Dopo l’annuncio in mattinata della vittoria del Premio Nobel per la pace 2022, l’ong russa Memorial è stata colpita dal primo provvedimento restrittivo da parte delle autorità moscovite: un tribunale di Mosca ha infatti ordinato il sequestro a favore dello Stato di un edificio dell'organizzazione non governativa, fondata nel 1989 da Andrej Sacharov, considerata nella Federazione Russa come “un agente straniero”.
Memorial, in attività da oltre trent’anni, è nata per documentare i crimini stalinisti ma anche le successive repressioni e violazioni dei diritti umani. È fuorilegge dal 5 aprile di quest'anno, in base alle leggi putiniane, come organizzazione anti-patriottica al servizio di Paesi stranieri. Il Nobel è arrivato mentre a Mosca era in corso l'ennesima udienza contro l'ong al tribunale di Tverskoy, che ha poi stabilito il sequestro delle sue sedi nella capitale “trasformate in beni pubblici”.
Oltre a Memorial, sono stati insigniti del prestigioso riconoscimento Ales Bialiatski, dissidente bielorusso attualmente in carcere, e l'ong ucraina Center for Civil Liberties. La motivazione: “Hanno compiuto uno sforzo eccezionale per documentare i crimini di guerra, le violazioni dei diritti umani e l'abuso di potere. Insieme dimostrano l'importanza della società civile per la pace e la democrazia”, come ha detto Berit Reiss-Andersen, a capo del comitato per il Nobel. Una decisione che “vuole onorare tre eccezionali difensori dei diritti umani, della democrazia e della convivenza pacifica nei tre Paesi vicini Bielorussia, Russia e Ucraina”.