La guerra in Ucraina

Mattia Sorbi, freelance italiano, ferito sul fronte di Kherson: "Sto bene"

L'accusa di Mosca: "La strada era minata e l'esercito ucraino lo sapeva, volevano ucciderlo e incolparci”. Il ministero degli Esteri italiano: "Stiamo lavorando per farlo rientrare, in sicurezza, appena possibile"

Mattia Sorbi, freelance italiano, ferito sul fronte di Kherson: "Sto bene"
Tg1
Mattia Sorbi in un collegamento con il Tg1 a marzo 2022

Un giornalista freelance italiano, Mattia Sorbi, è stato coinvolto in un conflitto a fuoco sulla prima linea di Kherson, in Ucraina. Ferito, è stato soccorso d'urgenza e operato in un ospedale controllato dai filorussi

Ha scritto su Facebook: "Cari amici, grazie moltissime per la vostra solidarietà e per tutto l'affetto che state dimostrando in questi giorni, preoccupati per la mia assenza di contatti. Sto bene e sono al sicuro, ma purtroppo le difficoltà di comunicazione in Ucraina mi hanno impedito di essere online come al solito. Probabilmente sarà così ancora per qualche giorno, ma l'importante è non avere problemi. Sto raccogliendo tante storie da raccontarvi e non mancherò di farvi sapere!"

Fonti del ministero degli Esteri spiegano che le autorità sono "in costante contatto" con il giornalista "coinvolto nell'incidente": “è stato curato, abbiamo notizie positive sullo stato di salute, ha poca copertura per comunicare ma dispone di un contatto. Stiamo lavorando per farlo rientrare, in sicurezza, in Italia appena possibile”.

"L'esercito russo ha salvato il giornalista italiano Mattia Sorbi, rimasto ferito nello scoppio di una mina sulla linea di contatto tra truppe russe e ucraine", ha dichiarato il ministero della Difesa di Mosca. "Sul posto, i militari russi gli hanno fornito i primi soccorsi, lo hanno portato in un luogo sicuro e hanno assicurato il suo trasferimento di emergenza in una struttura medica", si legge in una nota del dicastero in cui si sottolinea che Sorbi è stato "gravemente ferito".

Il video russo e l'accusa: “La strada era minata e l'esercito ucraino lo sapeva, volevano ucciderlo e incolparci”

Zvezda, la tv del ministero della Difesa russo, ha pubblicato due video sulla vicenda. Il primo lo mostra Sorbi sul letto di ospedale, cosciente ma affaticato. Pronuncia il suo nome e elenca alcune testate con cui collabora, poi dice, in Italiano: “Abbiamo preso un taxi e siamo andati a Oleksandrivka, ci avevano detto che era sicura… Mina…”. Il secondo, che qui si può vedere di seguito, mostrerebbe il mezzo su cui Sorbi viaggiava.

Nel post che accompagna i video sul canale Telegram di Zvezda si legge: “Il giornalista italiano Mattia Sorbi, che è stato fatto saltare in aria dalle mine ucraine, con difficoltà, ma ha potuto raccontare l'accaduto. Persone vestite da militanti delle forze armate ucraine si sono offerte di aiutarlo a raggiungere la prima linea nella direzione Nikolaev-Kryvyi Rih. Sono saliti in macchina con lui e sono andati lì. Ma a un certo momento, gli ucraini hanno fermato l'auto, hanno lasciato l'auto e hanno indicato solo dove andare dopo. Si è scoperto che più avanti la strada era minata e l'esercito ucraino lo sapeva. Pertanto, si aspettavano di uccidere il giornalista e di far passare la sua morte come un presunto atto di aggressione da parte delle forze armate della Federazione Russa. Ma i loro piani non erano destinati a diventare realtà: sebbene l'autista dell'auto sia morto su una mina, l'italiano è sopravvissuto. E i militari russi, che hanno assistito all'esplosione e nonostante il fuoco delle Forze armate ucraine, hanno tirato fuori Mattia dall'auto in fiamme”.

Un collega tedesco lo cercava

Un altro freelance, il tedesco Arndt Ginzel,  cercava da giorni notizie di Sorbi: “Cosa è accaduto a Mattia Sorbi?”, aveva scritto martedì mattina su Facebook, “È sparito dal 31 agosto. In mattinata il freelance milanese ci aveva scritto di voler recarsi a Oleksandrivka nel quartiere di Kherson. Il villaggio si trova a circa 50 km da Mykolayiv, nella zona rossa. Il luogo è considerato fortemente conteso. Quando siamo arrivati ​​a Mykolaiv intorno alle 17:00 Mattia Sorbi non era più raggiungibile. Gli abbiamo telefonato il giorno prima perché volevamo sapere come valutava la situazione sul fronte meridionale prima di continuare il nostro viaggio da Zaporizhzhia a Mykolaiv. Il telefono del giornalista di guerra funziona ancora, ma nessuno rispondeva o leggeva le notifiche. Tutte le indagini sull'italiano presso l'amministrazione militare locale sono andate a vuoto. SAbbiamo raggiunto Oleksandrivka: nessuno degli abitanti del villaggio con cui abbiamo parlato ha visto Sorbi”