Ancora violenza

A 40 giorni dalla morte di Hadis Najafi, nuovi scontri in Iran. La polizia usa gas lacrimogeni

Le autorità chiudono il cimitero dove è sepolta la ragazza divenuta icona delle proteste. Berlino ai tedeschi: "Rischio arresti, lasciate il paese"

A 40 giorni dalla morte di Hadis Najafi, nuovi scontri in Iran. La polizia usa gas lacrimogeni
Ap Photo
Continuano le proteste in Iran

L'Iran è scosso da una vasta ondata di proteste che chiedono la fine della Repubblica islamica e che le autorità stanno reprimendo con violenze e arresti.

Nuovi scontri sono scoppiati oggi tra le forze di sicurezza iraniane e le tante persone che protestavano ancora contro l'uccisione di Hadis Najafi, la giovane donna uccisa 40 giorni fa da un colpo di pistola mentre protestava vicino a Teheran. 

Le autorità hanno chiuso il cimitero nella quale riposa il corpo della donna, per impedire che migliaia di persone raggiungessero la sua tomba. I video, riporta la Bbc, hanno mostrato i manifestanti bloccare un'autostrada a Karaj, bruciare un veicolo e gridare slogan antigovernativi. In altri filmati si vede il personale disicurezza che spara gas lacrimogeni verso di loro. 

Anche la scorsa settimana gli agenti avevano aperto il fuoco contro i manifestanti quando protestavano in occasione dei 40 giorni dalla morte di Mahsa Amini, la giovane donna la cui morte, in custodia della cosiddetta polizia morale, ha scatenato l'ondata di contestazione.

La Germania invita i suoi cittadini a lasciare l'Iran

Il governo tedesco invita i suoi cittadini a lasciare l'Iran, perché "esiste il pericolo concreto di essere arrestati arbitrariamente, interrogati e condannati a lunghe pene detentive." Lo comunica il ministero tedesco degli Esteri. Soprattutto "i cittadini con doppia cittadinanza, che possiedono la cittadinanza iraniana oltre a quella tedesca, sono particolarmente a rischio", dice il ministero. Ma l'invito vale per tutti i tedeschi, visto che “nel recente passato si sono verificati numerosi arresti arbitrari di cittadini stranieri”.

Iran: “Critiche su diritti umani creano minacce a sicurezza europea”

L'atteggiamento duro di alcuni funzionari europei sulla repressione delle proteste in corso da oltre un mese in Iran ha provocato violenza anche in Europa. Lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, come riporta Irna, durante una telefonata con l'Alto rappresentante per gli Affari Esteri dell'Unione europea, Josep Borrell. Secondo il ministro iraniano, le critiche di alcuni leader europei alle violazioni di diritti umani durante la repressione contro i manifestanti avrebbero "aperto la strada per minacce alla sicurezza dell'Europa".