Venezia 79

"Zapatos Rojos", installazione simbolica alla Biennale contro la violenza sulle donne

Le scarpe rosse sono il simbolo, in tutto il mondo, della lotta ai femminicidi. L'installazione è di Elina Chaivet, l'artista messicana che l'ha ideata, presente al Lido per accompagnare il film Zapatos Rojos di Carlos Eichelmann Kaiser

"Zapatos Rojos", installazione simbolica alla Biennale contro la violenza sulle donne
@ansa
Venezia 79° installazione dell'architetto Elina Chaivet

 La prima installazione di Zapatos Rojos di Elina Chauvet è avvenuta il 22 agosto 2009 a Ciudad Juárez, in Messico, a partire da una donazione di 33 paia di scarpe, in risposta all'ondata di femminicidi avvenuta a durante gli anni novanta. L'idea è stata ispirata all'artista dalla tragica morte della sorella per mano del marito. Successivamente, è stata replicata un gran numero di volte in Messico e in altri paesi come Argentina, Ecuador, Canada, Stati Uniti, Spagna, Italia e Norvegia e ormai le scarpe rosse esposte in luoghi pubblici sono diventate un simbolo della protesta contro il femminicidio

Adesso, un centinaio di scarpe usate sono state verniciate di rosso e lasciate intorno alla Sala Giardino alla Mostra del cinema di Venezia: eleganti, sportive, con il tacco, rasoterra… L'installazione, della stessa Elina Chaivet, accompagna il film “Zapatos Rojos” di Carlos Eichelmann Kaiser, una co-produzione Messico-Italia. "Difficile dire da dove sia arrivata l'ispirazione per questo progetto, ma di certo il pensiero immediato - ha detto all'Ansa la Chaivet - è venuto dall'omicidio di mia sorella. Per me è stato un processo di guarigione: io passo dalla pittura all'installazione nel 2009 perché vivendo allora a Ciudad Juárez notavo quanto stesse crescendo il numero di femminicidi e questo mi ha fatto venire in mente l'idea dell'installazione, per alzare la mia voce contro la violenza sulle donne".  

Il film Zapatos Rojos, invece, presentato a Venezia 2022 nella sezione Orizzonti Extra, è l'opera prima di Carlos Eichelmann Kaiser e affronta tematiche come il femminicidio, i rapporti tra padre e figlia e i rimpianti legati al passato con delicatezza e sensibilità, attraverso una storia molto personale. Il film ha una struttura semplice e sfrutta i silenzi del suo protagonista, interpretato da Eustacio Ascacio, per immergere una figura tragica che si ritrova fuori posto, geograficamente e mentalmente, in una società che non ha alcuna pietà di chi è in difficoltà.