Decine di attivisti LGBTQIA+ hanno protestato davanti al museo FIFA a Zurigo martedì mattina. L'intento è tenere alta l'attenzione sui diritti civili negati nel Paese arabo in vista della Coppa del Mondo che comincia il 20 novembre.
Già alcuni giocatori avevano sollevato preoccupazione, come la calciatrice inglese Beth Mead che ha detto che non seguirà l'evento per protesta.
Il gruppo All Out che ha organizzato la protesta a Zurigo ha affermato che la manifestazione mirava a "assicurarci che FIFA e Qatar sappiano che il mondo sta guardando e che tutti si aspettano un'azione".
All Out vuole che la FIFA faccia pressione sul Qatar per depenalizzare le relazioni omosessuali e per proteggere la comunità LGBTQIA+ e afferma che la FIFA non si è impegnata pubblicamente nel sostegno di misure concrete che assicurerebbero la sicurezza dei tifosi.
"La FIFA è fiduciosa che tutte le misure necessarie saranno messe in atto per i fan LGBTIQIA+ per godersi il torneo in un ambiente accogliente e sicuro, proprio come
per tutti gli altri", ha risposto via e-mail un portavoce dell'ente calcistico.
"Il Qatar come paese ospitante è pienamente impegnato a garantire che tutti siano in grado di godersi il torneo in un ambiente sicuro e accogliente, compreso membri della comunità LGBTQIA+", ha aggiunto la FIFA.
Qui una mappa con le proteste che riguardano non solo la discriminazione di donne e omosessuali, ma anche i diritti dei lavoratori che hanno costruito gli impianti sportivi.
Nel nostro speciale “Qatar 2022, luci e ombre di un Mondiale”, approfondiamo le contraddizioni legate al grande evento che comincia il 20 novembre.