Caro energia

Cingolani: "Gas a prezzo controllato per le imprese. Rinnovabili non bastano, pensare al nucleare"

In una intervista a Radio 24 il ministro per la Transizione ecologica ha fatto il punto sulle soluzioni contro il caro-gas e sugli ostacoli da superare

Cingolani: "Gas a prezzo controllato per le imprese. Rinnovabili non bastano, pensare al nucleare"
Ansa
Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani

Nel momento in cui la crisi energetica si acuisce sotto le minacce di Mosca e si attende il nuovo Decreto Aiuti (si parla di una cifra tra i 6 e i 12 miliardi), il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani torna a parlare, dopo che l’accordo europeo sul tetto al prezzo del gas è sfumato.

La riduzione dei consumi dei singoli cittadini

Le buone azioni quotidiane messe in atto dai cittadini per tagliare il consumo energetico servono, ma non sono facili da attuare.

Questo in sintesi i dubbi espressi dal ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani sulla possibilità che si obblighino i cittadini a usare un elettrodomestico alla volta.

In un’intervista a Radio 24, il ministro ha parlato a lungo dei passi che in Europa e in Italia si stanno facendo per affrontare la crisi energetica, partendo proprio dal piano per le famiglie. “C'è una ridda di voci e indiscrezioni su quello che la Commissione sta elaborando -ha detto. Dal punto di vista tecnico nutro qualche dubbio. Non tutti i cittadini europei hanno il contatore elettronico in casa. Mi sembra difficile da attuare. Che ci sia una forma moral suasion per usare le fasce orarie corrette e avere una giusta sequenza di dispositivi elettrici in casa lo trovo ragionevole, ma i cittadini lo fanno già automaticamente per risparmiare dati i costi folli". Secondo Cingolani, è difficile che arrivi una misura di questo tipo, ma le proposte arriveranno a breve.

A proposito della possibilità di ridurre di un grado il riscaldamento il ministro ha poi aggiunto che non ci saranno controlli per i singoli perchè c'e' un problema di privacy ed è "molto difficile entrare nelle caldaie e nelle docce dei cittadini".

A livello di Commissione "c'è un taglio volontario del 15% del consumo e uno obbligatorio con criteri più stringenti che per l'Italia è del 7%, tre miliardi e mezzo di metri cubi. Rispettiamo tutti i parametri, sia quelli volontari sia quelli obbligatori". "Bisogna spiegare esattamente cosa bisogna fare per risparmiare, più che mettere sanzioni”, ha concluso.

Il ministro per la Transizione ecologica ha poi parlato a tutto tondo di quali sono le soluzioni contro il caro-gas e quali gli ostacoli da superare.

Autolettura dal contatore del gas domestico Getty
Autolettura dal contatore del gas domestico

Con l’ora legale poco risparmio

Il mantenimento dell'ora legale -ha spiegato- e una maggiore applicazione dello smart working darebbero poco vantaggio dal punto di vista del risparmio energetico. 

I due temi sono stati valutati. "Sul mantenere l'ora legale abbiamo degli studi - ha risposto il ministro a una specifica domanda- Quell'ora che si guadagna la sera la si perde la mattina. Il vantaggio medio non è altissimo. E se non lo si fa unitariamente con gli altri Paesi, poi, ci sono problemi non da poco per il cambio al confine. Non è particolarmente utile per il risparmio ma se ci dovesse essere un inasprimento del problema lo considereremo". Il ministro ha aggiunto che "si è parlato anche di Smart Working: ma un 30 per cento di persone in ufficio rimangono sempre e il rapporto costo beneficio non è così immediato".

Accelerare lo sblocco dei nuovi impianti

Dovrebbe essere immediato, invece, lo sblocco dei nuovi impianti. “C'è una quantità enorme di potenza energetica di impianti nuovi ferma perchè ci sono le sovraintendenze che bloccaano l'autorizzazione per una questione paesaggistica", ha detto il ministro Cingolani durante l’intervista.

"Ci sono due punti sui quali mettere le mani - ha spiegato - una è la rapidità, avendo l'impianto io mi allaccio. E' assurdo che uno faccia tutti gli sforzi e poi aspetti sei mesi per l'allacciamento. Il secondo è che c'è una quantità enorme di potenza di impianti nuovi bloccata perchè le soprintendenze bloccano l'autorizzazione paesaggistica. Io capisco l'importanza del paesaggio, trovo stucchevole dire che il paesaggio va in Costituzione, siamo in emergenza. Bisogna capire quale è la priorità: è l'emergenza energetica, la tenuta del paese industriale e dei cittadini o il paesaggio? Secondo me dobbiamo accelerare e sbloccare gli impianti bloccati. Noi li portiamo in Consiglio dei ministri però sono tantissimi e noi andiamo avanti lentamente. Trovo che questa cosa vada a discapito dei cittadini”. 

Gas a prezzo controllato per le aziende

"Il Governo -ha proseguito Cingolani- sta lavorando a un provvedimento per dare- una certa quantità di gas a prezzo controllato alle aziende che stanno soffrendo, il provvedimento dovrebbe arrivare la settimana prossima, dopodichè deve essere votato in Parlamento. Gli operatori che mettono questo gas a disposizione - ha detto - non sono delle onlus, sono aziende quotate in Borsa, non gli si può chiedere di regalare allo Stato il gas da dare a prezzo scontato, ci sono degli investitori a cui devono spiegare l'operazione”.

"Stiamo contestualmente pensando - ha aggiunto il ministro - di consentire l'estrazione di una quantità piccola ma significativa di gas, quattro o cinque miliardi di metri cubi sui giacimenti esistenti senza contare l'alto Adriatico, che è critico per tanti motivi, per aumentare l'autonomia italiana e acconsentire agli operatori di compensare questo sforzo che farebbero per dare alle nostre aziende gas a prezzo scontato. Spero che venga votata positivamente perchè è l'unica cosa che possiamo fare per alleviare le sofferenze delle aziende. Se qualcuno vota contro poi dovrà spiegarlo alle aziende".

Le rinnovabili non bastano, pensare al nucleare

Se sul fronte degli stoccaggi Cingolani rassicura, "in questo momento sono tra l'84 e l'85 per cento. Dobbiamo arrivare al 90 per ottobre. Siamo anche in leggero anticipo", sul fronte delle energie rinnovabili l’ottimismo viene meno.

"Con le rinnovabili non riusciremo a mandare avanti la seconda manifattura in Europa per sempre, l'unica alternativa con l'uscita dal carbone e dal gas è il nucleare" ha detto il ministro, spiegando che l'accelerazione sulle rinnovabili è fondamentale "ma bisogna avere qualcos'altro, sorgenti continue e programmabili". "Dobbiamo – ha spiegato - uscire dal carbone e dal gas perchè producono CO2, l'unica alternativa è il nucleare di nuova generazione, non le vecchie centrali. Se non facciamo questa scelta tecnologica e ideale non riusciremo mai a sbloccarci. C'è un muro ideologico che va a scapito dei nostri figli. Stiamo bloccando il futuro dei nostri figli con le ideologie di oggi e questo non va bene".

Pale eoliche, energie rinnovabili, green Getty
Pale eoliche, energie rinnovabili, green

Dobbiamo – ha spiegato - uscire dal carbone e dal gas…l'unica alternativa è il nucleare di nuova generazione…C'è un muro ideologico che va a scapito dei nostri figli. Stiamo bloccando il futuro dei nostri figli”

Roberto Cingolani, ministro per la Transizione ecologica