Antonio Tajani: “Serve una collaborazione tra tutti i Paesi europei

La Ue e i migranti sulle navi ong: "Salvare vite in mare è dovere morale e obbligo legale”

Anitta Hipper, portavoce della Commissione, ha spiegato il meccanismo temporaneo di solidarietà volontario sul trasferimento dei migranti

La Ue e i migranti sulle navi ong: "Salvare vite in mare è dovere morale e obbligo legale”
SOS Humanity
Nave SOS Humanity

Nelle prossime 48 ore sono previste nell'area in cui si trovano le navi ong con a bordo quasi mille migranti pessime condizioni meteo con tempesta e onde alte fino a 6 metri. Lo sottolinea Mediterranea Saving Humans, ricordando che "985 bambini, donne e uomini si trovano da 10 giorni al largo della Sicilia in attesa di un Porto Sicuro. Chiediamo che il Governo italiano - afferma un tweet - assegni immediatamente alle navi Ocean Viking, Humanity 1 e Geo Barents il più vicino porto per lo sbarco dei naufraghi, come previsto dal diritto internazionale.  Ogni ulteriore ritardo nello sbarco di persone vulnerabili, già vittime di trattamenti inumani in Libia e provate dalla traversata, dovrà essere considerato responsabilità diretta delle Autorià coinvolte". 

 

 

Per la Commissione Europea il meccanismo temporaneo di solidarietà può essere utilizzato per ridistribuire le persone soccorse in mare: “Stiamo seguendo la situazione da vicino e, dalle informazioni che abbiamo, ci sono tre navi con circa mille persone a bordo e che hanno chiesto uno sbarco sicuro. La Commissione non è coinvolta nelle operazioni di salvataggio in mare né nella definizione del luogo di sbarco. Tuttavia, ricordiamo che salvare vite in mare è un dovere morale e un obbligo legale di diritto internazionale degli Stati membri indipendentemente dalle circostanze”. Anitta Hipper, portavoce della Commissione europea, risponde durante il briefing di mezzogiorno della Commissione Ue a una domanda sulle tre navi di ong che hanno chiesto l’accesso, senza ottenerlo, ai porti italiani per lo sbarco di migranti salvati nel mar Mediterraneo. Hipper ha anche spiegato che il meccanismo temporaneo di solidarietà volontario sul trasferimento dei migranti — l’intesa è stata raggiunta nel giugno scorso da 18 Stati membri tra cui anche la Germania — può essere utilizzato anche per ridistribuire i migranti al momento bloccati sulle navi al largo dell’Italia. Finora, al netto delle tre navi, ci sono state 8 mila offerte di rilocalizzazioni ma solo in 38 migranti hanno accettato. Il meccanismo viene applicato non solo all’Italia ma anche agli altri Paesi del Mediterraneo che subiscono la pressione migratoria. Il confronto tra Italia e Germania è oggetto di osservazione a Bruxelles ma per ora nelle dichiarazioni prevale la cautela. La Germania ha chiesto mercoledì al governo italiano di “prestare velocemente soccorso” ai migranti a bordo della nave Humanity 1, battente bandiera tedesca. Attualmente ci sarebbero 104 minori non accompagnati. “Molti di loro hanno bisogno di cure mediche”, ha detto Berlino. La Farnesina ha chiesto alla Germania di avere “un quadro compiuto della situazione a bordo della Humanity 1 in vista dell’assunzione di eventuali decisioni”. Una fonte del Ppe ha spiegato al Corriere che i popolari si aspettano che “il governo italiano e quello tedesco rispettino tutti i loro obblighi basati sul diritto internazionale e agiscano di conseguenza”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Berlino per partecipare al summit sui Balcani occidentali organizzato dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha ricordato che “la Germania è un nostro grande interlocutore, è un Paese amico”, ma “quando c’è da dare qualche messaggio — ha spiegato in un’intervista alla Rai — soprattutto sul tema dell’immigrazione, lo facciamo con determinazione per garantire il rispetto delle regole. Abbiamo soltanto chiesto che le navi delle ong rispettino le regole europee quando salvano qualcuno in mare e poi chiedono di attraccare nei porti più vicini. Lo abbiamo fatto in maniera ufficiale, con grande garbo ma anche con grande fermezza”. Per Tajani “serve una collaborazione tra tutti i Paesi europei, ma anche con i Paesi dei Balcani, per fermare l’immigrazione illegale perché rischia di diventare un problema sempre più grave per tutti quanti noi”.

Intanto la ONG SOS Méditerranée ha chiesto per la prima volta a Francia, Spagna e Grecia di aiutarla a trovare un porto sicuro dove sbarcare 234 migranti salvati dalla sua nave Ocean Viking prima che il tempo peggiori. La ONG di soccorso in mare teme "un forte vento , onde alte e un calo della temperatura entro la fine della settimana", aggiungendo in un comunicato stampa che "le provviste iniziano a esaurirsi" a bordo. Sin dal suo primo salvataggio il 22 ottobre, SOS Méditerranée ha chiesto, come di consueto e secondo il diritto marittimo, le autorità della zona di ricerca, in Libia e Malta, senza ottenere risposta, ha detto telefonicamente ad AFP la direttrice e direttrice della ONG Sophie Beau, “che si è poi avvicinata all'Italia, ma le dichiarazioni anti-migranti lasciano poche speranze di arrivarci. ottenere il via libera". Il ministro dell'Interno ha preso di mira l'Ocean Viking nelle sue dichiarazioni", ricorda Sophie Beau. Matteo Piantedosi ha infatti annunciato di aver emanato una direttiva avvertendo le forze di polizia e le autorità portuali che il suo ministero sta valutando il divieto di ingresso nelle acque territoriali della nave noleggiata da SOS Méditerranée e dalla Geo Barents di Medici senza frontiere (MSF), che entrambe battono bandiera norvegese, così come la barca tedesca della ONG SOS Humanity. Le due navi non hanno ricevuto alcuna comunicazione ufficiale su tale decisione. SOS Méditerranée si è quindi rivolta alle autorità marittime di Francia, Spagna e Grecia.