Non si arrestano le proteste nel paese

Iran, il cugino di Mahsa Amini: "Torturata e insultata"

L'uomo che ha parlato a Sky News Uk (la prima volta con un media occidentale) rivela che la ragazza al suo arrivo in ospedale era già morta dal punto di vista medico

Iran, il cugino di Mahsa Amini: "Torturata e insultata"
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Mahsa Amini nel letto di ospedale intubata

Mahsa Amini, la giovane donna la cui morte dopo l'arresto della polizia iraniana ha scatenato le maggiori proteste in Iran da anni, è stata "torturata e insultata": parla a Sky News Uk, per la prima volta con un media occidentale, il cugino, Erfan Mortezaei, e racconta cosa è successo alla ragazza e come sia diventata la "voce della rabbia del popolo iraniano". Mortezaei, attivista politico e combattente Peshmerga che vive in Iraq vicino al confine iraniano, ha raccontato le ore precedenti la morte e innanzitutto
l'arresto. 

La 22enne è stata arrestata dalla Polizia per la Morale perché indossava l'hijab in modo non adeguato, era evidentemente troppo allentato. Parlando a Sky News da Sulaymaniyah, nella regione curda dell'Iraq settentrionale, il cugino ha raccontato che la giovane era andata a fare shopping a Teheran con alcuni parenti, tra i quali c'era suo fratello Ashkan. Il gruppo è stato fermato dalla Polizia per la Morale: "Quando hanno visto Mahsa e altri hanno deciso che il suo hijab non era corretto". "Ashkan ha cercato di spiegare loro che non si trovavano nella loro città natale, non conoscevano Teheran, ha chiesto che fosse tenuto in considerazione e implorato che (la ragazza) non fosse portata via. 

Nel confronto, gli agenti di polizia hanno spruzzato in faccia ad Ashkan lo spray al peperoncino e hanno costretto Mahsa a salire sul furgone per portarla al commissariato della Polizia della moralità". Mortezaei ha spiegato che è stato un testimone che era nel furgone a raccontare alla famiglia cosa è successo dopo: "Durante il viaggio verso il commissariato è stata torturata e insultata". Quando è arrivata, Amini ha iniziato a perdere la vista ed è svenuta; ma ci sono voluti 30 minuti prima che l'ambulanza la
raggiungesse e un'ora e mezza prima che arrivasse in ospedale.

 "C'è un referto dell'ospedale di Kasra (a Teheran) che dice che quando è giunta in ospedale era già morta dal punto di vista medico: ha avuto una commozione cerebrale da un colpo alla testa". Mortezaei ha aggiunto che ci sono state pressioni sulla famiglia da parte delle autorità affinché apparissero alla TV iraniana e comunque per impedire che i genitori e il fratello parlassero apertamente; il giovane ha infine tenuto a sottolineare che, contrariamente a quanto scritto da alcuni media vicini al governo degli ayatollah, Amini non aveva alcun coinvolgimento in politica. 

"Ma la morte di Mahsa è diventata una scintilla per questo movimento di protesta in Iran e Kurdistan". La protesta per la morte della giovane è sfociata infatti nelle proteste più gravi mai registrate nel Paese da anni, decine di persone uccise e le autorità che cercano, finora senza successo, di reprimere i disordini.