il gradimento verso la corona è largamente maggioritario solo fra gli over 50 (67%) o gli over 65 (74%). Mentre fra i giovani cala fino a uno scarso 25%. Dati di cui il nuovo Re dovrà tenere conto.