Cambio di regime carcerario ma Battisti continua a scontare l'ergastolo

Cesare Battisti diventa un detenuto comune. Torregiani: "Decisione spudorata"

Il regime di carcerazione è stato declassificato da alta sicurezza a comune. Polemiche da Fdi e Lega, annunciata interrogazione parlamentare. Torregiani: "Poi potrebbe richiedere lavori sociali"

Cesare Battisti diventa un detenuto comune. Torregiani: "Decisione spudorata"
Ansa
Cesare Battisti

Il regime di carcerazione di Cesare Battisti è stato declassificato da alta sicurezza a comune. Il provvedimento dell'amministrazione penitenziaria, secondo quanto apprende l'ANSA, è stato notificato nei giorni scorsi direttamente all'ex terrorista nel carcere di Ferrara, dove si trova da giugno 2021, sollecitato da tempo da istanze dello stesso Battisti. L'alta sicurezza dove si trovava Battisti è una sezione del carcere in cui sono detenuti i condannati per reati di tipo associativo, sottoposti ad una sorveglianza più stretta rispetto ai detenuti comuni. 

Il cambio del regime carcerario non incide però sulla pena - Battisti continuerà a scontare l'ergastolo - o sui benefici carcerari, che competono alla magistratura. Era stato lo stesso ex terrorista a sollecitarlo, ribadendo la volontà "di scontare la pena positivamente e costruttivamente". Dal carcere di Ferrara ora Battisti potrebbe essere trasferito a Parma. Battisti, arrestato dopo 37anni di latitanza, negli interrogatori del marzo 2019, davanti al capo del pool antiterrorismo Alberto Nobili, ha confessato gli omicidi commessi e ha manifestato la sua totale dissociazione dal suo passato nel gruppo armato. Ora dunque, come la gran parte degli altri detenuti, Battisti sconterà la pena in regime di media sicurezza. Ma in qualche modo non sarà un detenuto comune, perché l'Ufficio massima sicurezza del Dap - lo stesso che ha firmato il provvedimento - continuerà ad averlo in gestione.

Il parere favorevole della Procura di Milano: “C'è stata una dissociazione dalla lotta armata”

Dalla Procura di Milano, nei mesi scorsi, attraverso il capo del pool antiterrorismo milanese Alberto Nobili, è arrivato parere favorevole alla 'declassificazione', da alta sicurezza a comune del regime di carcerazione per Cesare Battisti. Un parere inoltrato al Dap e nel quale, a quanto si è saputo, è stato indicato che da parte dell'ex terrorista c'è stata una dissociazione dalla lotta armata, che il gruppo in cui militava, ossia i Pac, si è dissolto, perché smantellato tra '79 e '80, e che non risultano indagini in corso nei suoi confronti.

Il parere della Procura non ha evitato le polemiche: è l'"ultimo soccorso al terrorismo rosso", secondo Fratelli d'Italia, che ha annunciato un'interrogazione parlamentare. "In scadenza di legislatura c'è chi ha pensato bene di agire celermente in favore del 'compagno Battisti'", attacca il parlamentare della Lega Jacopo Morrone.

Alberto Torregiani: “Decisione spudorata al di fuori di ogni logica”

La decisione è stata duramente contestata da Alberto Torregiani, il figlio del gioielliere ucciso nel 1979 dai Pac in una sparatoria in cui lui stesso rimase ferito e perse l'uso delle gambe: è stato "spudorato e spartano, al di fuori di ogni logica" accettare la richiesta presentata dai difensori di Cesare Battisti di declassare il suo regime carcerario da alta sicurezza a comune . "Non sono d'accordo con questa decisione. Poi farà altre richieste che potrebbero venire approvate, come quella del lavoro sociale prima in carcere e poi all'esterno".

Per Maurizio Campagna, fratello di Andrea, l'agente ucciso da Cesare Battisti il 19 aprile del 1979 a Milano, "basta che sconti la pena che gli è stata inflitta per i reati che ha commesso".

Il Legale: “Giusto declassificarlo, ultimo reato nel 1979”

Il provvedimento del Dap, spiega il difensore di Battisti, l'avvocato Davide Steccanella, "ha posto rimedio dopo 2 anni ad una errata classificazione della pericolosità del detenuto. Battisti era stato considerato pericoloso in quanto condannato per terrorismo, ma non è più attuale dato che l'ultimo reato commesso da Battisti risale al 1979. Questa classificazione era applicabile quando il reato di terrorismo di matrice politica, che ora non c'è più. Battisti - ha concluso il legale - cosa mai potrebbe fare, tornare a fare la lotta armata da solo a 40 anni di distanza? Era solo un errore di classificazione e chi vuole fare delle polemiche, lo fa in modo strumentale ".

Il parere del garante

"Per giudicare questi provvedimenti dell'amministrazione penitenziaria bisogna conoscere le norme e le leggi. Dire che non è accettabile vuol dire ammetterle di non conoscere". Così il garante regionale delle persone sottoposte a misure limitative o restrittive della libertà dell'Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri, sull'interrogazione di Galeazzo Bignami sulla declassificazione del regime carcerario di Cesare Battisti.   

"Questa persona ha seguito l'iter normativo in modo corretto, l'amministrazione penitenziaria ha riconosciuto quello che non poteva non riconoscergli. Declassificazione non significa che l'amministrazione penitenziaria cancella il fatto che ha fatto reati terroristici, ma è una questione gestionale e logistica. Non incide sul tipo di condanna che ha avuto. Vuol dire che diventa un detenuto comune".