Le caratteristiche: appartenere ad un gruppo, il senso di onnipotenza

Violenza, rapine, sopraffazioni. Baby gang in Italia: la fotografia di un fenomeno in crescita

Sono principalmente composte da meno di 10 individui, in prevalenza maschi e con un’età compresa fra i 15 e i 17 anni

Violenza, rapine, sopraffazioni. Baby gang in Italia: la fotografia di un fenomeno in crescita
Ministero dell'Interno
1. Gang giovanili in Italia

Milano si sveglia con gli arresti di due rapper per una sparatoria a luglio contro due senegalesi. Loro sono Baby Gang e Simba La Rue, ospiti spesso della comunità di don Burgio, il cappellano del “Beccaria” il carcere minorile di Milano, che si spende costantemente per questi ragazzi e che oggi ai microfoni di Radio 1 ha detto “Li seguirò nel loro percorso come ho fatto in altre occasioni”.

Roma scopre i nomi delle sue baby gang, dalla Garbatella ( i “17”) all’Eur, a Roma Nord (i “18”). Hanno il loro slang i loro luoghi di ritrovo e tutto avviene tramite chat.

Sono adolescenti che colpiscono in branco, diffondono i video delle vittime e anche quelli che le coetanee hanno concesso ai fidanzati in un momento di intimità.

Un fenomeno in larga espansione tanto che sempre più spesso i media si occupano di loro. Alcuni dati: in Italia da gennaio ad aprile 2022 sono stati pubblicati 1909 articoli contenenti riferimenti a “gang giovanili” o “baby gang” su giornali o agenzie stampa nazionali e locali. Questo numero da solo supera il numero totale di articoli simili pubblicati in tutto il 2021 (1249) ed è più di due volte il numero di articoli del 2020 (741).

Nonostante la rilevanza di questo problema, i contorni del concetto di gang giovanile rimangono spesso incerti e tendono a comprendere diversi comportamenti o tipi di gruppi anche molto diversi tra loro ma al momento si registra una mancanza di dati che permettano di monitorare in maniera sistematica questo fenomeno e le sue caratteristiche. 

Una prima fotografia rappresentativa del fenomeno, anche per aree geografiche e tipologie, è stato realizzato da Transcrime, il centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Alma Mater Studiorum Università di Bologna e Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con il Servizio Analisi Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia.

Gang giovanili nel centro Italia Ministero dell'Interno
Gang giovanili nel centro Italia

Il titolo è “Le gang giovanili in Italia” e che ha messo insieme informazioni raccolte tramite due differenti questionari, di cui uno somministrato ai Comandi Provinciali dell’Arma dei Carabinieri e alle Questure e l’altro agli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni (USSM). Questi dati sono stati ulteriormente integrati tramite la raccolta e l’analisi di notizie apparse su giornali nazionali e locali o agenzie di stampa.

In particolare, il rapporto ha evidenziato che le gang giovanili:

-sono attive nella maggior parte delle regioni italiane (con una leggera prevalenza del Centro-Nord rispetto al Sud del paese). Inoltre, secondo la metà degli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni e il 46% delle Questure e dei Comandi Provinciali dei Carabinieri negli ultimi cinque anni sono aumentate nel loro territorio di competenza.

-sono principalmente composte da meno di 10 individui, in prevalenza maschi e con un’età compresa fra i 15 e i 17 anni. Nella maggior parte dei casi i membri delle gang sono italiani, mentre gruppi formati in maggioranza da stranieri o senza una nazionalità prevalente sono meno frequenti.

-i crimini che più spesso vengono attribuiti loro sono reati violenti, come risse, percosse e lesioni, atti di bullismo, disturbo della quiete pubblica e atti vandalici. Meno frequenti e di solito commessi da gruppi più strutturati sono lo spaccio di stupefacenti o reati appropriativi come furti e rapine. Le vittime più frequenti di questi gruppi sono altri giovani tra i 14 e i 18 anni.

 Vi sono quattro tipi principali di gang presenti in Italia con caratteristiche differenti e una diversa distribuzione sul territorio:

-gruppi privi di una struttura definita, prevalentemente dediti ad attività occasionali violente (es. risse, percosse e lesioni) o devianti: presenti in tutte le macroaree del paese, sono il tipo maggiormente rilevato e più consistente numericamente. Questi gruppi sono caratterizzati da legami deboli, una natura più fluida, l’assenza di una gerarchia chiara o una organizzazione definita e spesso anche di fini criminali specifici.

- gruppi che si ispirano o hanno legami con organizzazioni criminali italiane: presenti specialmente nel Sud del paese in contesti urbani in cui vi è storicamente una presenza mafiosa. Sono composti quasi totalmente da italiani con un elevato coinvolgimento di minorenni. Questi gruppi sono spesso legati alla volontà di accrescere il proprio status criminale con l’auspicio di entrare a fare parte delle sopracitate organizzazioni criminali.

-gruppi che si ispirano a organizzazioni criminali o gang estere: presenti prevalentemente in aree urbane del Nord e Centro del paese e composti in prevalenza da stranieri di prima o seconda generazione. Fra le attività criminali più spesso associate a questo tipo di gang emergono risse percosse e lesioni, atti vandalici e disturbo della quiete pubblica.

- gruppi con una struttura definita ma senza riferimenti ad altre organizzazioni e dediti ad attività criminali specifiche: presenti in tutte le macroaree del paese e composti in prevalenza da italiani. Compiono spesso reati appropriativi, come furti o rapine, ma anche reati violenti. Queste gang non sono solitamente dotate di simbologie particolari né hanno interesse a pubblicizzare le proprie azioni.

Alcuni dei fattori che influenzano i ragazzi e li spingono ad aderire a questi gruppi sono: rapporti problematici con le famiglie, con i pari o con il sistema scolastico; difficoltà relazionali o di inclusione nel tessuto sociale; e un contesto di disagio sociale o economico. Molti di questi fattori sono stati ulteriormente acuiti durante il periodo pandemico. Molti studi, infatti, hanno infatti evidenziato come la recente pandemia da Covid-19 abbia avuto un forte impatto sulla quotidianità dei ragazzi, causando un peggioramento delle condizioni oggettive e soggettive di benessere personale. Altro fattore l’uso dei social network come strumento per rafforzare le identità di gruppo e generare processi di emulazione o auto-assolvimento.

Il Direttore di Transcrime, Professor Ernesto Savona, ha commentato: “Comprendere i problemi è la base per sviluppare strategie di intervento realmente efficaci. Per far questo è essenziale la raccolta e l’analisi di dati in maniera sistematica. Questo rapporto esplorativo è quindi solo un primo passo verso un impegno sinergico tra il mondo della ricerca e le autorità pubbliche per contrastare un problema complesso e in rapida evoluzione come quello delle gang giovanili”.

Gang giovanili in Lombardia Ministero dell'Interno
Gang giovanili in Lombardia

Nel rapporto sono infine riportati diversi esempi concreti di gang giovanili rilevate sul territorio e sono brevemente discusse le attuali misure di contrasto al fenomeno insieme ad alcune proposte di intervento per un miglior reinserimento sociale dei ragazzi.

Le ragioni che spingono alla creazione di questi gruppi sono molteplici, i giovani possono infatti cercare in queste gang una risposta ad uno stato di isolamento sociale, di insoddisfazione rispetto alla propria condizione o di incapacità di relazionarsi con i propri pari. Per quanto riguarda la composizione di queste gang, dai dati raccolti è emerso che in quasi la metà dei casi sono composte in prevalenza da italiani, e meno di una su tre è composta in prevalenza da stranieri. I membri hanno generalmente una età compresa fra i 15 e i 17 anni, sebbene in quasi un quarto dei casi l’età prevalente è compresa fra i 18 e i 24 anni. La maggior parte di questi gruppi è composto da un numero inferiore a 10 individui e in meno della metà dei casi i membri sono in situazione di disagio socioeconomico. Mancando un’organizzazione definita, queste gang giovanili sono principalmente identificabili a partire: dalla loro attività sui social network, dalla ripetitività dei reati commessi e  dalle caratteristiche socio-anagrafiche dei componenti.

Gruppi senza struttura definita dediti ad attività violente o devianti

E il modello maggiormente presente sul territorio nazionale e numericamente più consistente. Questi gruppi sono caratterizzati da legami deboli, una natura più fluida, non presentano  struttura definita. sono  dediti ad attività violente o devianti. I reati più frequentemente commessi da questo tipo di gang sono attività violente o devianti occasionali. 

Gang giovanili in Italia Ministero dell'Interno
Gang giovanili in Italia

Gruppi che si ispirano o hanno legami con organizzazioni criminali italiane

Il secondo tipo comprende gruppi che si ispirano o hanno dirette connessioni con le tradizionali organizzazioni criminali italiane. Diversi Comandi Provinciali dei Carabinieri e Questure hanno dichiarato di aver riscontrato la presenza di legami tra le gang giovanili e organizzazioni criminali di altro tipo. Questi legami sono spesso di tipo familiare o legati alla collaborazione nell’ambito di attività criminali. Queste gang giovanili sono state rilevate specialmente nel Sud del paese in contesti urbani in cui vi è storicamente una presenza mafiosa. In particolare, nelle province di Napoli, Salerno, Reggio Calabria, Crotone, Vibo Valentia e Caltanissetta. Tuttavia, casi sporadici sono stati evidenziati anche nelle province di Milano, Modena, Fermo, Firenze e Vercelli

Gang giovanili in Italia Ministero dell'interno
Gang giovanili in Italia

Il Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Vittorio Rizzi, ha dichiarato: “Le forze di polizia costituiscono un osservatorio privilegiato sulle devianze che affliggono il mondo dei giovani. La ricerca d’identità, l’importanza di appartenere ad un gruppo, il senso d’onnipotenza tipico della giovane età, la vita che si sviluppa soprattutto sui social, le restrizioni causate da lockdown e pandemia sono soltanto alcune delle cause di un fenomeno che impropriamente viene definito delle baby gang o della malamovida. Scontri tra gruppi di giovani più o meno organizzati, atti di violenza e teppismo che spesso hanno come vittime altri minori bullizzati, che faticano a denunciare. Il nostro compito è quello di intercettare i fenomeni di disagio sul nascere, intervenire per evitare un’escalation della violenza e, soprattutto, perché le vittime abbiano fiducia nelle forze di polizia e chiedano subito aiuto”.

Gang giovanili in Italia Ministero degli Interni
Gang giovanili in Italia