La celebrazione

Mattarella: "Il Covid non è ancora sconfitto ma il peggio è passato"

Al Quirinale la cerimonia de "I Giorni della Ricerca". Presente anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Mattarella: "Il Covid non è ancora sconfitto ma il peggio è passato"
rainews
Mattarella

"Dopo oltre due anni e mezzo di pandemia non possiamo ancora proclamare la vittoria finale sulCovid-19. Dobbiamo ancora far uso di responsabilità e precauzione. La Sanità pubblica ha il compito di mantenere alta la sicurezza soprattutto dei più fragili, dei più anziani, di coloro che soffrono per patologie pregresse. Tuttavia sentiamo che il periodo più drammatico è alle nostre spalle".  Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo alla Celebrazione de "I Giorni della Ricerca".

"Sentiamo di dover dire grazie alla ricerca medica e scientifica. Grazie a tutti voi che da anni vi impegnate, ognuno nel proprio campo professionale, per consentire ulteriori passi avanti in questo percorso. Grazie anche a chi è testimone di solidarietà, perché questa contribuisce a sorreggere l'opera della scienza; di cui la generalità delle persone negli ultimi tre anni ha intensamente avvertito la fondamentale importanza". 

Nella lotta al Covid "la scienza è stata decisiva. Come lo è stata la dedizione del personale sanitario, in ogni ruolo. Come lo è stata la solidarietà, nelle sue più diverse espressioni, a tutti i livelli: dai gesti semplici di aiuto tra le famiglie, nelle comunità, alle scelte comuni compiute dall'Unione europea". 

"Senza l'ammirevole impegno della scienza per individuare i vaccini, scoperti e prodotti in tempi record, anche grazie alle scoperte realizzate nella lotta contro il cancro oggi saremmo costretti a contare molte migliaia di morti in più. Se oggi possiamo, nella gran parte dei casi, affrontare il covid, come se si trattasse di un'influenza poco insidiosa, è perché ne è stata fortemente derubricata la pericolosità per effetto della vaccinazione; dalla grande adesione alla vaccinazione, dovuta all'ammirevole senso di responsabilità della quasi totalità dei nostri concittadini, sollecitati a farvi ricorso dalla consapevolezza di salvaguardare, in tal modo, la salute propria e quella degli altri", conclude.

"La Sanità pubblica ha il compito di mantenere alta la sicurezza soprattutto dei più fragili, dei più anziani, di coloro che soffrono per patologie pregresse".

"I talenti italiani, quando ne hanno la possibilità, manifestano le loro qualità in ogni parte del mondo. Ne siamo orgogliosi. E dobbiamo sentirci impegnati a migliorare le condizioni di una crescita della ricerca italiana ed europea". 

Mattarella cita l'esperienza di una ricercatrice, la professoressa Facciotti, parlando del "suo lavoro all'estero dopo la formazione in Italia; il ritorno grazie a un finanziamento dell'Airc per un progetto di particolare valore; un secondo progetto dal contenuto interdisciplinare. Saremmo lieti di poter dire che, in un percorso di eccellenza, questa è la normalità. Sappiamo che non è così. Che tanti giovani talenti italiani vanno e restano fuori dal Paese non per una scelta, ma per mancanza di opportunità. Sappiamo che i dati complessivi sulla ricerca italiana sono tuttora inferiori a quelli dei maggiori Paesi europei. Dunque, dobbiamo percorrere ancora strada".   

Ricordando che il Pnrr "è un'occasione storica per colmare alcuni ritardi strutturali e potenziare gli ambiti in cui già abbiamo raggiunto traguardi significativi", Mattarella ribadisce che "la ricerca nelle università, nelle imprese, nei laboratori indipendenti è un vettore di sviluppo, ed è anche un contributo alla sua sostenibilità. Se non bastasse quanto abbiamo ascoltato sui progressi nelle cure e sulle opportunità di vita che la ricerca contro il cancro ha prodotto, potremmo aggiungere che la ricerca è anche un potente motore di crescita economica e sociale".