Terzo giorno di conferenza sul clima

Cop27, ai Paesi poveri servono 2.000 miliardi all'anno. L'impegno dell'Ue per le foreste

A Sharm el-Sheikh il vertice dei leader. Oggi è il giorno degli Stati insulari e del Sudafrica

Cop27, ai Paesi poveri servono 2.000 miliardi all'anno. L'impegno dell'Ue per le foreste
Ansa
Cop27

Alla conferenza annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Sharm el-Sheikh, in Egitto, sono in programma i discorsi di altri leader dopo che quelli che hanno parlato ieri, tra cui la premier Giorgia Meloni.   

Tra gli interventi più attesi quello del Primo ministro di Antigua e Barbuda, Gaston Browne, che parlerà in rappresentanza dei piccoli stati insulari minacciati dall'innalzamento dei mari, e quello del presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, che sta guidando il paese in una transizione che affranchi la grande economia africana dal carbone come fonte di energia.

Sudafrica, Ramaphosa: “Le economie sviluppate hanno grande responsabilità”

"Siamo qui riuniti in un continente africano che sta vivendo gli effetti sempre più gravi dei cambiamenti climatici. Per il bene del nostro continente e del mondo, abbiamo bisogno di un drammatico aumento della mitigazione globale e dell'ambizione per mantenere il mondo sul percorso di 1,5 gradi", ha detto il Presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa nel suo intervento alla Cop 27 dove ha chiesto che "gli impegni della Cop 21 di Parigi siano mantenuti". 

"Il nostro continente ha bisogno di un flusso di fondi e di supporto tecnico prevedibile, appropriato e adeguato. Questo deve sostenere il nostro diritto allo sviluppo", ha aggiunto sottolineando che le economie sviluppate "hanno una grande responsabilità di rispettare gli impegni" verso i paesi con maggiori necessità.

Cyril Ramaphosa Ap
Cyril Ramaphosa

Ai Paesi del Sud servono oltre 2mila mld di dollari l'anno

Secondo un rapporto commissionato dalla presidenza della Cop appena pubblicato, i paesi del sud del mondo avranno bisogno di più di 2mila miliardi di dollari all'anno entro il 2030 per finanziare la loro azione per il clima, quasi la metà dei quali proverrà da investitori esterni.

Questi investimenti nei mercati emergenti e nei paesi in via di sviluppo - esclusa la Cina - dovrebbero essere utilizzati per "ridurre le emissioni, costruire resilienza, affrontare le perdite e i danni causati dai cambiamenti climatici e ripristinare la terra e la natura".   

La somma totale necessaria per questi obiettivi dovrebbe raggiungere circa 2,4 trilioni di dollari all'anno entro il 2030: di questi, 1.000 miliardi dovranno venire da finanziamenti esterni grazie a investitori, paesi sviluppati e istituzioni multilaterali. Il resto verrebbe da finanziamenti locali, privati o pubblici.   

Per garantire finanziamenti esterni, "il mondo ha bisogno di una svolta e di una nuova tabella di marcia per i finanziamenti per il clima", scrivono gli autori, gli economisti Vera Songwe, Nicholas Stern e Amar Bhattacharya. "Potenti effetti moltiplicatori possono emergere dai punti di forza complementari di tutte le fonti di finanziamento", sottolineano.    

Il rapporto propone strade concrete come una riorganizzazione delle banche multilaterali di sviluppo e un aumento dei prestiti a tasso basso o zero dei paesi sviluppati.

L'Ue per la salvaguardia delle foreste

Intanto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha firmato cinque partenariati per la salvaguardia delle foreste. L'annuncio è su Twitter:

"L'Ue assieme a Repubblica del Congo, Guyana, Mongolia, Zambia e Uganda condividono la stessa ambizione: salvare le nostre foreste. Oggi lanciamo 5 partnership forestali: strategie di conservazione locali adattate alle esigenze delle foreste e delle comunità del paese".

Presentati l'Agenda di Sharm el-Sheikh e l'Annuario dell'azione globale sul clima 2022

Il presidente della conferenza annuale dell'Onu sul clima, la Cop27, il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, ha annunciato stamani l'Agenda di Sharm el-Sheikh per l'adattamento al cambiamento climatico, per migliorare, entro il 2030, la resilienza di 4 miliardi di persone che vivono nelle comunità più vulnerabili alla crisi climatica.   

L'Agenda per l'adattamento è il primo piano globale per raccogliere attori statali e non statali intorno a un pacchetto condiviso di 30 risultati di adattamento al 2030, su cibo e agricoltura, acqua e natura, oceani e coste, insediamenti umani e sistemi di infrastrutture, pianificazione e finanza.   

Stamani a Sharm è stato anche diffuso l'Annuario dell'azione globale sul clima 2022. L'Annuario riferisce ogni anno sui progressi fatti dai soggetti non statali verso i loro obiettivi climatici. A presentarlo sono stati i due Campioni di alto livello dell'Onu per le Cop26 e 27, Nigel Topping e Mahmoud Mohieldin.   

L'Annuario mostra che, nonostante gli ostacoli che persistono, il mondo degli affari, gli investitori, le città, gli stati e le regioni stanno costruendo la resilienza e realizzando rapidi cambiamenti nell'economia reale.   

L'azione dei soggetti non statali continua ad aumentare: 34 partner da 139 paesi hanno intrapreso azioni per costruire la resilienza di 2,9 miliardi di persone, mentre altri 26 partner hanno mobilitato più di 11.000 attori non statali da 116 paesi perché adottassero misure per dimezzare le emissioni globali al 2030 e arrivare a zero emissioni nette a metà secolo.   

L'azione climatica sta diventando più uniforme fra le aree del globo: l'Annuario registra un aumento del 78% di attori dell'Asia-Pacifico e del 67% dell'Africa.

Che cos'è la Cop27

Cop è l'acronimo di "Conference of Parties", la riunione annuale dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United NationsFramework Convention on Climate Change, Unfccc) e questa nella stazione balneare egiziana sul Sinai è la 27/a edizione.   

I leader del mondo si riuniscono per fissare obiettivi, monitorare i progressi sugli impegni presi in materia di cambiamenti climatici e rinnovare le promesse fatte per affrontarli. 

L'assenza di Cina, Russia e India, fra i primi per emissioni di C02, fa però temere per il raggiungimento degli obiettivi della Conferenza.