Il leader di Forza Italia

Silvio Berlusconi torna a prendere parola al Senato, nove anni dopo la decadenza

Alla stesura dell'intervento ha lavorato per tutta la giornata. Guida il terzo partito della coalizione che fondò nel 1994, non dà più le carte. Eppure l'attesa delle sue parole è quasi quella di un momento storico

Silvio Berlusconi torna a prendere parola al Senato, nove anni dopo la decadenza
ANSA/ETTORE FERRARI
Silvio Berlusconi annuncia la fiducia al governo Letta nell'aula del Senato, il 2 ottobre 2013

Nove anni fa era un altro mondo. Internet si consultava più da computer che da telefono. Per vedere un film la scelta era tra noleggiare un dvd o scaricarlo illegalmente in rete. Alla Casa Bianca c'era Barack Obama, il premier inglese era David Cameron, il presidente della Francia François Hollande, l'ultimo espresso dai due grandi partiti che si erano alternati al potere per tutta la Quinta Repubblica, oggi entrambi in grande crisi.

In Italia in Parlamento sedevano da sei mesi per la prima volta gli eletti del Movimento 5 stelle, che aveva preso un quarto delle preferenze ma rifiutando ogni alleanza era rimasto all'opposizione. A Palazzo Chigi c'era da qualche mese Enrico Letta, con una maggioranza di larghe intese che andava dal Pd al Popolo della libertà. Quest'ultimo era il partito nato cinque anni prima dalla fusione di Forza Italia e Alleanza Nazionale, l'ex Msi di Gianfranco Fini, che però nel 2010 se ne era andato sbattendo la porta.

Il 28 settembre 2013, in seguito alla decisione del presidente Letta di posticipare un decreto che impediva l'aumento dell'IVA al 22%, i ministri del PdL si erano dimessi, aprendo di fatto una crisi di governo. Letta respinse le dimissioni e chiese la fiducia al Parlamento. Palazzo Madama si riunì il 2 ottobre per il voto. Tutti si aspettavano che il Pdl avrebbe negato il proprio appoggio. E invece, all'ultimo momento, l'elenco degli interventi fu cambiato, Silvio Berlusconi intervenne al posto del capogruppo, l'attuale presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, e sorprese tutti con le seguenti parole: "Mettendo insieme le aspettative e il fatto che l'Italia ha bisogno di un governo che produca riforme istituzionali e strutturali abbiamo deciso non senza interno travaglio per il voto di fiducia".

Fu l'ultimo intervento di Silvio Berlusconi al Senato. Il 27 novembre l'aula avrebbe votato la sua decadenza, dopo l'unica condanna passata in giudicato dei numerosi processi che lo hanno interessato: era stato riconosciuto colpevole di frode fiscale nella compravendita dei diritti di alcuni film per la sua Mediaset. Non perdonando il voto agli alleati di governo, tolse il sostegno all'esecutivo guidato da Enrico Letta, che però rimase in piedi ancora qualche mese grazie alla scissione dal Pdl del Nuovo centrodestra guidato da Angelino Alfano. Nel giorno della decadenza,  Berlusconi arringava la folla davanti a Palazzo Grazioli, sua residenza del tempo, che successivamente avrebbe venduto. Al suo fianco la fidanzata d'allora, Francesca Pascale, oggi unita alla cantante Paola Turci. I manifestanti brandivano cartelli con scritto “colpo di stato”, o che equiparavano Berlusconi ad Aldo Moro rapito e ucciso dalle Br. Dal palco parlò di "un giorno amaro e di lutto per la democrazia", di una sentenza che "grida vendetta davanti a Dio e agli uomini". Annunciò che non aveva nessuna intenzione di farsi da parte: "Non ci ritireremo in qualche convento". Avrebbe mantenuto la parola.

Silvio Berlusconi e Francesca Pascale alla manifestazione contro la decadenza da senatore, 27 novembre 2013 Roberto Monaldo / LaPresse
Silvio Berlusconi e Francesca Pascale alla manifestazione contro la decadenza da senatore, 27 novembre 2013

Alle elezioni politiche del marzo 2018 Berlusconi non poté presentarsi, ma due mesi dopo, il 12 maggio, il Tribunale di Sorveglianza di Milano lo riabilitò dalla pena per frode fiscale  rendendolo nuovamente candidabile. Ciò gli consentì una prima rivalsa: il 26 maggio 2019 fu eletto parlamentare europeo. La scorsa primavera giocò tutte le carte possibili per farsi eleggere presidente della Repubblica, non riuscendoci ma tornando stabilmente al centro della scena politica, tra leader che hanno quarant'anni meno di lui.

Il cerchio si chiude quest'autunno, con la rielezione al Senato alle urne dello scorso 25 settembre e il ritorno a Palazzo Madama due settimane fa, mercoledì 12: "Non ho alcuno spirito di rivalsa. So di avere subito dei torti, ma mi hanno ampiamente risarcito gli italiani con l'affetto e il consenso che non hanno mai smesso di dimostrarmi" . Fa parlare subito di sé: non ha la cravatta, obbligatoria al Senato. "

Il resto è cronaca di questi ultimi giorni: l'accesa discussione con Ignazio La Russa nel giorno della rielezione al Senato, il braccio di ferro con Meloni sui ministri, gli audio pubblicati da La Presse in cui esprimeva posizioni sulla guerra in Ucraina molto diverse non solo da quelle della presidente del Consiglio ma anche dalla linea ufficiale di Forza Italia.

Oggi, 26 ottobre 2022, è il giorno in cui Silvio Berlusconi, con alle spalle 86 anni di vita, 29 di attività politica e 10 da presidente del Consiglio, torna a prendere la parola al Senato. Alla stesura dell'intervento ha lavorato per tutta la giornata. Guida il terzo partito della coalizione che fondò nel 1994, non dà più le carte. Eppure l'attesa delle sue parole è quasi quella di un momento storico. Berlusconi è qui per restare.