"La gente ha parlato. L'amnistia inizia la prossima settimana"

Musk riammette dopo un sondaggio gli account banditi su Twitter. Gli esperti: "Mossa pericolosa"

Il suo referendum lampo tra gli utenti (oltre 3 milioni di voti) si è concluso con il 72% di sì e il 28% di no. Preoccupazione tra gli esperti di sicurezza on line, secondo il Washington Post

Musk riammette dopo un sondaggio gli account banditi su Twitter. Gli esperti: "Mossa pericolosa"
AP
Elon Musk

E siamo al secondo sondaggio. Elon Musk ha lanciato un altro referendum lampo tra gli utenti di Twitter, dopo quello per riammettere Trump sulla piattaforma, chiedendo questa volta al popolo social un parere sul ripristino degli account sospesi: "Twitter dovrebbe offrire un'amnistia generale per gli account sospesi, a condizione che non hanno infranto la legge o impegnati in spam egregio?": Questo il testo  del sondaggio che si è concluso con il 72% di sì e il 28% di no.

Quindi Elon Musk ha annunciato che ripristinerà gran parte degli account banditi precedentemente: "Il popolo ha parlato, l'amnistia comincia la prossima settimana", ha twittato. 

Ma secondo gli esperti di sicurezza on line il ritorno di massa di utenti che erano stati vietati per reati come minacce violente, molestie e disinformazione avrà un impatto significativo sulla piattaforma, si legge in un articolo pubblicato oggi sul Washington Post. 

"Apple e Google hanno bisogno di iniziare seriamente a considerare l'espulsione di Twitter da l'app store", ha detto Alejandra Caraballo, esperta presso la clinica Harvard Law Cyberlaw. "Quello che Musk sta facendo è pericoloso per varie comunità emarginate. È come aprire le porte dell'inferno rispetto ai danni che causerà. Le persone che si sono impegnate in molestie dirette potranno tornare a diffondere, molestie, bullismo e incitare alla violenza. Non riesco nemmeno a pensare a quanto sarà pericoloso."

Gli esperti dicono inoltre che: "Un sondaggio su Twitter può essere manipolato, non c'è nulla di scientifico o rigoroso in alcun modo su ciò che sta facendo," o spiega nell'articolo del Washington Post, Sarah T. Roberts, professore associato presso l'Università della California a Los Angeles che in precedenza ha lavorato per Twitter alla ricerca di processi di moderazione dei contenuti.