"Non abbiamo più paura, combatteremo"

Quarta settimana di rivolta in Iran, i giovani la chiamano "rivoluzione"

Teheran ha messo in campo le proprie forze di sicurezza che si sono date a una feroce repressione ma nella notte scorsa alcuni membri delle forze antisommossa hanno sfilato con i dimostranti

TESTO

In Iran la repressione si fa sempre più dura dopo quasi 4 settimane di rivolta nelle strade e nelle piazze non solo di Teheran. Il governo mostra i  muscoli con la presenza in strada della polizia morale e della Basij, la forza paramilitare dei pasdaran, che spara sui manifestanti e si macchia di arresti arbitrari e torture.

C'è stata una retata di giovani studenti in una scuola nel Kurdistan iraniano, come riportato dal Guardian. In base alle testimonianze le forze di sicurezza sono arrivate con dei furgoni senza targa, hanno arrestato gli studenti all'interno dei locali di una scuola. Le autorità hanno anche chiuso, nella regione, tutte le scuole e gli istituti di istruzione superiore, un altro segnale di preoccupazione da parte di Teheran.

Intanto i capi dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario iraniano cercano di “minimizzare” e “circoscrivere” quanto sta avvenendo. In una nota della presidenza, si legge che “si è ritenuto essenziale il mantenimento della pace del Paese per le attività economiche e commerciali” e la nota sottolinea che la società iraniana "ha bisogno dell'unità, indipendentemente dalla lingua, dalla religione e dall'etnia" per superare "i complotti ostili degli anti-iraniani". "Sottolineando che i nemici di questa terra non vogliono una Repubblica Islamica potente e unita", i tre esponenti iraniani hanno  espresso apprezzamento per la capacità della popolazione di "neutralizzare le cospirazioni ostili". Insomma quanto avviene sarebbe da ricondurre ad un complotto internazionale.

Ma le immagini che arrivano dal paese mostrano poliziotti antisommossa che partecipano alle manifastazioni accanto ai cittadini.

 

La posizione governativa confligge, per esempio, con le dichiarazioni della madre di Nika Shakarami, una ragazza di 16 anni morta durante le proteste che ha respinto le affermazioni ufficiali secondo le quali la giovane sarebbe caduta da un palazzo e ha insistito che Nika è stata picchiata a morte dalle forze del regime di Teheran. La fonte di queste dichiarazioni è sempre il Guardian. Nasreem Shakarami ha accusato le autorità di aver rifiutato di notificare la morte della giovane per 10 giorni  e di aver rimosso Nika dall'obitorio, seppellendola in un remoto villaggio senza il consenso della famiglia. La donna ha denunciato che i dati mostrano come Nika presentasse gravi danni al cranio e ferite compatibili con un selvaggio pestaggio.

E' intanto riapparso in video il musicista Shervin Hajipour, rilasciato martedì dopo dopo essere stato arrestato peraver pubblicato una canzone a sostegno delle proteste. La canzone è diventata una sorta di colonna sonora della rivolta e sui social media molti manifestanti hanno pubblicato video in cui la intonano durante le dimostrazioni o fotografie dove si vede il testo del brano scritto sui muri. Nella sua prima apparizione video Hajipour ha detto che "vive in Iran" e vuole "rimanere nel suo paese e cantare". "Se voglio dire qualcosa, o criticare, vorrei farlo qui", ha aggiunto in un video pubblicato su Instagram. 

Mappa Proteste in Iran Zach Coles
Mappa Proteste in Iran