La protesta di massa

Teheran minaccia gli Stati Uniti: se violeranno la sovranità dell'Iran risponderemo

L'Iran "sorvegliato speciale" a causa dei disordini. Sui social le immagini delle violenze e dei funerali delle vittime, che preoccupano il mondo, mentre Teheran rispolvera l'annosa inimicizia con Washington: "Occidente strumentalizza tragico evento"

Teheran minaccia gli Stati Uniti: se violeranno la sovranità dell'Iran risponderemo
(GettyImages)
Protesta di solidarietà per Mahsa Amini in Canada

La protesta di piazza contro l'uso del velo scuote l'Iran nelle sua fondamenta, svelando un'opposizione di massa al governo di Ebrahim Raisi e gettando incertezze sugli equilibri dell'area, ora sorvegliata speciale della comunità internazionale. Manifestazioni a sostegno della piazza iraniana avvengono negli Stati Uniti, in Canada, a Londra e anche a Roma in queste ore. 

In Iran gli scontri con la polizia hanno interessato decine di città e villaggi. Secondo la TV di Stato sono 41 i manifestanti uccisi dalla polizia dall'inizio delle proteste cominciate il 17 settembre dopo la morte della giovane curda Masha Amini. Secondo l'ong Iran Human Rights, fondata da esuli iraniani a Oslo, sono invece almeno 76. E più di 1.200 quelli arrestati, tra cui denuncia CPJ (Committe to Protect Journalist) ci sono anche 18 giornalisti.

Teatro della protesta è la capitale, ma un'importante battaglia si consuma anche al confine col Kurdistan iracheno, regione d'origine di Masha Amini. Le guardie rivoluzionarie annunciano attacchi ai centri operativi del partito Komalah e del partito democratico del Kurdistan, membri di quei partiti che considera terroristi. Attacchi decisi "in risposta alla mossa dei gruppi curdi di accendere le rivolte e i disordini lungo le città di confine nell'ovest dell'Iran, si è svolto sabato". "L'Iran ha più volte messo in guardia i funzionari della regione del Kurdistan iracheno sulle attività di questi gruppi antirivoluzionari, sostenuti dall'arroganza globale (riferimento agli Stati Uniti), ma non hanno adottato misure adeguate contro di loro", si legge in una nota. 

La decisione del governo di oscurare Instagram, LinkedIn e WhatsApp ha limitato, anche se in maniera ridotta, la condivisione di video e foto dalle piazze dove si assiste a una repressione brutale e violenta sui giovani. I manifestanti accusano le forze di sicurezza di sparare ad altezza d'uomo, mentre le donne sfidano il regime tagliandosi i capelli e bruciando hijab e perfino il Corano. Poi ci sono i volontari in motocicletta della Guardia Rivoluzionaria paramilitare, guardia che risponde solo al capo supremo e che sorvegliano e all'occorrenza attaccano manifestanti. Masha Amini è stata "torturata e insultata" prima di morire, ha rivelato suo cugino, Erfan Mortezaei, in un'intervista a Sky News Uk. 

L'aiuto a sbloccare internet è arrivato da Elon Musk che aveva risposto al segretario di Stato Usa Blinken. Il video dei funerali di Javad Yedri, un manifestante rimasto ucciso nelle manifestazioni anti-velo, in cui sua sorella si taglia i capelli, è divenuto virale.

 

Gli Stati Uniti e l'Europa considerano "inaccettabile" la violenza della repressione nelle piazze da parte della polizia per la morale. Il pugno duro promesso dal presidente Raisi mostra l'intransigenza dell'esecutivo davanti a una parte della popolazione che si sente minacciata nelle libertà e nei diritti civili, soprattutto le donne. Un paese in cui i dettami religiosi sono parte integrante delle scelte politiche. "L'Ue valuterà tutte le opzioni a sua disposizione" rispetto alle violenze in corso ha detto il portavoce della Commissione europea, Peter Stano. La questione sarà sul tavolo del Consiglio Affari esteri del 17 ottobre, mentre il ministero degli Esteri tedesco ha convocato l'ambasciatore iraniano a Berlino in relazione alla repressione. 

Ma Teheran non sta a guardare e sulla morte di Mahsa afferma: "L’Occidente strumentalizza il tragico evento di Masha" e se gli Stati Uniti violeranno la sua sovranità in merito ai disordini, questi non rimarranno senza risposta, ha fatto sapere il Ministero degli esteri iraniano che ha già convocato gli ambasciatori britannico e norvegese per come sono state trattate le notizie sui disordini.

Il portavoce Nasser Kanani, ha criticato le dichiarazioni di funzionari europei e americani considerandole un esempio di "ipocrisia" e "doppi standard", riporta l'agenzia Irna. Kanani ha invitato Usa e occidente a "rimuovere le sanzioni" contro l'Iran invece di utilizzare "falsi slogan". 

Una crisi che non si vedeva dal lontano 1979, quando la Repubblica islamica dell'Iran tornò in mano dei conservatori di maggiornaza sciita, guidati dall'ayatollah Ruhollah Khomeini. Gli attentati del 1981 attribuiti ai dissidenti uccisero dozzine di alti funzionari. La presa dell'ambasciata statunitense di Teheran da parte di un gruppo di studenti e la successiva crisi degli ostaggi, segnarono profondamente l'annosa inimicizia tra Teheran e Washington che oggi continua con il fragile accordo (2015) sul nucleare di Teheran, che nel frattempo ha, comunque, accumulato abbastanza uranio arricchito per produrre una bomba atomica se lo desiderasse. 

E' per questo che il governo iraniano ha liquidato le ultime proteste come un complotto straniero, piuttosto che un'espressione di pubblica indignazione per la morte di una donna detenuta solo perché indossava male il velo. Secondo i filo-governativi che hanno marciato a Teheran nella lotta contro il velo c'è l'ombra di “mercenari americani”. 

“Nel ventunesimo secolo non si può dire alla gente come vestirsi”, ha detto l'icona del rock Roger Waters in un video per Masha.

Scene, quelle di oggi, simili a quelle del 2019 in cui in molti sono scesi in piazza dando fuoco alle stazioni di servizio e a saccheggiare le banche a causa del caro carburante, un grottesco paradosso nel paese al secondo posto nel mondo per possesso di riserve petrolifere, a cui mancano però le infrastrutture per lavorarlo. In quell'occasione morirono 300 persone e furono migliaia gli arresti. Quella rabbia è ancora radicata nel paese a guida islamica e induce molti giovani a emigrare all'estero per trovare un lavoro. L'economia è crollata anche a causa delle sanzioni occidentali che hanno distrutto i risparmi di una generazione. Sanzioni che potrebbero aumentare a causa della vendita di droni alla Russia nella guerra in Ucraina. Il valore del rial è crollato, da 32.000 per dollaro nel 2015, a 315.000 rial per dollaro nel 2022. 

Il presidente Raisi, eletto nel 2021 con l'affluenza più bassa della Storia della Repubblica islamica, ha promesso di aprire un'inchiesta sui disordini. Raisi è considerato un protetto del capo religioso Khamenei, oggi 83enne: suo figlio, Mojtaba Khamenei, potrebbe essere il prossimo capo supremo.