Il gesuita scomparso in Siria

Padre Dall'Oglio, secondo la Procura impossibile capire se sia vivo: chiesta l'archiviazione

Il procedimento era stato avviato per sequestro di persona con finalità di terrorismo ed è rimasto sempre contro ignoti

Padre Dall'Oglio, secondo la Procura impossibile capire se sia vivo: chiesta l'archiviazione
(Ansa)
Padre Paolo Dall'Oglio in una immagine di repertorio

Dopo quasi dieci anni il percorso giudiziario sulla vicenda di padre Paolo Dall'Oglio si interrompe. Secondo la Procura di Roma è impossibile accertare cosa sia successo al missionario gesuita rapito dall'Isis nella città di Al-Raqqa, in Siria, il 29 luglio 2013.  Gli inquirenti, che non hanno mai smesso di seguire indicazioni, anche da fonti aperte o giornalistiche, hanno chiesto di archiviare l'inchiesta che era stata aperta per il reato di sequestro a scopo di terrorismo, secondo l'articolo 289 bis del codice penale, ed è rimasto sempre contro ignoti. La decisione della Procura, nell'indagine coordinata dall'aggiunto Sergio Colaiocco, è legata al fatto che non è possibile accertare, dal punto di vista giudiziario, la sorte del religioso.

Le dinamiche del sequestro fin da subito apparvero anomale: anche nell'immediatezza dei fatti non arrivò nessun riscontro sulla esistenza in vita dell'allora 59enne, nessuna rivendicazione, il che fa propendere gli inquirenti per una morte avvenuta all'epoca dei fatti. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori del Ros, padre Dall'Oglio scrisse in una mail al fratello che il 20 luglio era rientrato clandestinamente in Siria passando dal confine con la Turchia. Il 29 dello stesso mese sarebbe voluto andare al governatorato di Al Raqqa per chiedere la liberazione di due altri religiosi.  Molte delle speranze rispetto ad un ritorno del missionario erano venute meno anche dopo le dichiarazioni di alcuni ostaggi italiani che sono stati liberati negli ultimi tempi. Per il rilascio del sacerdote era intervenuto anche il Papa. 

Il missionario gesuita romano, 59 anni, aveva una grande esperienza nel dialogo e la convivenza tra le diverse confessioni religiose in Siria. Era appena rientrato nel Paese, che aveva dovuto lasciare nel 2012 su richiesta della Chiesa e delle autorità civili, dopo che il suo monastero, Deir Mar Musa, era stato inoltre oggetto di un'irruzione da parte di uomini armati. Secondo quanto riferito da diversi osservatori non era vista di buon occhio l'attività di padre Dall'Oglio, pubblicamente critico verso le repressioni del regime siriano. Per questo c'era stata l'espulsione nel giugno 2012.