Alessia Piperno, la ragazza italiana detenuta nel carcere iraniano di Evin, sta bene. Lo rende noto la Farnesina, in contatto con l'ambasciata italiana a Teheran.
La situazione nella prigione di Evin, teatro ieri di una rivolta e di un incendio nel quale sono morti quattro detenuti, è tornata alla calma. Tutti gli stranieri detenuti nel carcere a nord di Teheran, apprende l'Adnkronos, non sono stati coinvolti e stanno bene
61 i detenuti rimasti feriti in seguito agli scontri lo ha reso noto l'agenzia di stampa ufficiale Irna, tutti nella sezione speciale dei condannati per rapine e reati finanziati e sono morti a causa delle inalazioni del fumo provocato nell'incendio appiccato nel laboratorio di cucito del carcere. Dieci dei feriti sono stati ricoverati in ospedale, mentre gli altri 51 nell'ambulatorio del carcere. Sempre secondo l'Irna, durante gli scontri e l'incendio di ieri, alcuni prigionieri hanno tentato di fuggire, ma sono stati bloccati.
Il padre della travel blogger romana di 30 anni, arrestata il 28 settembre a Teheran, è convinto che sua figlia non abbia partecipato alle proteste che infiammano l’Iran da settimane, eventualità che avrebbe potuto causare il suo fermo. “Si teneva distante dalla rivolta antigovernativa. Non credo che vi abbia partecipato. Di più non voglio e non saprei dire. Credo che in questa fase sia meglio aspettare. Rimaniamo a stretto contatto con la Farnesina”, si limita a dire il padre. Che ricorda nitidamente l’ultima telefonata con la figlia, proprio quella mattina del 28 settembre, giorno del suo 30esimo compleanno: “Ci siamo sentiti al telefono per gli auguri e mi ha detto che la sera avrebbe festeggiato lontano dalla zona dove c’erano le manifestazioni di protesta”.