Qatar 2022

Mondiali in Qatar, proibito per i giornalisti filmare negli alloggi dei migranti

Il quotidiano The Guardian alza il livello d'allarme sulle restrizioni per media e giornalisti nel Paese arabo alla vigilia dei campionati mondiali di calcio che cominciano il 20 novembre

Mondiali in Qatar, proibito per i giornalisti filmare negli alloggi dei migranti
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Operai stadi Mondiali calcio Qatar 2022

Vietato intervistare le persone nelle loro case, è parte delle ampie restrizioni contenute in un elenco diffuso dalle autorità del Qatar. Per poter lavorare nel Paese che ospita la Coppa del Mondo 2022, fotografi e videomaker devono fare richiesta all'organizzazione: nelle linee guida è espressamente fatto divieto di filmare senza permesso negli edifici governativi, nelle università, nei luoghi di culto e negli ospedali, insieme alle riprese in immobili residenziali e aziende private. 

Dunque saranno effettivamente vietate dalle riprese in luoghi di alloggio, come quelli che ospitano i lavoratori migranti, che sono invece al centro dei temi notiziabili durante questo evento sportivo costruito proprio sullo sfruttamento della manodopera migrante. La denuncia di queste restrizioni arriva dal quotidiano inglese The Guardian, che da anni si sta occupando di denunciare il costo umano di Qatar 2022 e ha pubblicato numerose inchieste.

Già nel 2015 alcuni  giornalisti della BBC  sono stati arrestati e hanno trascorso diverse notti in carcere mentre si occupavano dei lavoratori migranti a Doha.

Stessa sorte è toccata a dei giornalisti norvegesi  arrestati lo scorso novembre: sono rimasti in prigione per 36 ore prima di essere finalmente rilasciati.

I media del Qatar, strettamente legati al governo, nei giorni scorsi hanno reagito alla copertura giornalista in merito proprio alla questione umanitaria. Il ricco emirato del Golfo ha dovuto affrontare numerose critiche rivolte alla scarsa sensibilità ambientale, al trattamento delle donne, delle minoranze LGBT+ e dei lavoratori migranti.   

Il quotidiano in lingua araba Al Raya ha pubblicato un disegno satirico che rappresenta il trofeo dei Mondiali circondato da frecce. In un editoriale il quotidiano ha afferma che la stampa europea ha condotto "un furioso attacco alla Coppadel Mondo in Qatar da quando è stata annunciata nel dicembre 2010". "Fermiamo le campagne diffamatorie e cooperiamo per una Coppa del Mondo che unisca le persone", hanno scritto. 

Il quotidiano Al Sharq ha pubblicato un'intervista con l'ex stella del calcio algerino Lakhdar Belloumi, il quale ha assicurato che “campagne diffamatorie non scoraggeranno il Qatar”. Secondo l'ex calciatore si tratta di "bugie, voci e calunnie" frutto di una "cospirazione sistematica" dei media dimolti paesi europei sul tema dei diritti dei lavoratori migranti, "mentre questi media hanno dimenticato le misere condizioni vissute dai lavoratori in Europa".   

In un editoriale per il sito di notizie in lingua inglese Doha News, l'artista Ghada Al-Khater scrive: "Perdonatemi se dubito delle intenzioni dei paesi europei che negli ultimi dieci anni hanno visto i migranti in fuga da conflitti, devastazioni e povertà affogare sul fondo del Mediterraneo".