La protesta anti-velo

Iran, parla il leader supremo Khamenei: "Disordini per morte Mahsa Amini ideati dagli Usa"

L'ayatollah parla per la prima volta dallo scoppio delle proteste seguite alla morte della 22enne curda Masha Amini avvenuta mentre era in custodia della polizia per la morale oltre due settimane fa, perchè indossava male il velo

Iran, parla il leader supremo Khamenei: "Disordini per morte Mahsa Amini ideati dagli Usa"
Rainews
Il leader religioso Ali Khamenei e Masha Amini

I recenti "disordini" nel paese contro la morte di Mahsa Amini sono stati "ideati e pianificati dagli Stati Uniti, dal falso e usurpatore regime sionista e dai loro seguaci". Lo ha dichiarato il leader iraniano Ali Khamenei nella sua prima reazione alle proteste in tutto il paese dopo la morte della giovane curda.

Durante il suo discorso il leader sciita ha detto di essere "profondamente addolorato" per la morte della ragazza e che le proteste non sono state programmate e realizzate dai cittadini iraniani. 

La morte della giovane ragazza è un incidente tragico che ha rattristato tutti. Ma la giusta reazione non è creare insicurezza, bruciare il Corano, le moschee, le banche, le auto e togliere il velo alle donne, ha scritto la Guida suprema della Repubblica islamica sul suo account di Twitter. ''Queste non sono azioni normali. Sono azioni pianificate", ha aggiunto Khamenei, che questa mattina ha partecipato a una cerimonia all'Università degli ufficiali e della polizia dell'Imam Hassan al-Mujtaba. L'accesso ai social è stato ripetutamente vietato durante le proteste.

Associated Press fa sapere che il presidente del Parlamento iraniano, Mohammad Bagher Qalibaf ha avvertito che le proteste per la morte di Amini potrebbero destabilizzare il Paese. Parlando in Parlamento l'ex sindaco di Teheran e ex capo della Guardia rivoluzionaria iraniana, ha sottolineato che a differenza delle proteste in corso, che secondo lui mirano a rovesciare il governo, per quanto riguarda le precedenti manifestazioni di insegnanti e pensionati a favore di salari migliori, si sta lavorando alle riforme.

Il punto importante delle passate proteste era che erano in cerca di riforme e non mirato a rovesciare il sistema. Chiedo a tutti quelli che hanno qualsiasi motivo per protestare di non permettere che la loro protesta si trasformi in destabilizzante e rovesciamento delle istituzioni, ha detto Qalibaf.

Intanto dal paese continuano ad arrivare video e foto delle proteste. La notte scorsa repressione e terrore all'Università Tecnologica di Sharif prestigioso ateneo di Teheran dove le forze di sicurezza iraniane ha cercato di sedare la protesta di centinaia di studenti al grido di “Morte al dittatore” e di "Donna, vita, libertà". "Gli studenti preferiscono la morte all'umiliazione", ha riferito l'agenzia di stampa iraniana Mehr. 

Gli scontri sono cominciati quando è apparso un contingente di uomini in borghese, su camioncini, usando manganelli anche contro i docenti e gli impiegati dell'ateneo, mentre altri militari circondavano l'edificio su tutti i lati. Gli agenti hanno cominciato a sparare proiettili di gomma, lacrimogeni e spruzzare vernice. L'associazione degli studenti dell'università riferisce che almeno 300 studenti sono stati arrestati. Testimoni coperti dall'anonimato riferiscono che al calare della sera sono scoppiati scontri fra manifestanti antigovernativi e studenti radicali pro-establishment. Ad un certo punto è arrivato lo stesso ministro della Scienza nel tentativo di calmare la situazione. Le lezioni sono ora sospese.