Le presidenziali brasiliane

Brasile, terminato lo scrutinio: 6 milioni di voti tra Lula e Bolsonaro, ballottaggio il 30 ottobre

Nessuno dei due candidati ha preso più del 50% dei voti che gli avrebbe consentito l'elezione immediata. Lula è comunque favorito nei sondaggi: "Posso dirvi che vinceremo queste elezioni. È solo un rinvio". Bolsonaro: "Solo Dio può rimuovermi"

Brasile, terminato lo scrutinio: 6 milioni di voti tra Lula e Bolsonaro, ballottaggio il 30 ottobre
Combo - Foto da Getty
Jair Bolsonaro e Luiz Inácio Lula da Silva si contendono il paese per le presidenziali brasiliane

Dopo la domenica elettorale, il Brasile va verso il ballottaggio tra i due contendenti alla presidenza del Paese.

La distribuzione dei voti mostra che il candidato di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva (Pt)  ha vinto in 14 stati, mentre lo sfidante presidente uscente Jair Bolsonaro (PI) ha prevalso in 12, più il distretto federale della capitale Brasilia. I risultati praticamente definitivi - ovvero con il 99,99% delle schede scrutinate - del primo turno delle elezioni presidenziali brasiliane sono i seguenti: al primo posto si è collocato il leader di sinistra con il 48,43% delle preferenze, mentre al secondo posto - contro ogni aspettativa nei sondaggi -  è arrivato il presidente di destra con il 43,02%. Lula ha conquistato 57.253.470 voti, mentre 51.070.459 elettori hanno votato per Bolsonaro. I due candidati si affronteranno nel secondo turno, al ballottaggio del 30 ottobre. 

Solo cinque punti dividono i due principali candidati alla presidenza, poco più di 6 milioni di voti, secondo i dati ufficiali del Tribunale elettorale superiore. In particolare, Lula ha ottenuto il maggior numero di voti in tutti gli stati del nord-est, mentre Bolsonaro ha conquistato quelli del centro-ovest e del sud. Divise invece le regioni del sud-est e del nord. 

In Brasile, dove il voto è obbligatorio, i cittadini - 156 milioni di aventi diritto al voto - non scelgono solo il presidente della Repubblica, che ha un mandato di 4 anni con possibilità di un'unica rielezione, ma anche i governatori regionali, senatori, deputati nazionali e regionali. Gli elettori brasiliani avranno ora quattro settimane per decidere quale dei due contendenti dovrà guidare il Paese. Lula, comunue, resta ancora il favorito per la vittoria: l'ultimo sondaggio DataFolha, pubblicato sabato, attribuiva all'esponente delle sinistra il 54% dei voti contro il 38% di Bolsonaro, in caso di ballottaggio.

D'altra parte, gli elettori in Brasile hanno molte preoccupazioni urgenti, come l'aumento dei prezzi dei generi alimentari, che hanno contribuito ad aumentare la povertà e la fame. Molti elettori hanno anche menzionato l'istruzione e gli alti livelli di disuguaglianza del Brasile come questioni da porre in cima all'agenda del nuovo presidente. Gran parte della campagna, tuttavia, è stata oscurata dalla preoccupazione che Bolsonaro potrebbe non accettare la sconfitta dopo aver affermato che "solo Dio" potrebbe rimuoverlo dal suo incarico di capo dello Stato. "Posso dirvi che vinceremo queste elezioni. È solo un rinvio", ha dichiarato ieri sera Lula.

 

Chi sono i due contendenti

Lula, 76 anni, puntava alla terza presidenza al primo turno, sostenuto dalle classi popolari, dalle donne e dai giovani, dopo aver governato il Brasile dal 2003 al 2010 e aver lasciato il potere con un indice di popolarità invidiabile. Ma Lula non è riuscito a scrollarsi di dosso la macchia della corruzione agli occhi di buona parte della società. È stato condannato e in seguito le sue condanne sono state annullate per motivi procedurali per lo scandalo "Lava Jato", un giro di corruzione nella compagnia petrolifera statale Petrobras. Se diventerà presidente, Lula promette di combattere la fame, di far uscire il Paese dal suo isolamento diplomatico e di cancellare l'immagine di un Brasile paese “paria” dell'ambiente, a causa della massiccia deforestazione dell'Amazzonia voluta da Bolsonaro. 

Bolsonaro, 67 anni, ex capitano dell'esercito, ha concentrato la sua strategia di campagna sui valori morali ("Dio, patria, famiglia") e sugli attacchi al suo avversario, che definisce "ladro" e "ex detenuto". Mantiene un solido sostegno tra gli evangelici, che rappresentano un terzo dell'elettorato, dell'agrobusiness e dei settori popolari che non perdonano il Partito dei Lavoratori di Lula per gli scandali di corruzione in cui è stato coinvolto. Il suo mandato è stato caratterizzato da una gestione discutibile della pandemia, che ha provocato 686.000 morti (il Brasile secondo solo agli Usa) un aumento della povertà e della fame, livelli record di deforestazione in Amazzonia e attacchi alle istituzioni giudiziarie e alla stampa.

I voti ottenuti da Bolsonaro al primo turno sorprendono e mettono in evidenza la forza della destra in Brasile — dice al Corriere Gerson Camarotti, analista politico di GloboNews — Il ballottaggio aumenterà la tensione politica in Brasile. Il risultato al primo turno era considerato strategico dalla campagna dell’ex presidente Lula per indebolire un’eventuale reazione del presidente Jair Bolsonaro. C’è allerta da parte delle istituzioni brasiliane per le possibili contestazioni al risultato elettorale di Bolsonaro, come accaduto con Donald Trump, negli Usa, nel 2020. Gli attacchi di Bolsonaro al sistema elettorale brasiliano e le minacce di non rispettare i risultati delle urne hanno trasformato le elezioni del 2022 in un grande plebiscito. La posta in gioco in queste elezioni non è solo la scelta di un nuovo presidente. La posta in gioco è la stessa democrazia brasiliana in uno scenario di polarizzazione che aumenterà nelle prossime settimane”.