Il fenomeno

Gli attivisti per l'ambiente contro le opere d'arte: la discutibile protesta di una giusta battaglia

Gli ultimi due casi a Roma (Van Gogh) e Madrid (Goya). I membri di Just Stop Oil e Ultima generazione si schermano dietro la campagna di sensibilizzazione per i cambiamenti climatici. Ma il rischio di danni irreversibili è concreto

Gli attivisti per l'ambiente contro le opere d'arte: la discutibile protesta di una giusta battaglia
rainews24
L'atto dimostrativo contro "I girasoli" di Van Gogh

Monet, Van Gogh, Constable, Boccioni, Vermeer, Goya: sono le vittime illustri degli attacchi di questi mesi contro quadri, sculture, opere straordinarie d’inestimabile valore colpite dagli attivisti per il clima e per la difesa dell’ambiente. Capolavori della storia dell’arte, custoditi in musei o esposti in mostre temporanee, presi di mira da giovani militanti (i gruppi sono Just Stop Oil, Extinction Rebellion e la sua “divisione” italiana Ultima generazione). Si tratta di un movimento trasversale, europeo, fatto di paladini schierati – meritoriamente – per l’ambientalismo e l’ecologia.

I ragazzi protagonisti delle azioni dimostrative hanno però trovato una forma alquanto insolita e sicuramente controversa per sensibilizzare sul tema e protestare contro l’immobilismo dei governi. È condivisibile anche l’idea che ci sia un’inerzia oggettiva a un cambio di passo radicale negli stili di vita, nelle scelte politiche, nel coinvolgimento di tutti per invertire la tendenza contro un deterioramento del pianeta ormai definito “irreversibile” dagli scienziati. Imbrattare (o, quantomeno, cercare di farlo), deturpare, danneggiare le tele dove i geni della pittura hanno steso le loro inimitabili pennellate a cosa rimanda? A quale forma di protesta, di ribellione, di sovvertimento vuole portare? In che modo colpire un Van Gogh o un Monet aiuta gli altri a riflettere - e agire - per la difesa del pianeta e la tutela dei suoi ecosistemi? A giudicare dallo scetticismo con cui queste azioni sono state accolte, è lecito farsi venire più di un dubbio.

La Gioconda deturpata da una torta ansa
La Gioconda deturpata da una torta

Le azioni dimostrative dell’ultima estate

La protesta ambientalista è iniziata lo scorso 29 maggio al Louvre di Parigi, dove alcuni giovani attivisti, al grido di “Salviamo il Pianeta”, hanno lanciato una torta sulla Gioconda di Leonardo da Vinci. Incidente senza conseguenze, come quasi tutti gli altri che sono seguiti. Di solito, infatti, o almeno nella maggior parte dei casi, questi capolavori sono protetti da vetri blindati, che preservano le opere da qualsiasi forma di danneggiamento. Cosa che però non riguarda le cornici, anch’esse a volte pezzi d’arte di pregio.

A luglio, una serie di musei inglesi entra nel mirino di Just Stop Oil, gruppo ambientalista che protesta contro l'uso dei combustibili fossili. Presi di mira la Courtauld Gallery di Londra, la Kelvingrove Art Gallery di Glasgow e la Manchester Art Gallery. Ma è nella National Gallery della capitale britannica che si è verificato l’episodio più grave: il quadro al quale i giovani attivisti si sono incollati, The Hay Wain di John Constable, riporta lievi danni, come ha comunicato la direzione del museo.

Uffizi, il blitz degli ambientalisti davanti alla "Primavera" di Botticelli GettyImages
Uffizi, il blitz degli ambientalisti davanti alla "Primavera" di Botticelli

Sempre a luglio, il 22, il movimento di protesta arriva in Italia, il Paese al mondo con il più grande patrimonio artistico e storico-culturale: nella sala Botticelli degli Uffizi di Firenze viene esposto uno striscione con scritto “Ultima Generazione, No Gas No Carbone”. I giovani si sono poi incollati al vetro che protegge La Primavera. Nessun danno per il celebre dipinto, proprio per la presenza di un vetro speciale. Sempre in Toscana, pochi giorni prima (il 16 luglio), tre ambientalisti si erano incatenati con un lucchetto a una balaustra durante l'intervallo dell'opera Madama Butterfly, al Teatro Puccini di Torre del Lago (Lucca).

Il 30 luglio gli attivisti di Ultima generazione si recano al Museo del ‘900 di Milano e si incollano alla struttura che sostiene la scultura Forme uniche della continuità nello spazio di Umberto Boccioni. Il 18 agosto, ai Musei Vaticani di Roma, due ragazzi – ancora una volta di Ultima generazione – si legano alla base della statua di Laocoonte, esponendo uno striscione contro l'uso di gas e carbone. Passano tre giorni e nella Cappella degli Scrovegni, a Padova, tre attivisti srotolano uno striscione con slogan anti-Co2, mentre altri due si agganciano con catene in acciaio al corrimano che delimita l'area di visita, nella sala del ciclo giottesco più importante, quello dedicato alla vita di Gesù e di Maria.

Gli attivisti di Ultima generazione nella Cappella degli Scrovegni a Padova ANSA/NICOLA FOSSELLA
Gli attivisti di Ultima generazione nella Cappella degli Scrovegni a Padova

Non si tratta sempre, come si vede, di azioni dimostrative che hanno per finalità il danneggiamento (anche solo tentato) di un quadro o di un’opera d’arte figurativa. Cosa che potrebbe portare a dire che la loro protesta è ragionevole, sensata, condivisibile in queste forme e secondo queste modalità. Creare un disagio è infatti lo strumento attraverso il quale si sensibilizza e si genera dibattito, si suscitano reazioni contrastanti e si porta all’attenzione dell’opinione pubblica un tema sentito e d’interesse pubblico. Ma tutto cambia quando si tenta di deturpare la bellezza di un dipinto, secondo una prassi che rasenta il vandalismo. Un termine rifiutato dai diretti interessati, che tengono a precisare di non essere “ambientalisti” ma “attivisti”: “Il nostro non è vandalismo, ma il grido di allarme di cittadini disperati che non si rassegnano ad andare incontro alla distruzione del Pianeta e, con esso, della propria vita”.

L'azione di Just Stop Oil contro il celebre Van Gogh alla National Gallery di Londra ansa
L'azione di Just Stop Oil contro il celebre Van Gogh alla National Gallery di Londra

Gli ultimi attacchi: Van Gogh, Monet, Goya

Ottobre è stato un mese “caldo”: il 14 i militanti ecologisti di Just Stop Oil, impegnati nella campagna di protesta anti-petrolio, hanno lanciato un liquido, secondo le prime informazioni una zuppa commestibile, contro I girasoli di Vincent Van Gogh, custoditi a Londra alla National Gallery. Il 23 tocca a un Monet, Il pagliaio, colpito da due attivisti di Ultima generazione al Museo Barberini di Potsdam, in Germania, lanciandogli contro del purè di patate. Il 27 ottobre viene colpito il capolavoro di Vermeer, La ragazza con l'orecchino di perla, esposta all'Aja nel museo Mauritshuis.

Gli attivisti imbrattano il dipinto "Ragazza con l'orecchino di perla" twitter
Gli attivisti imbrattano il dipinto "Ragazza con l'orecchino di perla"

Infine, gli ultimi due blitz. Ieri, contro un altro Van Gogh, questa volta esposto a Roma a Palazzo Bonaparte nell’ambito di una mostra dedicata al pittore olandese: due ragazze hanno lanciato contro Il seminatore al tramonto una zuppa di verdure (l’ente organizzatore ha comunicato che l’opera tornerà ad essere esposta domani). Mentre, è di oggi la notizia delle due componenti di Futuro vegetal che al museo del Prado di Madrid si sono incollate alle cornici dei dipinti di Francisco Goya Maja desnuda e Maja vestida.

L'atto dimostrativo di ieri a Roma ANSA
L'atto dimostrativo di ieri a Roma

Finora, insomma, nessun danno irreparabile, vuoi per i vetri protettivi, vuoi per l’intenzione dei manifestanti, ribadita in ogni occasione, di non avere la reale intenzione di danneggiare i quadri ma solo di sensibilizzare il pubblico. Ma sono certi, i ragazzi di Ultima generazione, di riuscire in questo modo a ottenere i loro obiettivi? Non li sfiora il sospetto che così facendo si attirano le critiche e la mancanza di solidarietà di quanti - pur condividendo la loro battaglia - non vorrebbero vedere un capolavoro dell'arte mondiale “offeso” in quel modo? Di questo passo, oltretutto, è legittimo temere rischi ben più gravi per opere fragili, ultracentenarie, da custodire e proteggere. Come reagiremmo, infatti, se disgraziatamente un giorno una tela dovesse essere rovinata in modo irreversibile? Con l'aggravante di non essere riusciti a salvare il pianeta.

Due attivisti si attaccano alle cornici di "Las Majas de Goya" nel Museo del Prado di Madrid @leorodriguezd
Due attivisti si attaccano alle cornici di "Las Majas de Goya" nel Museo del Prado di Madrid