Il Parlamento europeo ha approvato oggi un rapporto in cui l'Ungheria guidata da Viktor Orban viene definita una "minaccia sistemica" ai valori fondanti dell'Ue e una "autocrazia elettorale" e si chiede l'intervento della Commissione e del Consiglio perché attivino tutte le misure previste dall'articolo 7 dei trattati europei, ossia la clausola di sospensione dall'Unione. Un voto che il ministro degli Esteri magiaro Peter Szijjarto, in una conferenza stampa, ha commentato in questi termini: “Mettere in discussione le prestazioni della nostra democrazia è un insulto nei confronti degli ungheresi, che hanno eletto questo governo già quattro volte”.
Lega e Fratelli d'Italia hanno votato contro il report, insieme ai rispettivi gruppi parlamentari, Identità e democrazia (di cui fanno parte, tra gli altri, il Rassemblement national di Marine Le Pen e Alternative für Deutschland) e Conservatori e riformisti, nei cui banchi siedono anche Vox e i Democratici Svedesi.
"La relazione si basa su opinioni soggettive e affermazioni politicamente distorte", ha spiegato la delegazione di Fdi, "si tratta dell'ennesimo attacco politico nei confronti del legittimo governo ungherese, in una fase difficile per l'Europa nella quale a tutti i livelli si dovrebbe perseguire la strada dell'unità e non quella della polarizzazione per motivi ideologici". Immediate sono arrivate parola di stigma da centrosinistra e Movimento 5 stelle.
In un altro voto di oggi è stata approvata una relazione che, in vista delle elezioni europee del 2024, mira ad aumentare la trasparenza e la redditività finanziaria dei partiti politici europei e introduce disposizioni sull'uguaglianza di genere e protocolli contro le molestie. In questo caso la delegazione della Lega si è astenuta in blocco, mentre il resto di Identità e Democrazia ha votato contro. Gli eurodeputati di Fratelli d'Italia si sono invece divisi: in due si sono astenuti, altrettanti hanno votato sì. Il resto del gruppo dei Conservatori e Riformisti, co-presieduto da Fdi, ha invece votato contro. Tutti gli altri eurodeputati italiani hanno votato sì.
Un terzo via libera votato oggi a Strasburgo è infine quello al prestito da 5 miliardi di euro all'Ucraina per l'assistenza macro-finanziaria a Kiev con l'obiettivo di coprire le spese causate dall'invasione russa. L'importo andrà a costituire la seconda tranche di un pacchetto di sostegno Ue da 9 miliardi di euro.