Inaugurazione dell'anno scolastico a Grugliasco (Torino)

Mattarella: "Una buona scuola farà crescere dei buoni cittadini"

"Scuola straordinario strumento di arricchimento per tutti. Questione educativa decisiva per crescita civile, culturale, sociale ed economica". Il Pnrr è fondamentale e può aiutare la scuola a riqualificarla unendo il Paese

Mattarella: "Una buona scuola farà crescere dei buoni cittadini"
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Mattarella oggi a Grugliasco

"Il nostro primo pensiero è rivolto in queste ore, con angoscia, ai nostri concittadini delle Marche colpiti dall'evento luttuoso di ieri". Ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, iniziando il suo discorso alla cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico presso l'Istituto Curie-Vittorini di Grugliasco

La scuola dunque al centro del discorso del presidente della Repubblica, vista come fondamentale strumento per la cittadinanza: "Una buona scuola farà crescere, nella maggioranza dei casi, dei buoni cittadini. Con vantaggi incommensurabili per l'intera società". 

"Il valore della scuola è infatti centrale per la Repubblica. La questione educativa - non sempre valorizzata in misura adeguata - è decisiva per la crescita civile, culturale, sociale ed economica. Non è un caso - lo dicono tutte le statistiche - che la crescita economica di un Paese, il suo tasso di occupazione, sono strettamente correlati al grado di scolarizzazione della sua popolazione. E che una società in continuo divenire per il progresso tecnologico e scientifico esige, ed esigerà sempre di più, livelli di cultura e di istruzione altamente qualificati, pena un declino inesorabile e una progressiva marginalizzazione nel contesto internazionale, sempre più competitivo".    

Pnrr è fondamentale e può aiutare la scuola a riqualificarla unendo il Paese

"Cari ragazzi, cari operatori della scuola, cari genitori, l'anno scolastico - che è appena iniziato in molte regioni - reca con sé aspettative e speranze. Si torna a scuola - finalmente sempre in presenza -  ed è motivo di sollievo e di entusiasmo". Ha detto il Presidente inaugurando l'anno scolastico. "Serve una intensa e larga presa di coscienza collettiva. Dobbiamo dare vita, nella pratica quotidiana, a un grande patto nazionale sulla scuola che coinvolga le istituzioni, le famiglie, i docenti, i cittadini. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza può aiutarci a migliorare i servizi della scuola e la funzionalità dei nostri edifici scolastici, mettendoli in sicurezza, riqualificandoli, costruendone di nuovi". 

"Può aiutarci a ridurre i divari territoriali, che costituiscono una ferita per il Paese e un freno al suo sviluppo. Perché la scuola è presidio di cultura, di senso civico, di comunità, di socializzazione, in tutti centri territoriali, specialmente in quelli dove la popolazione è meno numerosa e i servizi mancano".

Ma per il Presidente della Repubblica "sarebbe un errore, parlando di scuola, limitarsi soltanto ai pur fondamentali fattori legati allo sviluppo economico, tecnologico e occupazionale. La scuola, l'istruzione, l'educazione sono infatti elementi decisivi per lo sviluppo della personalità umana, attraverso l'approfondimento della conoscenza che si trova alla base di un autentico esercizio delle libertà. Sui banchi di scuola non si formano soltanto tecnici, professionisti, scienziati, imprenditori del futuro".     

"Il percorso di studi, il contatto quotidiano con i coetanei e con i docenti, le esperienze umane e gli incontri irripetibili che avvengono nella scuola, plasmano in modo indelebile i cittadini del domani, chiamati a realizzare una società armoniosa, aperta e solidale, nella quale i diritti fondamentali di ciascuno si contemperano con i doveri nei confronti della comunità" ha concluso.

Alla scuola servono investimenti ma anche "idee, proposte, riflessioni, innovazioni" non scontate o burocratiche.  Ha detto ancora Mattarella, e “investire nella scuola significa quindi costruire un domani più solido, per tutti”. Investimenti che non devono essere puramente risorse finanziarie pur necessarie, ma servono le idee, l'innovazione, la capacità di iniziativa. “Bisogna uscire, anche mentalmente, dalla gestione senza respiro o burocratica”. Ha concluso il presidente della Repubblica.

"La scuola è di tutti e assicura a tutti uno straordinario arricchimento"

"In questi due anni segnati dalla pandemia, con le drammatiche sofferenze che ha provocato e le limitazioni che ha imposto alla nostra vita, abbiamo maggiormente compreso il valore, anche sotto il profilo umano, della scuola". "I nostri ragazzi, alle prese con le chiusure e con la pur necessaria e utile didattica a distanza, sono apparsi sovente disorientati, spaesati, talvolta persino sradicati. E hanno compreso che senza la scuola si sta male, si è dolorosamente più soli. Perché la scuola assicura, a tutti, uno straordinario arricchimento. La scuola è, innanzitutto, libertà" ha concluso il presidente della Repubblica.

Gli allievi di origine straniera “vedono il nostro Paese come l'orizzonte della loro realizzazione umana e professionale”.

Poi il Capo dello Stato ha affrontato il tema dell'inserimento degli stranieri all'interno dei nostri istituti scolastici: "La nostra scuola ha già la responsabilità dell'istruzione e della formazione di oltre 870 mila allievi di origine straniera. Sono circa il 10% della popolazione scolastica. Quasi due terzi di queste ragazze e ragazzi sono nati in Italia. E vedono il nostro Paese come l'orizzonte della loro realizzazione umana e professionale. Dagli insegnamenti e dall'accoglienza che riceveranno a scuola dipenderà largamente la qualità della loro integrazione nel nostro tessuto sociale".

Il ministro Bianchi: Scuola deve essere “aperta, inclusiva e affettuosa”

In apertura, prima del Presidente della Repubblica, c'è stato l'intervento del ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi. "Ogni persona, ogni paese, ogni istituzione ha un carattere e il carattere della nostra scuola è data da tre parole che a noi piacciono molto: aperta, inclusiva e affettuosa. La scuola deve essere aperta perché una scuola chiusa non esiste". 

"Insegna - aggiunge - che il mondo è fatto di barriere e allora non è una scuola. Deve essere inclusiva perché questo vuole la nostra Costituzione, noi l'abbiamo voluta così. Inclusiva vuole dire tutti e quando si dice tutti vuol dire non uno di meno. E poi vuol dire affettuosa che è la cosa più complicata. Bisogna avere tutti gli strumenti, il primo è la lingua perché se io non conosco le parole qualcuno dice per me. Invece io devo permettere a tutti i nostri ragazzi e ragazze di avere loro parole".