Verso il nuovo esecutivo

Il nodo del governo tecnico o politico che agita FdI e gli alleati

Uno degli obiettivi è chiudere la partita entro il 20 ottobre, prima della riunione del Consiglio europeo

Il nodo del governo tecnico o politico che agita FdI e gli alleati
Getty
Giorgia Meloni

Le ipotesi si rincorrono. Ma la leader di FdI Giorgia Meloni definisce "surreali" le notizie sulla presenza di tecnici nel prossimo governo. "Consiglierei prudenza.." commenta rispondendo ai cronisti. Una prudenza che accompagna però anche il confronto all'interno della coalizione dove Lega e FI marcano il campo e l'alleato vincente. Giorgia Meloni punta a chiudere la partita possibilmente entro il 20 ottobre, in tempo per la riunione del Consiglio europeo. Una volta ricevuto l'incarico dal Quirinale, con la squadra pronta, la presidente di Fratelli d'Italia potrebbe infatti forse giurare in tempo utile per portare il dossier energia personalmente a Bruxelles, partecipando al vertice da premier accanto agli altri leader internazionali.  

Ma la vera emergenza per il primo ministro in pectore è la crisi energetica. Per cui in serata, dopo una giornata di incontri tecnici dedicati al dossier energia, Giorgia Meloni sottolinea che il suo dovere è di non perdere tempo: "vediamo di capire quando sono le consultazioni, bisogna cercare di fare presto, ci sono troppe scadenze importanti", dice ai cronisti lasciando Montecitorio. Ma non solo. La leader di Fratelli d'Italia conferma che il suo obiettivo è di mantenere l'unità della coalizione di centrodestra nonostante le inevitabili tensioni che si stanno manifestando per la scelta della squadra di governo. Infatti spiega che "ragionevolmente" la coalizione si presenterà insieme di fronte al presidente Mattarella nel giorno delle consultazioni. E c'è tempo anche per cercare di spiegare i suoi rapporti con il premier Mario Draghi, oggetto di più e più interpretazioni della stampa. "Leggo tante cose, la Meloni è diventata draghiana. Io penso che persone normali che cercano di organizzare una transizione ordinata nel rispetto delle istituzioni facciano una cosa normale, non è che si fa un inciucio", aggiunge rispondendo alle domande dei giornalisti. Infatti poco prima fonti del partito avevano voluto precisare che al Consiglio europeo del 20 e del 21 ottobre molto probabilmente sarà ancora Mario Draghi - con cui i contatti sono continui - a rappresentare l'Italia e che quindi, avevano sottolineano da via della Scrofa, non c'è nessuna intenzione di creare "fratture" tra vecchio e nuovo governo. Ma i documenti, e la proposta italiana in arrivo, mettono le mani avanti da Fdi, sono quelli elaborati dall'esecutivo ancora in carica. Quindi, è il refrain, la squadra quando sarà il momento sarà pronta e sarà all'altezza. 

Sulla crisi energetica  è un'opportunità, per Meloni,  valutare insieme all'esecutivo uscente tutte le strade possibili in vista del quarto probabile decreto Aiuti, pensato per sostenere famiglie e imprese contro la stangata d'autunno, tra boom bollette e inflazione. Ma è tutto da costruire, a cominciare dalla squadra che dovrà lavorarci.    “Sgombriamo il campo da equivoci sul governo che verrà formato: non parliamo di poltrone ma della natura che dovrà avere. Un governo di natura politica deve esprime ministri politici che, rispetto ai tecnici, hanno la libertà e l'adesione a una visione politica nemica del rigore” avverte il sottosegretario alla Difesa e deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè.

Dunque avanti con riunioni e e trattative. Nei giorni scorsi Meloni ha raccolto i desiderata di Lega e Forza Italia ma non ha sciolto il rebus sui ministeri chiave: Economia, Esteri e Interno. In ballo ci sarebbero i sì attesi da esperti non legati ai partiti come Fabio Panetta, ora nel comitato esecutivo della Bce e che Meloni vorrebbe alla guida del Tesoro. Un nodo delicato anche perché, a prescindere dalle volontà dei singoli, il passaggio di Panetta al governo lascerebbe scoperta la strategica casella europea, che poi anderebbe sostituita con un nome dello stesso livello. Una scelta, quella del ministro dell'Economia, che insieme a un eventuale prefetto al Viminale (in alternativa a Matteo Salvini), mette in allerta FI. Non a caso Antonio Tajani avverte: "Può accadere che ci siano personaggi con un'esperienza tale da essere nel governo, pur non essendo parlamentari, ma siano dei casi, non la regola". E aggiunge: "Abbiamo detto che questo sarà un governo politico", con "tanti ministri politici" ma "se poi ci sarà qualche tecnico non credo sarà un problema. Non ci sono polemiche o scontri, il centrodestra è coeso e non vedo grandi difficoltà. I leader lavoreranno e troveranno la soluzione giusta".