Diritti umani

Egitto, l'Onu chiede il rilascio immediato dell'attivista Alaa Abdel Fattah

Icona della rivoluzione egiziana del 2011, il blogger ha smesso di mangiare e di bere

Egitto, l'Onu chiede il rilascio immediato dell'attivista Alaa Abdel Fattah
Ap
Alaa Abdel Fattah

Le Nazioni Unite hanno chiesto il "rilascio immediato" di Alaa Abdel Fattah, l'attivista britannico-egiziano in carcere da mesi che si sta sottoalimentando da aprile e che da domenica rifiuta anche di bere.

"L'alto commissario Onu per i diritti umani Volker Turk ha espresso profondo rammarico per il fatto che le autorità egiziane non abbiano ancora rilasciato il blogger e attivista Alaa Abdel Fattah - ha detto la portavoce Ravina Shamdasani durante il consueto briefing delle Nazioni Unite a Ginevra - siamo molto preoccupati per la sua salute".

“Negli ultimi due giorni”, ha aggiunto, “la famiglia dell'attivista non è stata in grado di comunicare con lui”. 

Anche il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres a margine della COP27 ha parlato del caso con le autorità egiziane, così come il primo ministro britannico Rishi Sunak e il presidente francese Emmanuel Macron.

Chi è Alaa Abdel Fattah

Alaa Abdel Fattah, cittadino anglo-egiziano, è l'icona della rivoluzione egiziana del 2011 contro Mubarak. Nel 2015 è stato condannato a quindici anni di carcere e nel 2020 la Corte Penale del Cairo lo ha iscritto nell'elenco nazionale dei terroristi. 

Fondatore di un importante aggregatore di blog in arabo, ha partecipato a diverse iniziative di citizen journalism. Il suo libro "You have not yet been defeated" (Non siete ancora stati sconfitti, edito in Italia da Hopefulmonster), che raccoglie alcuni dei suoi scritti più influenti, ha ricevuto ampi consensi. 

Il 2 aprile scorso, l'uomo ha iniziato uno sciopero della fame parziale, come ultimo tentativo di ottenere la libertà. Martedì scorso ha completamente smesso di mangiare e da domenica, giorno dell'apertura della COP27 a Sharm el-Sheikh, all'altra estremità del Paese, ha smesso anche di bere.

La famiglia e i sostenitori di Alaa in tutto il mondo si stanno mobilitando. Amnesty International Italia ed EgyptWide invitano tutte le realtà della società civile e coloro che desiderano partecipare a titolo personale ad essere solidali con i "prigionieri di coscienza" egiziani e unirsi all'azione per chiedere la liberazione di Alaa. "Se si desidera la morte, lo sciopero della fame non è una lotta. Se ci si aggrappasse alla vita solo per istinto, che senso avrebbe uno sciopero? Se si rimanda la morte solo per la vergogna delle lacrime della propria madre, allora si diminuiscono le possibilità di vittoria... Ho deciso di intensificarlo in un momento che ritengo opportuno per la mia lotta per la libertà e per la libertà dei prigionieri di un conflitto in cui non hanno alcun ruolo o da cui stanno cercando di uscire; per le vittime di un regime che non è in grado di gestire le sue crisi se non con l'oppressione, non è in grado di riprodursi se non attraverso l'incarcerazione" ha scritto Alaa in una lettera alla sua famiglia annunciando l'intensificazione del suo sciopero della fame.

Oggi, dalle 17,30, di fronte all'Ambasciata britannica, a Roma, ci sarà un sit-in di Amnesty International Italia ed EgyptWide per sollecitare le autorità britanniche nel chiedere la scarcerazione in Egitto dello scrittore britannico-egiziano.