Le perplessità di alcuni giuristi

Enrico Letta sulla norma anti-rave: "È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione"

La norma si applica in caso di “invasione arbitraria di terreni o edifici altrui”, non solo privati ma anche pubblici

Enrico Letta sulla norma anti-rave: "È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione"
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Enrico Letta

"Il Governo ritiri il primo comma dell’art 434 bis di riforma del Codice Penale. È un gravissimo errore. I rave non c’entrano nulla con una norma simile. È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione". Così Enrico Letta, segretario del Pd, su Twitter.

"La destra chiami le cose con il loro nome: quella approvata non è una norma anti rave party ma una norma contro la libertà di incontrarsi e di manifestare (ti dicono loro se si può fare!) Silenzio invece su Predappio o su quanto successo in curva". Così, via Twitter, il senatore Simona Malpezzi

Cosa dice la nuova norma: chi “organizza o promuove un evento da cui può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica” potrà essere punito “con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000”. Ad essere puniti, nello specifico, i “raduni” di oltre cinquanta persone. La norma si applica in caso di “invasione arbitraria di terreni o edifici altrui”, non solo privati ma anche pubblici. Dunque teoricamente include anche spazi come università, piazze, luoghi di lavoro. Per chi non organizza né promuove l’evento, ma vi prende parte, la norma si limita a indicare che “la pena è diminuita”. Al posto dei “rave”, inoltre, la scelta di includere i “raduni” nella fattispecie spiana la strada a maggiori interpretazioni. Riguardo alle “cose che servono per commettere il reato” (per esempio casse, microfoni e strumenti), tuttavia, non si transige: è “sempre ordinata la confisca”.

Il provvedimento è stato pubblicato velocemente e questo ha portato diverse voci del mondo giurista a evidenziarne le lacune. Per esempio, riguardo all’aspetto della “pericolosità”. Se i raduni possono essere bollati come minacce “per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica” semplicemente per quanto potrebbe succedere in un ipotetico futuro, la norma potrebbe essere teoricamente “applicabile a qualunque raduno che l’autorità pubblica reputi pericoloso a suo giudizio”, commenta la giurista Vitalba Azzolini su Twitter e aggiunge: “Giudizio del tutto discrezionale, perché la norma non fornisce criteri”: dunque “potrà essere sgomberata qualunque occupazione non autorizzata, pure quella del liceo, se l’autorità reputa ex ante, in modo discrezionale, che potrebbe risultare pericolosa”. 

Il coordinatore della segreteria di Più Europa, Giordano Masini, parla di una “vaghezza” sufficiente a “ricadere nell’arbitrio più assoluto”. Di chi? “Essenzialmente dei prefetti, ovvero del governo”. Anche il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova, parla di “una misura che si estende praticamente a chiunque voglia manifestare”. Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana “hanno usato il pretesto del contrasto ai rave per inserire norme con pene pesantissime che potranno essere utilizzate in ben altri contesti”. E prosegue: “Penso ad esempio ai cortei sindacali dei lavoratori sempre più esasperati, alle mobilitazioni studentesche o alle proteste dei comitati e dei movimenti come quelle che in questi mesi si sono sviluppate a Piombino”. 

E Andrea Orlando, ex ministro del Lavoro,su Twitter esprime tutte le sue perplessità