La rivoluzione del velo

Iran, operai e studenti in sciopero: la protesta su due corsie che minaccia il regime

Dopo la Germania, anche il governo britannico ha annunciato sanzioni e Teheran convoca l'ambasciatore, Simon Shercliff, per contestare le sanzioni "arbitrarie" ed "infondate" annunciate da Londra. E spunta un nuovo video di Nika Shakrami

L'Iran ha intensificato la repressione delle aree curde nell'ovest del Paese mentre infuriano le proteste scatenate dalla morte di Mahsa Amini in tutto il paese. Scioperi nelle università e nelle fabbirche petrolchimiche minano il regime nelle fondamenta, in quella che non è solo una rivolta delle donne, ma una protesta in cui chi scende in piazza a proprio rischio e pericolo, donne e uomini, chiede riforme sociali e soluzioni alla crisi economica seguita alle sanzioni, alla povertà dilagante e alla corruzione. Per questi motivi l'attuale protesta, giunta alla quarta settimana, rappresenta una delle maggiori sfide per la teocrazia iraniana dal Movimento dei Verdi del 2009.

Il governo iraniano ribadisce che Amini non sia stata maltrattata, e che sia morta per malattia pregressa, ma la sua famiglia dice che il corpo mostrava lividi e altri segni di percosse. E non è l'unica, dopo di lei altre giovanissime hanno perso la vita in circostanze ancora tutte da chiarire. Ad oggi sono oltre 180 le vittime, tra cui anche 18 minori. Amnesty International e Unicef condannano le violenze. 

Gli attivisti affermano che la polizia antisommossa ha sparato a Sanandaj, la capitale della provincia del Kurdistan iraniano, a circa 400 chilometri (250 miglia) a ovest di Teheran, città di proveniemza di Amini.  Un video pubblicato online da un gruppo curdo chiamato Hengaw Organization for Human Rights mostra strade buie in cui alcuni cecchini sparano apparentemente contro abitazioni residenziali. “Per non far uscire i manifestanti di casa” dicono sui social.  Un altro ha mostrato una falange di forze di sicurezza motocicliste che si muovono attraverso le strade sempre a Sanandaj. “Secondo quanto riferito, hanno rotto i finestrini di centinaia di auto nel quartiere di Baharan”. L'Iran non riconosce per ora, la repressione. 

 

Nel frattempo, da lunedì alcuni lavoratori del settore petrolifero si sono uniti alle proteste in due importanti complessi di raffineria, collegando una chiave del settore della teocrazia iraniana ai disordini. Coinvolti nello sciopero gli stabilimenti di Assaluyeh, Abadan, Bushehr, Kangan, Damavand e Hengam. Il sindacato della fabbrica di zucchero di canna Haft-Tappeh ha annunciato sostegno allo sciopero affermando che continuerà a dare supporto alle proteste per Mahsa. 

Gli stabilimenti petrolchimici Assaluyeh e Sadra Petrochemicals hanno oggi chiuso per impedire ai lavoratori di radunarsi ma i dimostranti hanno fatto sapere che continueranno a scioperare. Alcuni sarebbero stati arrestati dalle forze di sicurezza. Il consiglio per le proteste organizzate dei lavoratori a contratto ha fatto sapere con una dichiarazione che non possono sopportare anni di schiavitù e repressione. 

 

Incrociano le braccia i dipendenti del settore petrolchimico e petrolifero della provincia di Bushehr ricca di greggio. Ma la loro protesta, ci tiene a precisare il governatore regionale Ali Hashemi, non ha nulla a che vedere con le rivolte in corso nel Paese dopo la morte di Mahsa Amini. Quello che accomuna le due proteste, però, è la natura anti-regime.  Come si vede dai video che circolano sui social media i lavoratori scesi in piazza nella città di Asalouyeh hanno intonato slogan come "Abbasso il dittatore", in riferimento alla Guida suprema della Repubblica islamica dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei. ''Questi scioperi dei lavoratori hanno il potenziale di paralizzare la Repubblica islamica, in particolare il settore energetico. Dopo tre settimane di rivoluzione, gli scioperi di massa nel settore  petrolifero, del gas e petrolchimico rappresentano una seria minaccia esistenziale per il regime", ha detto a Fox News Digital l'esperta iraniana Alireza Nader.

Secondo altri analisti "L'Iran è meno dipendente dal petrolio in percentuale del PIL rispetto al 1978, ma le esportazioni di energia sono ancora la linfa vitale della loro economia. Scioperi grandi e prolungati tra i lavoratori petrolchimici potrebbero rivelarsi fatali per il regime”.

E spunta un video inedito di Nika Shakrami, l'altra ragazza simbolo della protesta, ritrovata col cranio fracassato dopo dieci giorni in cui si erano perse le sue tracce. La polizia ha detto invece che la 17enne sarebbe caduta da un edificio. E' stata la madre a riconoscerla nelle immagini che la ritraggono mentre protesta.

La comunità internazionale e ora anche qualche paese europeo chiedono alla Repubblica islamica di porre fine alla repressione, minacciando nuove sanzioni.  Dopo le parole di Annalena Bearbock, anche il governo britannico guidato da Liz Truss ha annunciato nuove sanzioni: “da prassi riguarderanno il divieto di qualsiasi ipotetico viaggio e il congelamento di eventuali beni rintracciabili dalle autorità britanniche”.

Per tutta risposta il ministero degli Esteri iraniano guidato da Nasser Kanani ha convocato l'ambasciatore britannico a Teheran, Simon Shercliff, per contestare le sanzioni "arbitrarie" ed "infondate" annunciate da Londra. Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha osservato allo stesso modo che "il mondo sta osservando ciò che sta accadendo in Iran". “Questi manifestanti sono cittadini iraniani, guidati da donne e ragazze, che chiedono dignità e diritti fondamentali, '' ha scritto Sullivan su Twitter. ”Siamo con loro e riterremo responsabili coloro che usano la violenza nel vano tentativo di mettere a tacere le loro voci."

Studentesse senza velo a Teheran twitter
Studentesse senza velo a Teheran

Intanto l'Adnkronos fa sapere che un altro cittadino italiano è stato fermato dalla polizia iraniana a Teheran, mentre stava girando un video con un cellulare, ed è poi stato rilasciato. Al connazionale, che si trovava nella capitale iraniana per una fiera insieme ad un altro italiano, è stato chiesto durante  gli interrogatori di polizia se fosse in contatto con intelligence occidentali. Ieri, in un riferimento anche ad Alessia Piperno, la ragazza italiana arrestata a Teheran il 28 settembre scorso, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano aveva detto: "L'Iran è un Paese sicuro. Chiediamo agli stranieri che lo visitano per affari o per turismo di rispettare le  nostre leggi".

Sarebbero cinque invece i francesi attualmente detenuti, ha annunciato la ministra francese degli Esteri Catherine Colonna alla radio France Inter. Colonna tornerà a "chiedere ancora una volta l'immediato rilascio dei detenuti francesi".

Intanto davanti al Consolato dell'Iran a Milano, in viale Monte Rosa, è tornata visibile da stamane la nuova opera 'The Cut 2' in solidarieta' alla lotta delle donne iraniane firmata da AleXssandro Palombo. La precedente era stata rimossa nel giro di 24 ora. 

L'artista ha 'alzato' il tiro e propone una Marge Simpson ancora piu' provocatoria che mostra il dito medio davanti alla rappresentanza dell'Iran. La rimozione del murales che raffigurava la protagonista del cartone tagliarsi i capelli blu aveva fatto il giro del mondo. Non ci sono certezze su chi ne avesse disposto la cancellazione: "Non siamo stati noi a toglierlo, non lo avevamo nemmeno notato" hanno risposto dal Consolato.

Murales Marge Simpson in solidarietà a Mahsa Amini Ansa
Murales Marge Simpson in solidarietà a Mahsa Amini