I lavori della Commissione parlamentare XVIII legislatura

Femminicidio, la premier Meloni: "Il mio pensiero alle 104 donne uccise nel 2022"

Dal 1°gennaio al 20 novembre 2022 sono stati registrati 273 omicidi, con 104 vittime donne, di cui 88 uccise in ambito familiare o affettivo. Di loro, 52 sono state uccise dal partner o dall'ex

Femminicidio, la premier Meloni: "Il mio pensiero alle 104 donne uccise nel 2022"
Fabiana Cofini
Commissione Femminicidio, Ignazio La Russa

Non è un caso che la presentazione della relazione conclusiva dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta del Senato sul Femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere, che ha svolto i suoi lavori nel corso della XVIII legislatura, sia avvenuta oggi, a ridosso della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in un luogo istituzionalmente rilevante come il Senato della Repubblica.

Si è voluta sottolineare e rafforzare l’attenzione sul lavoro imponente e importantissimo svolto dalla Commissione in 4 anni di lavoro. Tredici relazioni che consegnano alle istituzioni dati e informazioni fondamentali per abbattere quello che, a detta di tutti, resta prima di tutto un problema culturale e di stereotipi a ogni livello.

Ad aprire i lavori dell’incontro, promosso dalla senatrice PD Valeria Valente, presidente uscente della Commissione, che ha visto la partecipazione del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è stato il Presidente del Senato Ignazio La Russa.

Commissione Femminicidio Fabiana Cofini
Commissione Femminicidio

La Russa: “La violenza non è una questione di donne ma di noi uomini”

Dopo aver dato il benvenuto alle ospiti presenti, oltre alla Valente, le consulenti della Commissione Teresa Manente responsabile dell’ufficio legale dell’associazione Differenza Donna, Linda Laura Sabbadini statistica e Maria Monteleone procuratore capo del pool antiviolenza a Roma, oltre ad Antonella Veltri presidente della rete Di.Re, intervenuta in qualità di esperta, il presidente del Senato ha detto:

“Ringrazio la Commissione e la senatrice Valente per il lavoro svolto e per la concordia con cui si è lavorato. Stamattina abbiamo approvato ai voti una nuova Commissione bicamerale, ancora più ampia. Un segnale importante per un problema che cresce di giorno in giorno”, ha sottolineato La Russa. 

“Più la società va avanti più aumentano i femminicidi. Non è una questione di donne, ma di noi uomini. Una parte di uomini ancora non ha digerito i passi avanti che hanno fatto le donne, soprattutto quando riescono a imporsi per le loro capacità, intelligenza, e a essere migliori del sesso maschile”.

Meloni: “dietro ogni nome c’è una storia, c’è una vita”

È la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, però, che riporta drammaticamente all’attenzione i numeri dei femminicidi: 

“Il mio pensiero va a tutte le 104 donne uccise nel 2022. Palazzo Chigi sarà illuminato di rosso e i nomi delle vittime verranno proiettati. Dietro ogni nome c’è una storia, una vita, una famiglia”.

Palazzo Chigi illuminato di rosso 24/11/22 Ansa
Palazzo Chigi illuminato di rosso 24/11/22

“Su questo tema - ha proseguito la Presidente del Consiglio - siamo tutti dalla stessa parte. Non ci possono essere distinzioni tra donne di partiti diversi, ma soprattutto non devono esserci differenze tra punto di vista degli uomini e delle donne. La violenza è un problema di questa società e dobbiamo capire se le norme che abbiamo sono adeguate. Il lavoro della Commissione uscente è fondamentale, non posso non sentire questo tema profondamente, come Presidente del consiglio, come donna e come madre”.

Giorgia Meloni ha poi sottolineato l’impegno che il governo, partendo dal lavoro svolto dalla Commissione uscente, intende portare avanti: implementare la prevenzione e la protezione per le donne che denunciano, ancora poche, e dare certezza della pena, impegnandosi ad applicare la legge. Nel video un estratto del suo intervento.

I dati sul femminicidio

I numeri parlano chiaro delineando un'emergenza femminicidi. Dal 1°gennaio al 20 novembre 2022 sono stati registrati 273 omicidi con 104 vittime donne, di cui 88 uccise in ambito familiare o affettivo. Di loro, 52 sono state uccise dal partner o dall'ex. A donne uccise corrispondono molto spesso bambini rimasti orfani.

Nell’inchiesta la Commissione parlamentare guidata dalla senatrice Valente ha eseguito 200 audizioni, sfogliato 2 mila fascicoli processuali.

Il tema che emerge ancora preponderante è la difficoltà delle donne a denunciare la violenza che, nella maggioranza dei casi, è presente da anni. Il 63% delle donne uccise non aveva parlato con nessuno. Solo il 15% di loro aveva denunciato.

“Nel mondo sono troppe le relazioni asimmetriche tra uomo e donna”, rimarca la senatrice Valente nel suo intervento introduttivo. “Si tratta di relazioni poco sane in cui gli uomini faticano a rispettare la compagna, ma hanno bisogno di esercitare una cultura di prevaricazione e dominio sulla donna”.

“In Italia - continua Valente - abbiamo ottenuto risultati importanti, c’è stato un salto di qualità, prima con il riconoscimento del reato di stalking, poi con la convenzione di Istanbul. Abbiamo reso reato la violenza e inasprito le pene. Ma c’è da lavorare molto di più. Bisogna cambiare prospettiva. Non dobbiamo parlare più di donne vittime. Le donne sono forti, sono alcuni uomini che tentano di renderle vulnerabili. Cambiamo racconto dobbiamo chiedere assunzione di responsabilità agli uomini”, prosegue ancora.

“Il tema è riconoscere la violenza, ci vuole specializzazione. Bisogna formare gli operatori a riconoscerla, preparare i giudici, gli operatori sociali, parlarne nelle scuole e nelle università. Le leggi ci sono, ne abbiamo fatte tante, ma prima c’è il pregiudizio da abbattere, gli stereotipi che ancora relegano la donna a un certo ruolo. Questo è il tema che facciamo fatica ad aggredire”.

 

La violenza e le conseguenze sul nucleo familiare

“Il femminicidio è un fenomeno strutturale - evidenzia Linda Laura Sabbadini, statistica e consulente dell’inchiesta parlamentare - ed è solo la punta dell’iceberg di tutta la violenza esercitata sulle donne. Nell’84% dei casi avviene all’interno della stessa comunità. Spesso l’autore del femminicidio si suicida subito dopo ed è un dramma per i bambini. In due anni gli orfani di femminicidio sono stati 169”.

“Un altro segnale che non va - sottolinea ancora Sabbadini - è che nell’80% delle denunce le donne avevano dichiarato di temere per la loro vita e per quella dei figli. Poi ci sono i tempi della giustizia: dalla denuncia all’uccisione passano di media 2 anni e 4 mesi, tempo in cui si può e si deve intervenire. Il problema è che la donna fatica a essere creduta. Questo anche perché negli organi giudiziari, così come negli operatori sociali, la formazione su questo tema è insufficiente. Preoccupa che, in sede di valutazione del condannato, non venga accertato il suo rapporto con la vittima. Quasi mai vengono chieste informazioni sulle persone offese”.

Sabbadini rimarca poi un problema di impunità generale e una difficoltà della donna a essere creduta nelle sedi giudiziarie, soprattutto nei casi di separazioni violente: “Non si parla mai di violenza, ma di conflitto e spesso i tribunali preferiscono delegare a CTU (Consulenti tecnici) o ai servizi sociali l’accertamento della situazione anche quella dei figli minori, le altre vittime. È come un processo di rimozione della violenza che si attiva sin dall’inizio e prosegue in tutti i passaggi. Abbiamo bisogno di una grande rivoluzione culturale ma soprattutto bisogna capire che le donne devono essere credute”.