Vertice di Sharm el-Sheikh

Cop27, trovata l'intesa sui paesi vulnerabili

Ok a un fondo per i Paesi vulnerabili, conferma agli impegni di Glasgow e il taglio delle emissioni del 43% al 2030

Cop27, trovata l'intesa sui paesi vulnerabili
Ansa
Un’attivista incoraggia i leader mondiali a mantenere politiche che limitino il riscaldamento a 1,5 gradi Celsius sin dai tempi preindustriali e forniscano risarcimenti per perdite e danni alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici Cop27. Sharm El-Sheikh

Fino a ieri mattina sembrava lontano l’accordo alla Cop27 di Sharm el-Sheikh su un documento finale, in particolare sui due temi chiave della mitigazione del cambiamento climatico (cioè la decarbonizzazione e il taglio delle emissioni di gas serra) e sui loss and damage, ossia i ristori delle perdite e dei danni nei paesi più vulnerabili. Invece, a un passo dal punto di non ritorno, l’accordo è stato trovato. I delegati al vertice delle Nazioni Unite sul clima in Egitto hanno ufficialmente approvato un accordo su un fondo per i paesi in via di sviluppo vulnerabili al cambiamento climatico aggravato dall'inquinamento delle nazioni sviluppate in una sessione plenaria.

La conferenza di Sharm el Sheikh che si è trascinata oltre la data di chiusura ufficiale, prevista per venerdì 18 novembre, sin dal suo inizio, il 6 novembre, è stata dominata da questioni finanziarie, in particolare dalla possibile creazione di un fondo per perdite e danni causati dagli effetti del cambiamento climatico. Proprio su questo tema si stava creando la rottura che grazie alla fermezza del’ Unione Europea si è risolta. Nel pomeriggio, la Cina e il G77 hanno detto sì a indicare nel documento finale che i destinatari degli aiuti saranno i Paesi più vulnerabili, e che sarà ampliata la platea dei donatori.

Riassumendo nell'ultima bozza di documento finale della Cop27, si riconosce che per mantenere il target di 1,5 gradi è necessario un taglio delle emissioni del 43% al 2030 rispetto al 2019. Viene deciso l'aggiornamento degli impegni di decarbonizzazione degli stati (Ndc) entro la Cop28 del 2023 e si ribadiscono gli impegni di Glasgow per la riduzione della produzione elettrica a carbone e delle emissioni di metano. Si riconosce infine il ruolo decisivo delle rinnovabili, ma non si prende nessun impegno per la riduzione dei combustibili fossili. 

Per Luca Bergamaschi, del think tank italiano sul clima Ecco, la nuova bozza "riafferma gli impegni di Glasgow, con l'aggiunta del riconoscimento delle rinnovabili. È la prima volta che le fonti pulite entrano nel documento di una Cop, come l'anno scorso era entrato il carbone per la prima volta. In compenso, manca ancora qualsiasi impegno per la riduzione dei combustibili fossili". Della stessa opinione l'ambientalista indiano Harjeet Singh: "Questa Cop porta un buon risultato sui loss and damage. Ma si sarebbe potuto molto fare di più sull'uscita dai combustibili fossili".