Nelle vicinanze della stazione Mario Zucchelli

Antartide, primo atterraggio sulla nuova pista italiana

Un cargo C130J dell'Aeronautica Militare si è posato sull'aviostruttura di Boulder Clay. Diventa possibile raggiungere la base anche quando il ghiaccio marino non è abbastanza spesso da consentire l'arrivo degli aerei

Antartide, primo atterraggio sulla nuova pista italiana
Pnra
L'atterraggio dell'aereo C130J in Antartide

Atterraggio riuscito: per la prima volta un aereo cargo C130J dell'Aeronautica Militare si è posato sulla nuova pista di Boulder Clay, vicino alla Stazione Mario Zucchelli in Antartide. È stata un'operazione delicata e condotta alla perfezione. Il velivolo ha depositato una piccola quantità di rifornimenti e poi è ripartito senza problemi alla volta della base statunitense di McMurdo.

“È andata bene – racconta il Tenente Colonnello Massimiliano F. dell'Aeronautica Militare, il pilota che ha effettuato l'atterraggio - Siamo molto soddisfatti di come è avvenuta la prova. Abbiamo finalmente potuto aprire alle operazioni questa nuova pista semi-preparata. In questo modo potranno essere assicurati rifornimenti per tutto l'arco dell'anno indipendentemente dallo stato del ghiaccio marino, dove prima veniva costruita la pista per gli aeroplani”.

Progettata e realizzata da ENEA e Aeronautica Militare nell'ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, in collaborazione con i Vigili del Fuoco e grazie a un finanziamento del Ministero dell'Università e della ricerca, la pista è lunga 1700 metri e larga 60. Nei prossimi mesi saranno completati i lavori che la renderanno pienamente operativa già a partire dalla prossima spedizione antartica. Sarà inoltre ampliata fino a raggiungere i 2200 metri di lunghezza per consentire l'arrivo di aerei ancora più grandi e pesanti. “I primi studi sono partiti nel 2013 – spiega il Tenente Colonnello Antonello Germinario, l'Ufficiale ingegnere dell'Aeronautica Militare che si è occupato della progettazione dell'opera - Per arrivare sin qui sono serviti otto anni di lavoro in uno degli ambienti più difficili del pianeta con il contributo di tante persone e numerosi enti”.

La pista è posizionata su una morena glaciale e per minimizzare l'impatto sull'ambiente è stata realizzata con solo con materiali presi sul posto. L'obiettivo è renderla un hub internazionale al servizio della ricerca. “Siamo qui per la scienza e il miglioramento della qualità della scienza passa dall'efficientamento delle attività logistiche – dice il capospedizione Gianluca Bianchi Fasani dell'ENEA - Non solo è importante per le attività italiane ma per tutti i progetti che hanno interesse nel Mare di Ross. Ad esempio, siamo già stati contattati dal programma antartico neozelandese”.