Il pacchetto europeo su gas e energia

Von der Leyen: “Garantire prezzi più bassi del gas in Europa”

Nel report del think tank Econtribute.de, nato dalla collaborazione tra le università di Bonn e Colonia, si legge: “La buona notizia è che la Germania può superare l’inverno senza gas russo. Diffondere il panico è fuori luogo”

Von der Leyen: “Garantire prezzi più bassi del gas in Europa”
Ansa
Gasdotto

"Sul costo del gas, continuiamo a lavorare su risposte adatte a un mercato globale. Obiettivo: garantire prezzi più  bassi in Europa garantendo al contempo la sicurezza dell'approvvigionamento". 

Lo scrive in un tweet la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dando conto di una riunione preparatoria con i commissari in vista della presentazione del pacchetto, attesa per martedì prossimo. La presidente afferma di aver "accolto favorevolmente il sostegno generale del Consiglio all'approccio fondamentale" della Commissione. "Abbiamo  discusso della questione del costo del gas ed esaminato i lavori su aiuti di Stato, parità di condizioni, sostegno alle Pmi", ha spiegato la leader Ue che cita quattro punti (ma non cita price cap sul gas russo). "Focus del nostro lavoro in vista della riunione del Collegio a Strasburgo: riduzione intelligente della domanda; contributi del settore energetico a sostegno delle famiglie e delle imprese vulnerabili; supporto alla liquidità delle utilities e accelerazione sull'attuazione del RepowerEu".

L’Europa fino ad ora si è mossa su più fronti: primo fare incetta di gas (in gran parte russo) per riempire gli stock e creare provviste da usare d’inverno. Poi, con alterne fortune, ridurre i consumi, diversificare le fonti di energia e diversificare le provenienze geografiche delle energie fossili che si dovranno continuare a importare. Da notare che il taglio effettuato dal Cremlino è giunto quando oramai molti paesi avevano già effettuato la gran parte dello stoccaggio e ridotto il rischio di rimanere senza gas.

Sicuramente l’Europa è in ritardo, grazie agli egoismi nazionali, sulla costituzione di un vero mercato europeo dell’energia (vendendo gli uni agli altri) gas o energia elettrica. Insomma l’Europa ha riprodotto su questo problema la stessa tattica usata inizialmente per il Covid quando ogni governo europeo faceva incetta di mascherine e apparecchi respiratori per i propri abitanti e non ha applicato il metodo usato per i vaccini.

Il Presidente Mattarella, intervenuto sul tema ha dichiarato: "La crisi sta mettendo in grave preoccupazione famiglie e imprese e di fronte a questo sconsiderato aumento delle tariffe energetiche l'Italia ha già proposto quattro mesi fa il price cap che altri paesi hanno iniziato ora a seguire. E' urgentissimo procedere superando le ultime resistenze: significa porre le famiglie italiane al riparo dalle speculazioni.”

E di speculazioni si parla proprio in relazione alle Borse di Amsterdam e Lipsia dove si determina il prezzo del gas . Sono mercati in cui si scambiano piccole quantità e quindi dove la “gestione” finanziaria può essere dominante e qualche volta oscura come riporta anche Federico Rampini sul Corriere della Sera: “Non si può escludere che le stesse aziende russe controllate da Putin abbiano giocato al “casinò” di quelle Borse per accentuare i rialzi dei prezzi e inasprire le nostre difficoltà. Dietro la speculazione finanziaria c’è pur sempre un fenomeno reale: la scarsità di energie fossili di cui ci eravamo illusi di poter fare a meno. Scarsità artefatta, certo, perché provocata da Putin. Di gas ce n’è abbastanza per tutti, nel mondo. Manca però quel gas specifico che arriva facilmente fino a noi”.

Intanto giunge il rapporto del think tank Econtribute.de, nato dalla collaborazione tra le università di Bonn e Colonia: La buona notizia è che la Germania può superare l’inverno senza gas russo. Diffondere il panico è fuori luogo” e il loro scenario potrebbe essere applicato anche in altre parti d’Europa. Sull’impoverimento il report dice:  “In ogni caso l’invasione russa dell’Ucraina ha reso la Germania più povera, in modo durevole, perché i tempi dell’energia a buon mercato sono finiti. Non siamo minacciati da una povertà di massa, non ci saranno rivolte popolari. L’economia dovrà affrontare dei tagli di produzioni di dimensioni simili a quelli che la Germania già dovette compiere durante altri shock economici”.

Lo studio del think tank riguarda strettamente la Germania, una nazione solida finanziariamente, e quindi in grado di reggere uno shock come quello che stiamo attraversando. Comunque per tutti si tratterà di un periodo di “impoverimento”, in cui si dovrà spingere per una riduzione della spesa energetica di circa il 25% e bisognerà lavorare sull’innovazione per far si che, il prima possibile, si possa contare sulle energie alternative.