Ascoltando il parere di oltre 94mila collaboratori, di cui oltre 16mila di età compresa tra i 25 e i 41 anni, “Great Place to Work Italia”, azienda specializzata nello studio e nell’analisi del clima aziendale, della trasformazione organizzativa e del tratto distintivo del datore di lavoro, ha stilato la graduatoria dei “Best Workplaces for Millennials 2022”. Si tratta delle 20 migliori aziende italiane in cui i giovani sono più felici di lavorare.
“L’ascolto attivo e una cultura di fiducia sono le chiavi che le imprese hanno a disposizione per riuscire a trattenere i giovani talenti”, afferma Alessandro Zollo, amministratore delegato di Great Place to Work Italia.
Il podio dell’edizione 2022 è monopolizzato da aziende attive nel settore dell’information technology e vede confermarsi al primo posto, per il quarto anno consecutivo, “Bending Spoons”, azienda milanese attiva nell’ambito dei dispositivi software, davanti a “Sidea Group Srl”, società di consulenza strategica IT con sede a Bari, e “Nebulab Srl”, agenzia di soluzioni per l’e-commerce di Pescara.
I Best Workplaces for Millennials 2022 hanno, in media, una presenza della popolazione millennial superiore del 27% (73% contro il 46%) rispetto alle altre analizzate e distanziano queste ultime di 24 punti percentuali (91% contro il 67%) per la possibilità di lavorare divertendosi e di 21 punti percentuali (86% contro il 65%) in termini di benessere e serenità psicologica.
Meritocrazia, comportamenti etici da parte del management, possibilità di lavorare divertendosi all’interno di un ambiente sano dal punto di vista psicologico: questi sono solo alcuni dei fattori chiave che contraddistinguono le 20 migliori aziende italiane in cui i giovani sono più felici di lavorare.
Nelle 20 imprese italiane in classifica, i collaboratori della generazione Y, nati tra il 1981 e il 1997, sono felici di lavorare e dipingono un ambiente favorevole allo sviluppo personale e professionale. La ricerca completa è consultabile al link “bestworkplacesformillennials”.
Il mondo del lavoro ha subito dei cambiamenti rilevanti nel corso dell’ultimo decennio e oggi i singoli collaboratori, in particolar modo i giovani, chiedono in primis flessibilità. Questi, infatti, non sono più disposti a dedicare la quasi totalità del loro tempo al lavoro - dichiara Alessandro Zollo - Un’azienda che nella contemporaneità non si occupi del benessere dei propri dipendenti corre il rischio di perderli e questo è ormai un dato di fatto certificato dal raddoppio delle dimissioni volontarie non solo negli Stati Uniti ma anche in Italia. E non è tutto, il tempo medio di permanenza in un’azienda da parte di un millennial è di 3 anni e scende addirittura a un anno e mezzo per la Gen Z”.